Politica

Bilancio e dimissioni, De Luca all’angolo. La “fiducia” in aula il 3 febbraio

Tiene banco quanto accaduto ieri sera in consiglio comunale. Da un lato gli attacchi sferrati da De Luca. Dall’altro le prese di posizione di molti consiglieri comunali che chiedono rispetto dei fatti e della verità. L’ennesima frattura che si è consumata ieri finisce nel calderone di queste settimane in cui De Luca è tornato a parlare di dimissioni. E ieri, per attaccare il consiglio comunale, ha legato quanto è successo in aula alle sue dimissioni. Ha legato l’aggiornamento dei lavori a martedì con il fatto che così si arriva a ridosso del termine entro cui De Luca dovrà scegliere se ritirare le dimissioni o lasciare Palazzo Zanca. Il 3 febbraio è l’ultimo giorno prima che le dimissioni di De Luca abbiano effetto. Dall’indomani, se non dovesse ritirarle, il sindaco sarebbe dimissionario.

In realtà però il bilancio e le dimissioni sono due mondi separati. Sul piano politico tutto si intreccia e il clima non è certo sereno. Ma il bilancio di previsione ha un suo percorso e una sua vita. Il consiglio comunale ha iniziato a discuterlo e ha intenzione di lavorare e studiare per approvare il miglior previsionale possibile per Messina. Con l’assoluta convinzione che non saranno 24 o 48 ore in più, da utilizzare per apportare modifiche e migliorie, a creare danni e conseguenze per la città. Anche perché non ci sono termini e scadenze alle porte per lo strumento di programmazione finanziaria del comune.

Per De Luca però il “colpo di mano” del rinvio a martedì è una strategia per arrivare a ridosso del termine delle sue dimissioni. Un modo per metterlo all’angolo.

Il consiglio però ha giocato d’anticipo. Forse per la prima volta. E ieri, ancor prima che iniziasse la discussione sul bilancio, il presidente del Consiglio comunale ha convocato una seduta straordinaria per mercoledì prossimo, dedicata proprio alla discussione dell’ormai famosa mozione Pergolizzi. L’aula ha deciso di portare tra i banchi quel documento che praticamente rappresenta un voto di fiducia nei confronti del sindaco. De Luca ha deciso di dimettersi ponendo un aut aut: o il sindaco o il direttore generale dell’Asp. Su quel fronte non si è mosso nulla, Razza e Musumeci non hanno battuto ciglio e il direttore dell’Asp è ancora al suo posto. Poi è spuntata la mozione Pergolizzi che praticamente ha spostato il problema a Palazzo Zanca. Coinvolgendo il consiglio in decisioni che nulla hanno a che fare con la scelta di dimissioni di De Luca.

Una mozione che in questi giorni ha fatto discutere, che ha creato frizioni importanti all’interno delle dinamiche dei gruppi LiberaMe e Pd. Pergolizzi oggi ha lasciato il suo gruppo. Quella mozione adesso potrebbe essere un boomerang perché i numeri di una fiducia a De Luca in aula ad oggi non ci sono. Ma il consiglio vuole affrontare tutto in aula. Per questo il presidente Cardile ha convocato la seduta straordinaria per mercoledì 3 febbraio alle 10.30. Per confrontarsi e contarsi in aula prima della scadenza della mezzanotte quando le dimissioni diverrebbero effettive.

Con tutto questo il bilancio non ha nulla a che fare. Ha una vita propria. Il bilancio è lo strumento con cui amministrazione e consiglio scelgono come gestire la città. E De Luca, di fatto, se l’è presa con i consiglieri perché hanno presentato emendamenti per intervenire su quel bilancio. Non è questo il terreno di ipotetiche dimissioni. Non può essere questo l’ostruzionismo di cui parla De Luca. Se invece vuole davvero arrivare alla conta dei voti di “fiducia”, l’appuntamento è già fissato. In aula, mercoledì 3 febbraio, alle 10.30.