Coronavirus

Chiara, 16 anni: la paura del covid, le crisi. “Farò la stilista. I miei idoli? Ronaldo e il nonno”

Il buio è sceso all’improvviso mentre guardava la partita di Coppa Italia della Juventus. Ha perso i sensi e per dieci minuti si sono chiusi i contatti con il mondo.

Il buio all’improvviso

Sono svenuta e quando mi sono risvegliata ho visto tutti intorno a me piangere, la mia famiglia, i medici del 118, tutti. Avevano temuto per la mia vita. Mi sono messa a piangere anch’io con loro”.

Gli svenimenti di Chiara

Quella, per Chiara, è stata la “prima volta”, perché poi ha avuto altri svenimenti improvvisi, tutto si fa buio, non ricorda più nulla. Ha 16 anni e quello durante la partita di Coppa Italia è stato l’inizio di un lungo periodo di crisi che l’hanno portata fino al reparto di neuropsichiatria infantile del Policlinico di Messina. Continuiamo a raccontarvi le storie dei nostri giovani che stanno pagando le conseguenze del covid. Chiara, un’altra figlia ferita in modo indiretto dal covid, con una sofferenza che ha preso la forma di svenimenti e di malesseri che affondano le radici in un disagio che tanti giovani hanno imparato a conoscere in un anno e mezzo di pandemia e restrizioni.

I mesi in ospedale

La prima volta è stato terribile, perché in attesa dell’esito del tampone non mi facevano uscire dalla stanza. Queste crisi apparivano inspiegabili, hanno fatto diversi accertamenti”. Complessivamente Chiara è rimasta in corsia circa tre mesi ed ha avuto modo d’incontrare molti coetanei con i quali ha condiviso non soltanto i disagi ma la forza per superare ogni cosa, come si fa nelle squadre. Ancora oggi si sentono.

Avevo paura di uscire

Le paure per Chiara sono iniziate nel primo lockdown, quando la sua vita, in un piccolo comune siciliano, si è rimpicciolita dentro le mura di casa, tra dad e video chiamate. “Sono rimasta chiusa in casa, avevo paura anche soltanto di fare un passo fuori. In realtà non era una paura per me stessa. Non volevo essere causa di contagio per i miei familiari, soprattutto i nonni, che sono anziani. Non sono mai uscita. Poi, a fine lockdown la mia prima uscita è stata per fare la spesa ed è stato uno choc”.

Il sogno: fare la stilista

Quella sottile paura in realtà non è mai andata via del tutto ed ancora oggi è un’ombra nel cielo di questa sedicenne che ama disegnare ed ha un sogno nel cassetto: diventare stilista. E’ iscritta al liceo artistico e la dad, per lei come per tantissimi altri studenti, è stata un supplizio.

La Dad non aiuta

A prescindere dal fatto che in presenza si apprende meglio, la dad non è un modo corretto per studiare. Se qualcuno non ha voglia basta che tenga la telecamera spenta e nessuno saprà mai che non hai seguito. Poi ad esempio magari quel giorno non ti va e perdi una lezione importante e se in futuro non ricordi l’argomento non puoi più recuperare. Ti dimentichi di chiederlo e questo è un danno”.

Quel lunedì in presenza….

Nella seconda fase, quella dell’Italia a colori, la scuola era in presenza soltanto per metà classe a settimane alterne. Successivamente solo il lunedì, che era diventato il giorno più bello della settimana. Tutti questi cambiamenti hanno però creato più confusione che altro. Il contatto con gli amici si è limitato alle video chiamate ma questo non può bastare per una ragazza ed anche l’estate è andata via tra timori dell’eccessivo “liberi tutti” e i momenti di divertimento.

Ho ancora paura

La scorsa estate si è pensato che il covid fosse scomparso invece non si poteva tornare alla normalità. Non parliamo poi quando sono scattate le zone rosse o arancioni. Ognuno faceva quello che voleva, nessuno rispettava le regole. E’ una gioia stare con gli amici ma continuo a dire: state attenti al covid, attenti per voi e per le persone care”.

Chiara forte e solare

Prima della pandemia Chiara era una persona forte, solare, non aveva mai avuto quelle crisi che hanno iniziato a farla patire in questi lunghi mesi. Il disagio ha attecchito dentro di lei silenziosamente, mentre era chiusa in casa, terrorizzata dal rischio di contagiare la sua famiglia.

Guardo avanti

Adesso guardo avanti, dico sempre, attenti al covid, ma voglio concentrarmi sugli studi, sperando che la scuola torni in presenza. Sono anni determinanti per il mio futuro professionale, so che devo andare un passo alla volta”. Per chi come lei sogna di diventare stilista è fondamentale seguire lezioni e laboratori in presenza. I suoi modelli sono Alexander Mc Queen, Armani e Donatella Versaci “anche se ultimamente non mi piace molto”.

Il futuro

Non sa se il futuro è lontano dal suo paese o sarà qui in Sicilia. Certo è rimasta turbata da alcuni pregiudizi, quelli che hanno colpito l’intera comunità in seguito ad un’inchiesta per mafia che ha portato molti arresti. “Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono tantissime persone perbene nel nostro paese e mi ferisce ascoltare certi giudizi”.

Aspettando Ronaldo…

Ama la sua terra, la sua famiglia, i suoi 2 cani e la gatta. Tifosissima della Juventus sin da quando era bambina, il suo idolo è Cristiano Ronaldo.“Papà mi ha promesso che quando starò meglio mi porterà a vedere una partita della Juventus, la prossima stagione”.

Il nonno è il mio eroe

Ronaldo è l’idolo nello sport, ma per la vita il suo vero eroe, l’esempio da seguire, è il nonno. “Mi ha insegnato tutto, mi ha insegnato a essere forte di fronte ad ogni difficoltà. Dobbiamo sempre farci forza e senza la voglia di raggiungere un obiettivo si rischia di non farcela. Invece lui mi ha insegnato a rialzarmi sempre. Adesso che è anziano e non sta bene sono io che provo a fare forza a lui e voglio continuare a farlo. Anzi, quando esce questo articolo voglio farglielo leggere. Mio nonno è il mio eroe”.

Per Chiara quei momenti di buio che hanno rovinato il suo cielo durante la pandemia stanno iniziando a finire. E il sole sono le sue radici, talmente forti e piantate nella terra che nessun vento riuscirà ad abbatterle.