Cultura e spettacoli

Camilleri, oltre a Montalbano c’è di più

Si è spento all’età di novantatré anni, dopo essere stato colpito da un arresto cardiaco, Andrea Camilleri, che con le trasposizioni televisive del suo personaggio più celebre, il commissario Salvo Montalbano, ha idealmente portato in Sicilia decine di milioni di telespettatori. La vita artistica e letteraria di Camilleri, però, inizia molto prima, e si estende ben oltre, il commissario Montalbano.

Gioventù e ingresso in RAI

Nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, il 6 settembre 1925, Andrea Camilleri frequentò il Liceo Classico Empedocle di Agrigento dove conseguì la maturità classica nel ‘43 senza sostenere esami, annullati a causa del conflitto mondiale.

Le sue prime esperienze nella sceneggiatura e regia teatrale risalgono al ’42, e tra il ’49 e il ’52 frequentò l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, dove tornerà come titolare di una cattedra tra il 1977 e il 1997. Entrato in RAI nella seconda metà degli anni ’50, tre anni dopo un concorso vinto nel ’54 a cui però non aveva fatto seguito l’immediata assunzione, si occupò come delegato di produzione di numerosi sceneggiati televisivi di grande successo.

Primi scritti

Autore di poesie e racconti fin da giovanissimo, Camilleri esordì nella narrativa con il suo primo romanzo, intitolato Il corso delle cose, scritto dieci anni prima, edito da Lalli e riproposto vent’anni dopo da Sellerio. Seguirono nel 1980 Un filo di fumoper Garzanti e, nel 1984, La strage dimenticata, pubblicato da Sellerio senza successo. Nei primi anni ’90 il ritorno alla narrativa, ancora con Sellerio, e con risultati decisamente diversi. La stagione della caccia(1992), La bolla di componenda(1993), e soprattutto La forma dell’acqua(1994) e Il birraio di Preston(1995) sfiorarono le centomila copie vendute, numero che l’autore supererà abbondantemente con le opere successive.

Un caso letterario

Diventato caso letterario appunto a metà degli anni ’90, la trasposizione televisiva delle indagini del commissario Montalbano – ciclo iniziato proprio con il citato La forma dell’acqua – contribuì enormemente alla fama di Camilleri. Comparso in 26 romanzi, 5 raccolte di racconti e diverse altre pubblicazioni, il commissario Salvo Montalbano è stato interpretato sul piccolo schermo da Luca Zingaretti, protagonista di ben trentaquattro episodi suddivisi in tredici stagioni, tra il 1999 e l’anno corrente.

Caratteristica particolare, nella scrittura di Camilleri, è l’uso di un linguaggio praticamente creato ad hoc, che unisce italiano e siciliano – va ricordato che molte delle pubblicazioni curate da Sellerio negli anni ’90 contenevano, al termine della storia, un vero e proprio dizionario per aiutare la comprensione soprattutto ai lettori di aree geografiche lontane rispetto al luogo di ambientazione delle storie, pratica che poi scomparve, grazie anche al legame che lo scrittore era riuscito a creare col pubblico.

Fuori dai libri

Camilleri partecipò come attore al film La strategia della maschera, del 1999, scritto e diretto da Rocco Mortelliti da un’idea dello stesso Camilleri, e l’11 giugno 2018 ha recitato al Teatro Greco di Siracusa il suo monologo Conversazione su Tiresia, che è stato trasmesso sia sul piccolo che sul grande schermo. Da ricordare anche l’imitazione dello scrittore, basata sull’esasperarne il vizio per il fumo, che Fiorello proponeva nel corso del programma radiofonico VivaRadioDue.

Noto per il carattere forte, lo spirito libero e il senso dell’umorismo, numerosi aneddoti dalla sua vita, tanto spassosi quanto indicativi della sua levatura, sono stati raccontati dallo stesso Camilleri, da Elvira Sellerio, fondatrice e storica direttrice dell’omonima casa editrice, e da chi ha avuto l’occasione di frequentarlo da vicino.

Riconoscimenti

Camilleri ha ricevuto ben sette lauree honoris causa(la prima dalla Libera Università di lingue e comunicazione IULM di Milano nel 2002, l’ultima dal The American University of Rome nel 2013) e numerosi premi letterari, tra cui il Premio Cesare Pavese, l’Alabarda d’oro per la letteratura e il Premio Pepe Carvalho. Nel 2003 è stato inoltre insignito del più alto degli ordini della Repubblica Italiana, quello di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica, ed è stato nominato cittadino onorario di Santa Fiora, in provincia di Grosseto, nel 2014, e di Agrigento, nel 2016. Nel 2003, per onorarlo, l’amministrazione comunale di Porto Empedocle decise di aggiungere, nei soli cartelli turistici, al nome della città quello dell’immaginaria Vigata creata dell’autore, che vi ambientò non solo le vicende del commissario Montalbano ma anche diversi romanzi storici. In seguito, nel 2009, la successiva amministrazione revocò questa decisione.

Tre titoli da riscoprire

Tra la vastissima produzione letteraria di Andrea Camilleri suggeriamo tre titoli, guardando al di fuori del boom del commissario Montalbano:

1 Il corso delle cose: parlando del suo primo romanzo, Camilleri spiegò di aver preso spunto da una frase di Merleau-Ponty, il corso delle cose è sinuoso, che secondo lo scrittore si adattava perfettamente alla sfuggente realtà siciliana. La vicenda si svolge negli anni ’50 in un paesino siciliano, la cui tranquillità viene scossa dal ritrovamento di un cadavere e dall’attentato subito da don Vito, onesto e tranquillo lavoratore.

2 La strage dimenticata: romanzo storico ambientato nel 1848, il cosiddetto “anno dei portenti”. Attingendo sia alla documentazione storica che alle narrazioni orale ricevute da bambino, Camilleri ripercorre una doppia strage, quella di centoquattordici uomini a Porto Empedocle e di altri quindici a Pantelleria, unendo la tragedia all’umorismo grottesco.

3 Il birraio di Preston: tra i primi successi di vendita dell’autore, anche qui Camilleri si muove partendo da fatti storici, cioè episodi di malcontento verificatasi nella seconda parte dell’Ottocento a Caltanissetta. Caratteristica del libro è che può essere letto variando a piacimento l’ordine dei capitoli.