Politica

Il 25 aprile: ora e sempre Resistenza e Liberazione

di Marco Olivieri

25 aprile 1945-25 aprile 2024. Buona Liberazione, care lettrici e cari lettori di Tempostretto. Buon 25 aprile, ricordando che questo evento fondativo, con l’Italia finalmente liberata dal nazifascismo, ha creato le premesse perché nascesse la nostra meravigliosa Carta costituzionale, entrata in vigore il primo gennaio 1948. In questa “casa” di libertà, nonostante i mille passi falsi della storia repubblicana, c’è spazio per tutti coloro che accettano i valori democratici. E non è più tollerabile, nel 2024, sentire esponenti della maggioranza di centrodestra fare distinguo o non avere chiaro di aver giurato sui valori fondanti della nostra Costituzione.

Ora e sempre Liberazione, dunque. Ora e sempre Resistenza ma non per celebrare, con riti stanchi e soporiferi, la guerra partigiana e la fine dell’oppressione fascista e nazista. No, ora e sempre Resistenza, da Messina a Bolzano, per dare concretezza e visione politica e culturale a valori sempre attuali e che meritano un salto di qualità nel tempo. Tassello per tassello.

Silvestri: “La modernità della nostra Costituzione”

Intervistato da Tempostretto, così si è espresso Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte costituzionale: “La nostra Costituzione, ancora oggi, mantiene una grande modernità ma va attuata. In gran parte, non è attuata. Ci sono dei principi costituzionali che aspettano d’essere attuati. Per esempio il diritto al lavoro. Tutti i diritti sociali stanno andando indietro, invece d’andare avanti. Questa vituperata Costituzione ha consentito all’Italia, un Paese uscito dalla guerra coperto di macerie materiali e morali, di diventare una delle maggiori potenze economiche del mondo. Con questa Costituzione, l’Italia si è ricostruita, si è sviluppata ed è riuscita a conquistare posizioni importanti. Poi è cominciata la crisi. Di certo, la Costituzione non ha ostacolato il miracolo economico e i progressi sociali, con tutti i difetti, per carità. Nulla è perfetto. Ma la nostra Costituzione ha un largo margine d’elasticità, consentendo di gestire le situazioni meglio di un sistema rigido che, come tutte le cose rigide, è più facile a rompersi”.

L’articolo 3, la questione meridionale e la strada della democrazia

Pensiamo pure all’articolo 3 della nostra Carta: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Questo è un momento storico in cui diventa importante, ancora una volta, ribadire alcuni valori sacri: pace, libertà, giustizia sociale. Più Europa e più Stato in un’Italia dove è ancora scandalosamente attuale la questione meridionale. Mentre meditiamo su principi e idee da mettere in pratica ogni giorno, buona Festa della Liberazione.

Anche a Messina c’è un bel programma per ricordare il nostro evento chiave. Dal 25 aprile di quel lontano, ma poi non così tanto, 1945 è partito tutto. Con le tante ombre ma anche le luci di una storia che merita di essere conosciuta se vogliamo tendere verso il meglio. Una storia che va celebrata con semplicità e consapevolezza che la strada della democrazia non deve mai arrestarsi. Pure nella notte più buia i valori di libertà, di democrazia, nel segno dei diritti universali e dell’eguaglianza, ci indicano la strada. Che c’è anche quando non riusciamo a vederla. Auguri.