Politica

De Luca al premier: «Caro Conte, venga a passare il Natale in baracca a Messina»

«Caro Conte ti aspetto nelle baracche di Messina. Considerato che non si potrà andare a sciare, credo che il “Natale in baracca” possa rappresentare una valida alternativa alla solita mondanità». E’ l’invito, ma soprattutto la provocazione, che il sindaco di Messina Cateno De Luca lancia al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una lunga lettera inviata al premier per attirare l’attenzione del governo sulle baracche di Messina, dopo la bocciatura in Parlamento degli emendamenti alla Legge di Stabilità che avrebbero destinato somme allo sbaraccamento messinese. De Luca punta dritto e chiede a Conte di destinare 250 milioni di euro per il risanamento sociale ed ambientale della città di Messina con norme speciali di semplificazione amministrativa.

«Caro Conte solo tu puoi cancellare questa secolare vergogna delle baracche messinesi proponendo nella legge di stabilità che state esaminando gli opportuni emendamenti. Spero che i deputati ed i senatori di tutto l’arco costituzionale riescano a farmi fissare dal presidente Conte un urgente appuntamento».

La lettera integrale a Conte

«Nel giugno 2018 ho assunto quale punto imprescindibile del mio mandato politico ed amministrativo l’impegno di affrontare definitivamente il problema socio-ambientale più grave in cui la città di Messina la vede dibattersi ancora: la presenza da oltre cento anni di una baraccopoli in pieno centro urbano estesa in 9 ambiti da risanare per oltre 230mila metri quadrati, le cui le unità abitative sono con i tetti in eternit che sprigionano letali fibre d’amianto, senza fognature, con bagni esterni spesso in comune, con topi che fuoriescono dai water e spazi angusti in cui i bambini sono costretti a vivere ed a giocare. 

8 mila messinesi in baracca

In queste condizioni di estremo degrado sono presenti 2.000 nuclei familiari, oltre 8 mila persone, 8 mila italiani che da oltre tre generazioni sopravvivono in baracche fatiscenti, prive di ogni requisito di salubrità e di sicurezza sismica tanto ai margini del perimetro urbano quanto in pieno centro urbano con sacche di intollerabile degrado. Dal terremoto del 1908 ad oggi si sono alternati 67 governi della Repubblica e in 112 anni il problema del risanamento non è mai stato risolto nonostante gli svariati interventi normativi finalizzati all’eliminazione delle strutture abitative incompatibili con il requisito dell’abitabilità e del rispetto minimo delle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza impiantistica. 

Oggi l’emergenza COVID19, ancor di più, ha creato in questi ambiti di risanamento una sorta di polveriera sociale poiché è impossibile rispettare le direttive discendenti dai D.P.C.M. non riuscendo, data la condizione strutturale ed igienico-sanitaria poter garantire né il distanziamento sociale né il rispetto delle misure igieniche.

L’autorità sanitaria locale ha accertato un alto rischio di contrarre malattie polmonari in questi non luoghi e se ci fosse un solo caso di coronavirus lì ci sarebbe un’ecatombe. 

Gli emendamenti bocciati alla Camera

Recentemente la decisione della Commissione Bilancio della Camera di dichiarare inammissibili gli emendamenti alla legge di Bilancio aventi per oggetto il risanamento delle zone baraccate di Messina mi obbliga a non tollerare più un solo giorno il persistere di questa situazione.

Ho mantenuto l’impegno, assunto in qualità di deputato del Parlamento Siciliano, ad istituire l’Agenzia per il Risanamento di Messina che ha innovato il ruolo precedentemente svolto dallo Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) trasferendo le competenze sotto la regia comunale. Immediatamente dopo l’istituzione dell’Agenzia (settembre 2018), questa Amministrazione ha attivato i tavoli di confronto regionali, affinché siano trasferite le relative risorse già previste dalla L.R. 10/91 oltre che le risorse previste dalla rimodulazione del POC di cui alla Delibera CIPE 52/2017, e formulato i relativi atti amministrativi volti ad affrontare nel breve termine un problema di massima priorità.

Ho provveduto ad emanare in data 06/08/2018 l’Ordinanza Sindacale n. 163 Ordinanza contingibile ed urgente per lo sgombero e la demolizione di tutte le strutture abitative che insistono negli ambiti di risanamento per motivi di igiene e sanità pubblica. Sono intervenuto tempestivamente riprogrammando i vari programmi di finanziamento di cui questa mia Amministrazione è beneficiaria, sottraendo queste risorse allo sviluppo infrastrutturale di questa città e alla programmazione di investimenti su opere pubbliche (così come hanno potuto fare le altre città metropolitane beneficiarie di questi fondi) perché ho ritenuto prioritario destinarli alla costituzione di un Fondo emergenziale per acquisto case per i soggetti in ambito risanament.

Nonostante l’accelerazione impressa alle operazioni e l’avvio delle azioni di accompagnamento alla casa per i nuclei familiari residenti negli ambiti di risanamento, tutti gli sforzi compiuti hanno condotto all’acquisto di soli 199 immobili in un anno e mezzo. Il tempo stimato per la fuoriuscita di 2 mila famiglie pertanto sarebbe di oltre 10 anni. Siamo all’evidenza dei fatti che non possiamo essere più lasciati soli: i tempi stimati e le risorse a disposizione di questa amministrazione non sono più conciliabili con l’emergenza dettata dalle condizioni igienico-sanitarie, di salubrità e sicurezza dei manufatti sotto i profili dell’anti sismicità e degli impianti. 

