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Coronavirus, corse in più per per i pendolari dello Stretto? Caronte: “Non dipende da noi”

I disagi ci sono, i pendolari dello Stretto ogni giorno affrontano ore di attesa per i tagli drastici alle corse per l’emergenza Coronavirus. Caronte & Tourist risponde alla Uil, che ieri aveva denunciato lo stato di disagio degli operatori della sanità che quotidianamente attraversano lo Stretto per motivi di servizio. Per loro, come anche per tutti gli altri lavoratori per esempio delle Forze dell’Ordine, il sindacato ha chiesto l’aumento del numero delle corse da a per la Sicilia. Anche solo una corsa in più potrebbe fare la differenza.

Il gruppo Caronte è a conoscenza dei disagi, ma ammette di non poter far nulla. “Pur condividendo toni e contenuti della nota che il segretario generale della Uil e della Uil Fpl, non possiamo non fare ancora una volta rilevare che dall’inizio dell’emergenza Covid19 a dettare quantità, cadenze e modalità del traghettamento sullo Stretto sono le Autorità, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ai titolari dei dicasteri della Salute e delle Infrastrutture e Trasporti, al Presidente della Regione Siciliana, allo stesso Sindaco di Messina.

“Le difficoltà dei tanti pendolari e le esigenze dei tanti operatori della sanità che quotidianamente dalla Calabria raggiungono i nosocomi messinesi utilizzando le nostre navi – conclude il comunicato di C&T – ci sono ben note. E per quel che ci compete, non abbiamo mancato di esserne latori verso le Autorità medesime, a cui soltanto tuttavia appartiene la potestà di modificare l’attuale assetto dell’offerta di trasporto marittimo sullo Stretto”.