Cronaca

Anziana rapinata e abusata a Messina, la vittima racconta

E’ durato circa un’oretta l’incidente probatorio sul caso dell’anziana aggredita e abusata da due minorenni, a metà settembre scorso. In aula, davanti il giudice per l’udienza preliminare, l’ultranovantenne ha deposto, raccontando tutto il dolore di quel giorno, tutte le fasi dell’incubo: l’irruzione dei due giovani, l’aggressione, la rapina.

L’udienza è avvenuta “in modalità protetta”, a porte chiuse come previsto nei casi di vittime di violenze gravi. Ma il confronto è stato comunque duro per la donna, che si è ritrovata in aula il pubblico ministero, il giudice, l’avvocato che assiste lei e la sua famiglia, i difensori dei due ragazzi di 14 e 16 anni imputati.

Rispondendo alle loro domande, la pensionata ha ripercorso i minuti concitati di quel sabato sera, finito con l’intervento dei poliziotti che, dopo averla soccorsa e aver racconto la sua denuncia, si sono messi sulle tracce dei due giovani, rintracciandoli ed arrestandoli nel giro di poche ore.

Il confronto avvenuto stamane era stato fissato per ottobre scorso, ma slittato perché la donna, da poco dimessa dall’ospedale, non stava ancora bene ed in particolare aveva difficoltà a camminare. Ancor oggi i problemi fisici riportati sono tanti, anche se le sue condizioni generali, tenuto anche conto dell’età, sono buone. Psicologicamente è però molto provata.

Oggi era accompagnata dall’avvocato Fabrizio Alessi, legale di parte civile. I difensori dei due ragazzi, gli avvocati Giuseppe Carrabba, Alessandro Trovato ed Ernesto Marcianò, non si sono opposti all’acquisizione delle sue dichiarazioni, che ora diventano prova cristallizzata e come tale peseranno, nel futuro processo.

Lo “scontro” tra l’Accusa e le difese, oggi, è stato sul reato contestato ai due ragazzi di violenza sessuale, così come “costruito” dalla Procura dei Minori. La signora ha confermato la rapina, l’aggressione, ma non ha parlato di uno stupro, ha spiegato di essere rimasta svenuta per qualche minuto.

Adesso tocca alla Procura tirare le fila, cristallizzando tutto nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari e sintetizzando le proprie richieste al giudice.