Politica

Lega: “Sì all’assessorato. Rilanceremo i beni culturali. Contro noi campagna di fango”

La bufera sull’ipotesi che alla Lega vada l’assessorato ai Beni culturali ed all’Identità siciliana continua a tenere banco. Ed ad intervenire adesso sono proprio i deputati regionali del gruppo Lega. Tra le righe si capisce come non vi sia nessuna intenzione di optare per un cambio di deleghe, ma probabilmente di puntare su un nome che ponga fine alle polemiche.

Campagna di fango

Le critiche fanno parte ormai di questi pregiudizi inutili alla democrazia perché appunto costruiti su stereotipi e non su argomenti- si legge in un comunicato- La Lega in Sicilia è costituita da siciliani prima di tutto, uomini e donne che non vorrebbero mai il male della propria terra. Riteniamo quindi la campagna di fango orchestrata dai soliti fomentatori d’odio grillo-comunisti, fine a sè stessa. Non ci spaventano le critiche ma, semmai, garantire la continuità in un assessorato, quello dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, guidato fino a un anno fa dal grande Sebastiano Tusa, uomo di scienza e di grande spessore. Abbiamo una rotta tracciata e intenderemo seguirla nel rispetto di quanto fatto”.

Il caso Franco Battiato

I deputati ricordano come non sempre importanti personalità scelte per ricoprire questo ruolo abbiano portato grandi risultati, e citano il caso dell’ex assessore regionale Franco Battiato durante l’era Crocetta. L’artista è rimasto in carica pochi mesi ed è finito nella bufera per la battuta sulla politica e la prostituzione: “quante troie siedono in Parlamento a Bruxelles”.

L’assessore sarà “affiancato”

Le intenzioni della Lega sono quelle di affiancare al futuro assessore studiosi e scienziati in grado di apportare al peso politico della gestione amministrativa il giusto valore tecnico-culturale. “Siamo stati chiamati per un compito preciso, rilanciare i beni culturali siciliani e intendiamo fare bene il nostro lavoro come in altre regioni d’Italia amministrate dalla Lega. Anche lì piovevano critiche, oggi però i dati danno ragione ai governatori leghisti. Se gli insulti servono a qualcosa, serviranno sicuramente a sentirci ancora più motivati a far meglio.”