La riflessione

Coronavirus. I ragazzi della Renault 4 perseguitati, gli untori di casa nostra dimenticati

Dare fiato alla bocca e parlare, parlare, giudicare e  puntare il dito, ma su di chi? Le culture, i valori, gli ideali, dovrebbero sempre essere rispettati. Cercare  5 minuti di popolarità #EsibizionismoSenzaPudore a discapito di altre persone continuerà ad essere una colpa imperdonabile per chi si fa chiamare “un uomo” ma a volte non si dimostra tale.

I ragazzi della Renault 4 perseguitati

ARTISTI di STRADA DELLA Renault 4…… Più Perseguitati dei messinesi in vacanza a Madonna di Campiglio  (o almeno quegli sciatori che non si sono autodenunciati al proprio rientro) e che diffuso il virus a Messina contagiando numerose persone. La storia dei “famosi” ragazzi della Renault 4 che raccontano la loro versione:sono sconvolti e la disperazione la vediamo nel video di fanpage, negli occhi di Angelino e dei suoi compagni di viaggio.-Non eravamo in Italia per una vacanza, noi viviamo da sempre così, la nostra tanto criticata macchina, è la nostra casa, il nostro “guscio”.Ci siamo trovati coinvolti in una persecuzione  mediatica, e quando abbiamo compreso quello che stava accadendo eravamo già in Italia da 4 – 5 mes

“In Sicilia per emergenza di vita”

“A Napoli – raccontano nel video- abbiamo cercato un posto dove “essere protetti” arrivati in Sicilia dopo aver pagato regolarmente il biglietto della Caronte e attraversato lo Stretto, in direzione Acitrezza  per un ‘emergenza di vita, non per un gioco o una vacanza, dove avevamo amici. Purtroppo la casa che ci  ospitava era molto piccola, eravamo in 8 persone con 4 cani un cucciolo e una bambina …… Non  ci siamo mai lamentati, però, grazie alla pressione mediatica contro di noi, ritenuti pericolosi, la proprietaria  della casa ci ha mandato via.

Tutta la Sicilia “contro”

Disperati e senza sapere a chi chiedere aiuto “con tutta la Sicilia contro,” Angelino e gli altri hanno raggiunto Mazzarino, guadagnandosi l ‘ennesima multa. “Grazie a Dio, Luca Arcadipane, un giovane trentacinquenne, contattato dai servizi sociali  ha teso la mano a noi e ai nostri cagnolini”-Luca, sottolinea di avere  fatto solo quello che chiunque avrebbe dovuto fare,invece  di seminare odio e discriminazione, mostrando gli artisti di strada come l’uomo nero.

Birilli, cerchi magici le loro “armi”

UNA vecchia macchina trasformata in casa, un violoncello, birilli e cerchi magici  le uniche armi pericolosissime con le  quali i 4 giovani avrebbero minacciato la Sicilia.  Lavori gitani, lavori di strada che raccontano di un’arte lontana anni luce da noi, lavori che da sempre fanno parte della vita, la stessa vita che in questi giorni tutti facciamo finta di avere rivalutato,  di averne compreso il sottile ed immenso significato ma che in realtà non ci ha reso altro che più lontani e irrespettosi verso i  sentimenti perduti ancora troppo distanti  da quell’amore che dovrebbe salvare il mondo.