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Volo Trapani – Catania, perché le condizioni di autostrade e ferrovie siciliane non c’entrano

Dal 30 ottobre al 25 marzo Aeroitalia, nuova compagnia aerea con sede a Roma, collegherà tre volte a settimana gli aeroporti di Trapani e Catania. Una scelta anomala, per due aeroporti della stessa regione, che ha fatto gridare allo scandalo in relazione all’arretratezza delle infrastrutture siciliane. Ma in realtà la correlazione non c’è.

Il motivo del volo, un servizio in più

Aeroitalia ha scelto di mettere in vendita la tratta per il semplice fatto che ha la necessità di di trasferire aerei da Trapani a Catania, e viceversa, per operare altri voli. Cioè dovrebbe farlo ad aereo vuoto e allora preferisce imbarcare anche un numero minimo di passeggeri. Da qui si capisce che non c’è nulla di strano e, anzi, si tratta di un servizio in più, seppur destinato a pochi. Prezzi compresi fra 30 e 60 euro, competitivi rispetto ad altre relazioni.

La Sicilia è la regione italiana più grande

Non solo. Chi grida allo scandalo dei collegamenti regionali, in questo contesto, dimentica un altro fattore: la conformazione dell’isola. La Sicilia è la regione italiana con la superficie più grande, quasi 26mila chilometri quadri. Trapani e Catania, ad esempio, distano tra loro 330 chilometri di autostrada, poco più di 230 in linea d’aria. Non tanti ma neanche pochissimi. Voli a corto raggio di questo tipo, anzi anche più brevi, esistono già per raggiungere le isole, ad esempio da Catania a Malta i chilometri in linea d’aria sono 180, da Comiso a Malta 110, da Trapani a Pantelleria 140,

Spostandoci a nord, esiste anche il volo tra Roma e Bologna, nonostante le due città siano collegate in appena due ore di treno, 370 chilometri di autostrada, 300 in linea d’aria, solo poco più rispetto alla distanza fra Trapani e Catania. La differenza, ovviamente, sta tutta nelle relazioni. Molti passeggeri si muovono tra Roma e Bologna, pochissimi fra Trapani e Catania.

Autostrade siciliane

Ecco perché il volo fra Trapani e Catania non ha nulla a che vedere con lo stato di autostrade e ferrovie siciliane. Che comunque sono da rimodernare e ampliare ma non sono all’anno zero. Aperta ad agosto la tratta autostradale Rosolini – Pozzallo e a breve quella per Modica, per completare l’anello manca il tratto tra Modica e Castelvetrano, 240 chilometri per un valore complessivo stimato di 8 miliardi. Mentre le direttrici Messina – Trapani da un lato e Siracusa dall’altro sono complete e in fase di rinnovamento, pur coi casi negativi del viadotto Ritiro e della frana di Letojanni.

Ferrovie siciliane

Il vero anello debole sono le ferrovie, 1146 chilometri a binario unico e solo 223 a doppio binario. Diventa necessario raddoppiare almeno le direttrici fra le tre città metropolitane. Lavori in corso per la tratta Catania – Catenanuova, 38 km sulla linea per Palermo, e appena iniziati per la Giampilieri – Fiumefreddo, 42 km sulla linea Messina – Catania. Dovrebbero durare dieci anni, questi ultimi, e consentire di collegare la seconda e la terza città siciliana in 45 minuti, poco più per l’aeroporto. Non c’è neanche il progetto, invece, per gli 87 km tra Patti e Castelbuono necessari per completare il raddoppio della Messina – Palermo.

L’attraversamento dello Stretto e i numeri dell’aeroporto di Catania

Senza dimenticare, infine, l’attraversamento dello Stretto. Perché è importante rafforzare i collegamenti interni ma lo è anche, forse ancor più, rafforzare quelli col resto del Paese a maggior ragione se, purtroppo, tanti siciliani si spostano da e verso il centro nord Italia. I numeri da record dell’aeroporto di Catania se da un lato sono un vanto dall’altro raccontano di un popolo che non ha alternative. E’ qui che si misura l’arretratezza delle infrastrutture siciliane, molto più che sui collegamenti da un lato all’altro dell’isola.

La promessa non rispettata: “Tempi di traghettamento dimezzati”

Il ministro Enrico Giovannini aveva annunciato il dimezzamento dei tempi di traghettamento in treno nell’estate del 2022. L’estate è trascorsa e ancora oggi i treni impiegano due ore dall’arrivo a Messina alla partenza a Villa San Giovanni, e viceversa, per non parlare del fatto che nella stazione calabrese non esistono neanche le scale mobili, quindi è inaccessibile ai disabili, e i bagagli si devono sollevare a mano. Situazioni indegne di un Paese civile.

Il Ponte sullo Stretto

Così come indegno è prendere in giro i siciliani con le storielle sul Ponte sì, no, forse. Può anche darsi che il ponte sia tecnicamente irrealizzabile, stabilirlo è compito degli ingegneri, si dica questo se è così. Ma dire che sarebbe inutile è un’offesa a chi patisce i tanti disagi dell’attraversamento, alcuni dei quali risolvibili solo con un collegamento stabile, che rientra tra i programmi dei nuovi governi di Centrodestra. Sarà la volta buona?