Lavoro

Concorso vigili a Messina, un candidato racconta: “Test nell’anarchia totale”

«Ho già fatto tanti concorsi e tanti altri ancora ne farò. Ma mai avevo assistito a cose del genere». E’ l’amara riflessione di uno dei tanti giovani che venerdì scorso si è cimentato nella prova di pre-selezione del concorso per vigili urbani a Messina. 

Un concorso per 46 posti nella Polizia Municipale che inevitabilmente ha scatenato grande attesa e speranza. Lo hanno dimostrato i numeri dei partecipanti alla prova che si è svolta nei locali della Facoltà di Ingegneria. Si sono presentati in 795, a passare la prova sono stati 186. Adesso per loro ci sarà una prova scritta, la verifica dei requisiti necessari per partecipare, poi la prova e la graduatoria finale. C’è però chi non si rassegna a come si è svolta la pre-selezione. In questi giorni stanno montando le polemiche proprio per le modalità in cui si è svolto il test. 

Manuel è uno di loro e annuncia ricorso. Ecco il suo racconto di quanto è accaduto in una delle 15 aule adibite per la prova: «Regnava l’anarchia totale. Nelle prime file i candidati erano tutti seduti vicini, quando di regola dovrebbe rimanere almeno un posto di distanza. Per due ore siamo rimasti da soli con i fogli delle domande e i barcode sopra i banchi ed ognuno faceva quello che voleva. Gente che copiava e usava i telefoni. Ci hanno lasciato i cellulari e chiunque ha potuto usarlo a suo piacimento, non c’erano controlli. In un concorso pubblico dovrebbero rimanere spenti e sopra i banchi o ritirati».

Manuel racconta di aver scritto anche al sindaco De Luca per denunciare la situazione. Spiega anche di aver sbagliato a non far presente ciò che accadeva intorno durante il test, ma si è trovato spiazzato. «Io all’inizio del test ho spento il telefono, pensando qualcuno chiedesse di posarlo sopra il banco o altro. Invece non è successo nulla di tutto ciò».

Manuel è pronto a presentare ricorso e sa già che non sarà l’unico a farlo.