Politica

De Luca risponde a Tempostretto: “Difendo la mia Libertà” VIDEO

intervista di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Silvia De Domenico

MESSINA – “19 gruppi politici e civici per la mia lista per le Europee? Quasi. Sto attendendo il raggrupamento dei valdostani e sarò a Bolzano per chiudere un accordo per un altro listino dedicato alla minoranza linguistica tedesca. E non escludo quella slovena per il Friuli Venezia Giulia. Questo che cosa dimostra? Che il progetto Libertà è riuscito a coinvolgere tutte le specificità del territorio. A differenza di altri”. In un’intervista a Palazzo Zanca, Cateno De Luca replica all’editoriale del direttore di Tempostretto, “La libertà per De Luca: che confusione saranno le Europee”, e difende il suo disegno per le elezioni europee.

Evidenzia De Luca: “Ho già fatto sei liste senza arte né parte quando mi sono candidato a sindaco di Messina. Mi prendevano in giro ma ho vinto le elezioni. Sono stato un buon sindaco? Non lo dico io ma il risultato del giugno 2022 con l’elezione al primo turno di Basile. Il popolo stabilisce il gradimento di un’azione amiministrativa. Anche nel caso delle amministrative e delle regionali, dove sono arrivato secondo a mani nude, si prendevano in giro le liste e abbiamo visto come è finita. E ricordo pure le previsioni quando mi sono candidato sindaco di Taormina. Quando ci si avventura in analisi, bisogna prima considerare la storia di Cateno De Luca. Uno bizzarro, che rompe i canoni della politica ma che finora ha avuto ragione”.

“Meno Europa più Italia e il coraggio di De Luca”

Il leader di Sud chiama Nord precisa: “Gli slogan della lista Libertà sono Meno Europa, più Italia, Meno Europa più federalismo e Meno Europa più sovranità. La novità, rispetto a tutto quello che fanno gli altri nei sottoscala, è che ai nostri partner stiamo dando legittimazione politica. Vogliamo che il sistema oligarchico venga contaminato dalla democrazia. Chi partecipa alla lista, quando si raggiunge il quorum, avrà diritto all’esenzione delle firme per le prossime elezioni e potrà usufruire del 2 per mille dei finanziamenti ai partiti. È il mio obiettivo anche se domani saranno miei competitor. Mi batto contro un sistema liberticida. Solo in Italia bisogna raccogliere 190mila firme per presentarsi alle Europee. Solo in Italia lo sbarramento del 4 per cento. Io posso essere un grimaldello, mettendo a rischio la mia posizione: ecco l’analisi politica. Bisognerebbe sottolineare il coraggio di De Luca”.

“Anche alle Europee darò lezioni di strategia politica”

E ancora: “Non accetto che si diano appellativi al mio progetto come se fossi l’improvvisato di turno. Ho dato lezioni di strategia politica e lo voglio sottolineare”. E continuerò a darle a queste Europee, tanto è vero che mi stanno imitando perché Stati uniti d’Europa, la famosa lista di Emma Bonino, non prevedeva inizialmente i simboletti. Quando hanno visto quello che stavo facendo io, è scoppiato il casino tra tutti i partner. Stessa cosa sta succedendo in Azione. Io do una spallata al sistema. Il tema è arrivare contro tutti nelle istituzioni e fare l’elefante nella cristalleria. Rompere tutto e ricostruire le cose secondo una logica di buon governo. Il 18 marzo 2007, nel mio percorso civico, sono partito da solo a Fiumedinisi e sono arrivato qui. E se non sono presidente della Regione siciliana è perché non ho voluto fare il candidato del centrodestra il 25 settembre 2022″.

L’intervista continua nel video.

Giornalista e politico: il conflitto delle idee fa parte della democrazia

Breve commento finale del direttore Marco Olivieri: come è sacrosanto il diritto di critica in un editoriale, ma nella sua diretta di ieri De Luca sembrava mettere in discussione il fatto che un giornalista esprimesse un’opinione sul suo progetto politico, così è sacrosanta la possibilità di replicare alle critiche. Sono fondamentali, però, il rispetto reciproco e la distinzione dei ruoli. Nel momento in cui il leader si mette in gioco, si espone anche al rischio di un’analisi che potrà giudicare non condivisibile. Anche la dialettica fa parte della democrazia.

Così come non si può pretendere che solo chi rimane nel proprio progetto politico possa essere considerato “perbene”. Fa parte pure del gioco democratico esporsi a queste delusioni, così come accogliere chi proviene da altre esperienze partitiche. Altra cosa è la crisi della politica e dei partiti, e le eccessive porte girevoli, su cui continueremo a soffermarci.