Politica

Dall’Amam alla Tari, bollette più pesanti ma rimane il tema della qualità dei servizi

MESSINA – Dall’aumento del 7,7 della bolletta Amam a quello possibile e imminente della Tari. Dall’acqua ai rifiuti, l’argomento centrale è l’aumento dei costi, in una stagione difficile per i cittadini sul piano dell’emergenza economica. E si combina con il tema fondamentale della qualità dei servizi. Fino a quando non sarà realizzato l‘obiettivo 2026 di una città con l’acqua 24 ore su 24, non sarà facile pretendere ogni attenzione da parte dei cittadini, fermo restando l’obbligo di pagare.

Una nuova stagione di diritti e doveri per pretendere servizi all’altezza

Per la Tari, invece, i miglioramenti sono oggettivi nella differenziata, compresi i cambiamenti dal 16 gennaio, ma i costi risultano comunque elevati per un territorio come il nostro, appesantito da troppe emergenze economiche. In questo campo, però, precisa chi ha responsabilità di governo, paghiamo l’assenza di una soluzione strutturale in tema d’impianti.

L’auspicio è che si apra davvero, per i cittadini messinesi, una nuova stagione di diritti e doveri, con equilibrio e senza passaggi repentini da un’assenza di controlli in passato a un’eccessiva rigidità oggi. Il tutto pretendendo servizi all’altezza e un’attenzione alle fasce più deboli della popolazione, sempre più numerose, considerato l’aumento delle nuove povertà.

Intanto quasi ogni giorno la nostra testata riceve segnalazioni di un disservizio o di un’emergenza idrica, spesso frutto di problemi trentennali: “In diverse giornate del mese, nel villaggio di Santo Stefano Medio, tutte le utenze abitative sono prive di acqua potabile per l’intera mattinata, senza che sia stato mai pubblicato o reso noto alcun avviso ai cittadini, e senza che ciò sia in alcun modo giustificabile. Gli utenti che, come la mia famiglia, hanno tra l’altro sempre pagato regolarmente la bolletta, si vedono privati della fornitura idrica senza alcun motivo, con conseguenti danni ai propri elettrodomestici a causa dell’improvvisa e imprevista interruzione della fornitura idrica. E con consequenziali esborsi di costi per le riparazioni o per l’acquisto di nuovi elettrodomestici”. Come sempre, segnaleremo il problema all’Amam.

Sottolinea la presidente Loredana Bonasera: “Noi siamo convinti che grazie ai progetti in corso riusciremo a risolvere, finalmente, i perenni problemi di carenza idrica in molte zone della città. Nel frattempo, oltre a lanciare un importante recupero crediti per 90 milioni di euro, abbiamo aggiornato, come Consiglio d’amministrazione, le tariffe perché erano ferme al 2012″. In merito alle 75mila raccomandate inviate ai morosi, ma anche a diversi cittadini in regola ma incappati negli errori del sistema informatico, si può risolvere tutto a distanza o si deve andare per forza nei super affollati uffici? Precisa la presidente dell’Amam: “Non è necessario venire allo sportello. L’utente può verificare se la propria posizione è regolare sul portale o può inviare una pec. Ribadisco che le diffide riguardano debiti sopra i 10 euro e, se e il cittadino ha già pagato, ciò deve essere confermato con la ricevuta di pagamento”.

Dall’acqua ai rifiuti

Un nostro lettore domanda: “Posso togliermi da un condominio dove non si pagava l’acqua e aprirmi un conto separato?”. Ecco la risposta: “No, non è possibile. Per venire incontro ai cittadini abbiamo prorogato il termine per regolarizzare le morosità e stiamo valutando un’eventuale nuova proroga”.

Per i rifiuti, invece, l’amministrazione comunale dovrà valutare a quanto ammonterà l’aumento della Tari e, nel caso in cui l’aumento non sarà scongiurato, come evitare che il costo sia troppo elevato. Ha più volte sottolineato a Tempostretto Mariagrazia Interdonato, presidente di Messinaservizi: “Oggi non è il servizio che costa tanto al cittadino ma la mancanza di impianti. Solo per il conferimento dell’indifferenziato il costo è di diciassette milioni. Ma non è colpa né nostra né dell’amministrazione comunale. Non essendoci più spazio dove conferire l’indifferenziato, la Sicilia deve portare i propri rifiuti fuori dalla regione. Se non avesse avuto l’enorme problema della capienza delle discariche, Messina avrebbe pagato circa cinque milioni di euro di conferimento d’indifferenziato. La differenza è notevole”.