Ho approvato con delibera di Giunta n. 604 del 06.11.2020 un Programma multifondo per lo sgombero e la demolizione delle strutture abitative esistenti negli ambiti di risanamento, per azioni a sostegno dell’ accompagnamento all’abitare e per la rigenerazione urbana sostenibile negli ambiti di risanamento urbano con un iter procedurale amministrativo vincolato ad un rigoroso cronoprogramma prevedendo l’immediato sgombero e demolizione delle baracche accompagnando 2 mila nuclei familiari in un percorso integrato verso soluzioni abitative dignitose e salubri. La strategia su cui si fonda il Programma approvato da questa Amministrazione è quella di assegnare a ciascun nucleo familiare un capitale personale di Capacitazione, un contributo economico una tantum che garantisce la possibilità di scegliere ed acquistare una casa propria utilizzando il capitale di Capacitazione che coprirà fino al 95% del valore della casa scelta dal beneficiario fino ad un tetto massimo di € 80.000.000.

Perché servono 250 milioni

Il capitale personale rappresenta, quindi, in modo simbolico e fisico la concreta possibilità di riprendere in mano la propria vita con misure di politica di inclusione sociale attiva un percorso di riconquista dei propri diritti sociali sul piano individuale e collettivo. Attraverso i percorsi individualizzati, la persona non solo verrà accompagnata verso la soluzione abitativa più adeguata alle sue specifiche esigenze, ma verrà supportata nella sua globalità verso un contestuale inserimento: lavorativo, sociale, educativo e sanitario attraverso soluzioni di sostegno economico diversificate, anche con accompagnamento al microcredito nell’obiettivo di un definitivo affrancamento dei soggetti dallo stato di disagio socio-abitativo.

Effettuata un’analisi basata sugli attuali prezzi di mercato abbiamo verificato che la sostenibilità economica di questo programma necessita di una copertura totale di circa 250 milioni di €: 150 milioni di € per le operazioni di acquisto di 2.000 immobili e 100 milioni di € per le operazioni sbaraccamento, demolizione, rigenerazione urbana e opere di urbanizzazione degli ambiti di risanamento. L’arco temporale minimo previsto è di 24 mesi: il primo anno dedicato alle operazioni di sgombero e demolizione delle baracche con la contemporanea assegnazione di un alloggio definitivo ai nuclei familiari e i successivi 12 mesi per l’avvio degli interventi di rigenerazione urbana e opere di urbanizzazione negli ambiti di risanamento. 

La copertura finanziaria per questa azione straordinaria di risanamento è prevista nella proposta di legge della deputata messinese Matilde Siracusano relativa al superamento dell’emergenza dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina, presentata più di un anno fa e che al momento è all’esame della Commissione Ambiente. L’iter in commissione è stato più volte rallentato poiché il Ministro Provenzano aveva chiesto di non concludere l’esame per confutare tesi di legittimità costituzionale in ordine a presunti conflitti di competenza tra Governo e Regione, ampiamente superati con il contributo autorevole di costituzionalisti auditi in commissione.

Pertanto, anche in virtù delle positive manifestazioni di volontà degli esponenti di maggioranza e di opposizione, ho confidato nella presentazione di un emendamento in legge di bilancio che riprendesse i contenuti della proposta di legge Siracusano per accelerarne la sua approvazione (appariva unanime in Parlamento la volontà di risolvere il problema).

Ma a fronte alla recente dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti adesso io le chiedo se non ritenga inaccettabile la pronuncia di inammissibilità per emendamenti che secondo la commissione recherebbero norme di carattere localistico o micro-settoriale, mentre invece riguardano una emergenza socio-sanitaria che investe oltre 8 mila italiani (di cui 5 mila minori) che nel 2020 vivono in capanne con tetti in eternit e fogne a cielo aperto. Quali siano le reali intenzioni del ministro Provenzano su questa vicenda, atteso che finora ha di fatto ritardato la conclusione dell’esame in commissione e conseguentemente l’approvazione in aula e non ha concordato con i firmatari degli emendamenti (almeno con quelli dei gruppi di maggioranza) e con il presidente della commissione un testo che potesse essere giudicato ammissibile. Se non ritenga necessario intervenire personalmente chiedendo al rappresentante del Governo in commissione bilancio di presentare un emendamento utile a risolvere finalmente questo enorme e drammatico problema. 

Emergenza nazionale

Le rivolgo infine un invito e poi un appello: trascorra a Messina il giorno di Natale per vedere da vicino e da dentro queste pseudo case e poi decida se proclamare quello stato d’emergenza nazionale da me richiesto nel 2018 ma negato dalla Protezione civile perché non connesso a un evento calamitoso. Non considerare un’emergenza nazionale che 8mila persone nel 2020 abitino ancora nelle baracche e passeranno anche questo Natale tra fogne a cielo aperto e sotto tetti in eternit è vergognoso.

Le chiedo con forza di affrontare in prima persona la questione del risanamento con risposte concrete e celeri indicazioni per uscire definitivamente dalla stagione degli annunci e offrire a questa città Messina una meritata e definitiva legge sul risanamento. Chiedo altresì di essere ricevuto da Lei con urgenza in caso contrario, nella mia qualità di Primo cittadino, non sarò più in grado di contenere una rivolta sociale che mi vedrà schierato a fianco dei miei concittadini ostaggio di uno stato ipocrita le cui pessime gestioni amministrative del passato non possono giustificare gli sterili annunci aggravati da vergognosi cavilli burocratici del presente.