Politica

Un ponte di carta igienica scatena la polemica VIDEO

MESSINA – Non si placa la polemica politica il giorno dopo l’arrivo dell’amministratore delegato Pietro Ciucci a Palazzo Zanca. L’ad della società “Stretto di Messina” è stato contestato con fischi, grida di “buffone”, lanci di coriandoli e soprattutto da rotoli di carta igienica. La carta igienica lanciata per mettere in evidenza, in modo ironico, il dissenso nei confronti del ponte sullo Stretto. Subito dopo, nella Commissione presieduta da Pippo Trischitta, i cori no ponte, provenienti dalla balconata, hanno fermato i lavori d’aula per qualche ora.

Poi lo sgombero e successivamente è stato possibile sentire Ciucci e il suo staff tecnico sul progetto della grande opera. A polemizzare con la minoranza che ha inscenato la protesta è stato il senatore leghista Nino Germanà, assieme ai consiglieri comunali e della VI Municipalità del suo partito: “Lanci di rotoli di carta igienica e cori da stadio. Fare opposizione va bene ed è legittimo ma con un minimo di stile. Il consueto fascismo degli antifascisti”. E di attacco fascista ha parlato pure il Comitato “Ponte subito”, esprimendo solidarietà all’amministratore delegato.

Sulla vicenda è intervenuta pure la senatrice Dafne Musolino, di Italia Viva: “Uno spettacolo inaccettabile e ingiustificabile. Le urla, gli insulti, financo il lancio di oggetti (la carta igienica ma non è arrivata a destinazione, n.d.r.), contro l’amministratore delegato della società hanno rappresentato una brutta pagina della politica che, contrariamente a quanto accaduto ieri sera, deve sempre essere ispirata al confronto, al dibattito e al rispetto reciproco”.

Le accuse di fascismo sono assurde ma il dissenso poteva essere espresso diversamente

Un piccolo commento: le accuse di “fascismo” sono davvero eccessive. E la Lega dovrebbe preoccuparsi di più di tanti fenomeni che crescono nel suo mondo di riferimento e in quello degli alleati: dall’attacco al migrante a quella autonomia differenziata che le regioni più ricche vogliono usare per far venire meno la solidarietà nazionale. Per di più in un territorio già così messo a dura prova.

Tuttavia, va anche rilevato che gridare e non fare parlare l’avversario politico non è mai la soluzione. E lo stile nella vita, come in politica, è tutto. La qualità nell’esprimere il dissenso conta. Eccome, se conta.