Cronaca

“Rilanciare il Cas si può, usciremo dalla palude” VIDEO

di Marco OIivieri, riprese e montaggio di Silvia De Domenico

MESSINA – Filippo Nasca, presidente del Consorzio Autostrade Siciliane, fa il punto a Messina sulle tante emergenze. E, nella sede del Cas, non nasconde i disagi degli utenti: “Ci vorranno anni di lavoro. I ritardi nei decenni passati, soprattutto sulle opere di manuntenzione straordinaria, uniti alle oggettive caratteristiche geomorfologiche del nostro territorio, hanno comportato molti problemi. Soprattutto l’autrostrada Messina-Palermo è in condizioni ben differenti rispetto a quelle che dovremmo aspettarci. Un’autostrada importante per l’economia della provincia di Messina e regionale. Siamo all’inizio di un percorso che durerà anni. Il fardello che ci trasciniamo, e fatichiamo a liberarcene, è legato alle opacità del passato. Ma andiamo avanti e recluteremo nuove generazioni di professionisti che arricchiranno il Consorzio. Dobbiamo essere al pari delle altre concessionarie italiane. Siamo il sesto o settimo operatore in Italia per chilometri in gestione. Abbiamo il dovere di potenziare e riqualificare questa realtà economica così rilevante”.

Sul piano concreto c’è una data per il bypass Baglio, una volta completato il collaudo statico? “Ancora no. Daremo prima possibile – risponde Nasca a Tempostretto – indicazioni precise su un disagio che dura da tempo. In generale, ci aspettano anni di trasformazioni. Io ho in mente, in tempi brevi, un piano strategico di rilancio di tutto il Consorzio. Significa intervenire su struttura produttiva, programmazione e cercare sul mercato finanziario italiano un partner importante. Abbiamo in portafoglio lavori finanziati per quasi 800 milioni di euro. E lavori, entro 2030/40, per oltre un miliardo di euro. Il tutto riorganizzando il Consorzio e valorizzando professionalità che già ci sono. Ma guardando ai miglori esempi gestionali in Italia e in Europa. Dobbiamo avere la capacità, come siciliani di uscire da questa palude per la quale siamo condannati alla nostra inferiorità in modo irredimibile. Non è così. Confrontando il nostro piano industriale con governo regionale, comunità locali, associazioni dei consumatori. Io credo che possiamo liberare questo ente grazie alle energie che già ci sono”.