Società

Tra disservizi e storia, c’è posta per il portalettere

Vedere passare il portalettere, in molte zone della città è divenuto quasi un “evento” da festeggiare. Ma non poterlo almeno incrociare, per fargli notare che nelle sue consegne (o mancate consegne e restituzioni al mittente per indirizzo insufficiente, ndr) c’è anche qualcosa che non va, oltre la “latitanza” per lunghi periodi, contribuisce ancor di più ad aggravare una situazione divenuta davvero inaccettabile.

Non vogliamo di certo additare ogni responsabilità solo ai postini che, siamo certi, svolgono il loro compito convinti di far bene; ma anche a chi è incaricato a vigilare su di essi e che, spesso “nuovi” e inesperti, non ricevono le giuste indicazioni per poter effettuare le consegne agli indirizzi esatti. Sarebbe opportuno, infatti, conoscere le zone e i nomi precisi delle strade della nostra città in cui ci si accinge a recapitare lettere, cartoline e bollette di ogni genere. E l’invito non va rivolto esclusivamente alle Poste Italiane, se è vero che nelle buche sbagliate finiscono anche comunicazioni provenienti da varie agenzie private di recapito.

Tra i vari “casi” si registra quello che vede coinvolti, loro malgrado, i residenti nelle vie Primo Noviziato, Salita Noviziato e via Noviziato Casazza. Si tratta di tre indirizzi che sembrano uguali, ma che non lo sono assolutamente. Succede così che molta posta destinata a un condominio venga inopinatamente lasciata nella buca esterna generale di in un altro palazzo. Con conseguenze facilmente immaginabili…

Solo per cercare di fare un po’ di chiarezza e cercare risolvere questo piccolo “dilemma”, vogliamo precisare che la via Primo Noviziato è la strada che da Piazza Trombetta conduce all’incrocio con il Viale Italia (la prima parte della circonvallazione); Salita Noviziato è invece denominato quel tratto che da Viale Italia conduce alla Salita Montepiselli e quindi al Rione Montepiselli; è complessivamente nota come via Noviziato Casazza (un tempo conosciuta anche come “Stradone militare”), infine, quella che da Viale Italia raggiunge proprio Contrada Casazza sulle prime alture e da cui si arriva alle cosiddette “Quattro Strade” sui Monti Peloritani.

Ma perché la parola Noviziato compare nelle arterie di questa vasta area? La risposta si trova anche sul dizionario toponomastico della città di Messina “Una strada, un nome”, realizzato nel 2013 dal Rotary Club Messina (Fondato nel 1928) a cura del compianto Giovanni Molonia. Si legge che il Noviziato era una “casa religiosa associata alla chiesa di Santa Maria della Natività, in cui i novizi dei Gesuiti studiavano e si preparavano all’ingresso nell’Ordine. La chiesa di Santa Maria della Natività, sita sul colle del Tirone, in un luogo amenissimo ‘ornato di vaghi e graziosi giardini’ (Gallo) che spaziava su tutta la città e lo Stretto, apparteneva al Noviziato dei Gesuiti. Precedentemente, nello stesso spazio, il francescano Antonio Veneto, dopo il 1553, aveva costruito un tempio dedicato alla Vergine Santissima della Pietà. Quest’ultima chiesetta risultava aggregata alla basilica romana di San Giovanni in Laterano di cui godeva tutti i privilegi.  Nel 1564 ospitò una confraternita di Disciplinanti. Il 30 ottobre 1572 fu ceduta dai canonici lateranensi alla Compagnia di Gesù, che nel 1576 iniziarono i lavori di costruzione del loro Noviziato. L’antica chiesetta venne quindi ampliata nel 1623 e dedicata alla Natività di Maria. Dopo il 1866 il Noviziato divenne caserma e la chiesetta, spogliata di tutti i suoi arredi, fu travolta dal terremoto del 1908. Sulla sua area sorge la Caserma Sabato”.

Solo per curiosità, ma anche per completezza, c’è da sottolineare che un tratto della via Noviziato Casazza è conosciuto anche come via Noviziato Vignazza (peggiorativo e accrescitivo di vigna): ha questo nome perché “attraversava la contrada Vignazza, toponimo in precedenza dato all’intero colle, oggi meglio conosciuto come Montepiselli”.

Intanto, qualche volontario, per dare una mano d’aiuto, non ha esitato a preparare un pacchetto per restituire le missive ricevute per errore, lasciandolo proprio sulle buche. Come dire: “Caro portalettere, c’è posta per te”!