cronaca

Traffico di rifiuti, a Messina 10 condanne

MESSINA – Conta 10 condanne la prima sentenza decisa dopo l’inchiesta Montagna Fantasma. Al centro, le attività nella discarica di Portalegni a Gravitelli, in pieno centro, gestita dalla famiglia Mancuso e già sequestrata dalla Guardia di Finanza nel 2019.

Un’area che rischia di diventare una vera e propria bomba ecologica, secondo investigatori e Procura di Messina, che ha tenuto sott’occhio il sito scoprendo che malgrado i provvedimenti alcune imprese di costruzione continuavano a scaricarvi materiale.

L’accusa principale è quindi traffico illecito di rifiuti, che ha portato il giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore a decidere 10 condanne alla fine della prima tranche processuale, quella per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

La sentenza

5 anni e 11 mesi per Antonino Marino; 3 anni e 4 mesi per: Andrea Mancuso, Fabio Mangano; 3 anni per Letterio Mondo; un anno e mezzo per Antonino Romeo e Antonio Maita; un anno e 4 mesi per Giuseppe Cucinotta e Cosma Fiumara; un anno per Sarah Mangraviti e Francesco Fiumara. Per Marino, Mancuso, Mondo e Mangano decisa anche l’incapacità a contrattare con la pubblica amministrazione. Pena sospesa per gli altri. Romeo e Maita incassano anche l’assoluzione parziale da 2 delle accuse contestate. Gli imputati dovranno anche risarcire le parti civili, Legambiente (assistita dall’avvocata Aurora Notarianni) Codici e un privato. Impegnati nelle difese gli avvocati Piero Luccisano, Salvatore Silvestro e Antonello Scordo.

Il processo

Alcuni degli imputati avevano richiesto di poter patteggiare la pena, concordandola con l’Accusa. Ma il giudice per l’udienza preliminare l’aveva giudicata troppo bassa, ed aveva riconvocato tutti per una nuova udienza per dare modo loro di scegliere come proseguire il procedimento. Decisi anche due proscioglimenti.

Altri avevano già optato per il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio. Il processo è cominciato qualche giorno fa.

L’indagine

E’ andata avanti a lungo: dopo il sequestro del 2019, alla fine di una lunga attività di monitoraggio, anche aereo, del sito sulla collina di centro città, sono scattati a ottobre scorso 10 arresti e la denuncia per altri 15 imprenditori.