Cronaca

Tentato omicidio nel cuore di Reggio Calabria, 17enne ricoverato in Terapia intensiva

REGGIO CALABRIA – Solo per miracolo non ha avuto un tragico, sconvolgente epilogo un accoltellamento in pieno centro a Reggio Calabria.

Sangue in pieno centro città

Un 17enne è stato ripetutamente accoltellato, restando gravemente ferito, in seguito a una rissa scoppiata nella centralissima piazza Camagna, luogo frequentato da moltissimi giovani, specie durante il weekend.
E in effetti il tentato omicidio ai danni di questo minore ha avuto luogo la sera di sabato scorso, 19 febbraio, anche se soltanto in queste ore se n’è diffusa la notizia.

Movida reggina, nuovi fattacci dei “galletti” dei clan?

Viste le circostanze, non è difficile ipotizzare che il fatto di sangue non fosse premeditato ma sia legato agli ormai numerosissimi alterchi “del sabato sera” che, nel contesto della movida reggina, nel recente passato hanno visto in azione pure giovanissime nuove leve della criminalità organizzata.

Vittima in Terapia intensiva, ma non in pericolo di vita

Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri, il ragazzo sarebbe stato colpito dapprima alla testa con un casco da motociclista e poi accoltellato in varie parti del corpo, come se qualcuno fosse rimasto infastidito Sùbito soccorso e trasportato al Grande ospedale metropolitano, il 17enne è tuttora ricoverato in prognosi riservata nell’hub ospedaliero cittadino, nel reparto di Terapia intensiva. Non verserebbe, però, in pericolo di vita.

Nello stesso contesto, ha rimediato una contusione un finanziere che ha cercato d’impedire l’aggressione.

Gli arresti (e i proscioglimenti)

Proprio per le vili aggressioni, alcune delle quali per il “rituale” ricordano proprio quella di sabato scorso nel cuore di Reggio Calabria, cinque anni fa furono arrestati ben 15 giovanissimi “rampolli” di alcune significative cosche di Reggio Calabria, dai temuti Condello di Archi agli Stillittano egemoni a Vito, entrambi quartieri della periferia Nord della città.

Sarebbero stati dediti a frequentare in modo balordo i locali della movida reggina, importunando le ragazze e, molto più spesso, ad attaccar briga con ragazzi spesso anche più giovani. In un caso, aveva avuto luogo anche un ferimento a colpi d’arma da fuoco.
Cinque tra gli arrestati del 2017, in ogni caso, pochi mesi fa sono stati prosciolti.

Non certo un caso isolato…

Sia come sia, quanto accaduto il 19 sera non può considerarsi un fatto isolato.
Sempre cinque anni fa, un episodio del tutto analogo per gravità aveva avuto per scellerato protagonista Giovanni Tegano, giovane nipote dell’omonimo storico boss: nel gennaio del 2019 il “rampollo” della cosca di Archi fu condannato in rito abbreviato a tre anni di reclusione per violenza privata aggravata dalle modalità mafiose.
In quell’occasione, infatti, il giovane Tegano si sarebbe fiondato a velocità contro il marciapiede con la sua auto fino a lambire i tavoli degli avventori di un ben noto locale reggino. Quando un ragazzo gli fece notare l’assurdità e la pericolosità del suo comportamento, Tegano jr. sarebbe sceso dall’auto e, vigliaccamente spalleggiato da altri 4 balordi, gli avrebbe sibilato contro, ferendolo al viso con la chiave dell’auto: Non sai chi sono io? Sono Giovanni Tegano!

…E il fenomeno non interessa solo i “rampolli” delle ‘ndrine

In varie altre occasioni, però, specialmente sul lungomare Falcomatà si sono verificati alterchi fra giovanissimi, come peraltro denunciato di recente dal procuratore minorile di Reggio Calabria Roberto Di Palma. In alcuni casi, protagonisti, furono pure giovani gambiani.

E grande eco – come ricordato proprio nella recente inaugurazione dell’Anno giudiziario presso il Tribunale dei minori di Reggio Calabria – aveva avuto, su altro versante, l’identificazione da parte dei Vigili urbani di diversi ragazzi intenti a giocare a morra nel cuore della città, a pochi metri da Comune, Città metropolitana e Prefettura, in piazza Italia. Giochi accompagnati da urla belluine, quasi primitive; dalla diserzione dell’obbligo scolastico; e – spesso – da un vietato quanto diseducativo ricorso al gioco d’azzardo.