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L’Avvocatura dello Stato: “La carica di Croce è incompatibile con il ruolo di consigliere”

MESSINA – La carica di Maurizio Croce è “incompatibile con il ruolo di consigliere comunale”. Per l’Avvocatura dello Stato di Palermo, l’ex candidato sindaco del centrodestra è incompatibile, in base alle norme per la prevenzione della corruzione, dato il suo ruolo apicale. E, di conseguenza, è nei fatti ineleggibile secondo il testo unico degli enti locali. Insomma, per l’avvocato dello Stato Marcello Pollara, e il parere è di maggio, Croce non può stare a Palazzo Zanca.

Già attaccato per le sue assenze, è ineleggibile perché ricopre il ruolo di “soggetto attuatore” per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana. Si tratta di una “incompatibilità degli incarichi dirigenziali, quale quello rivestito dal soggetto attuatore, con la carica di consigliere di un Comune con popolazione superiore a 15mila abitanti”, scrive l’Avvocatura dello Stato. Si prevede questa incompatibilità “qualora questo incarico sia svolto nella pubblica amministrazione, negli enti pubblici, negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale”. I pareri sono due perché l’Avvocatura ne produce un secondo integrativo, in seguito al quesito della Regione sulla natura giuridica del soggetto attuatore, e ribadisce l’incompatibilità.

Il parere dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, favorevole a Croce, non trova corrispondenza invece nell’organismo regionale. In ogni caso, l’incarico si colloca ai vertici dell’amministrazione statale ed è speciale e straordinario, superiore alla figura di direttore generale del ministero, per la quale è prevista proprio l’ineleggibilità, come abbiamo rilevato di recente. Il suo è un potere d’amministrazione speciale che va in deroga pure alle norme in materia d’appalto, come accade con la Protezione civile.

Croce: “L’Avvocatura sostiene che il mio sia un incarico regionale e il parere dell’Anac supera il precedente”

Precisa però il diretto interessato: “Attenzione, l’Avvocatura dello Stato mi attribuisce un ruolo regionale, mentre l’Anac parla di incarico nazionale. Ricostruiamo la vicenda: io avevo chiesto un parere al mio legale e la Regione siciliana ne ha chiesto uno all’Avvocatura: in discussione l’interpretazione del decreto legge 39 su inconferibilità e incompatibilità. Però, dopo questi due pareri, opposti, c’è stato quello dell’Autorità nazionale anticorruzione, organo di vigilanza, che si è pronunciata contro la mia incompatibilità. Quindi, il parere dell’Avvocatura dello Stato regionale è stato superato da quello dell’Anac” (in un altro nostro articolo si possono leggere le dichiarazioni complete del consigliere, n.d.r.)”.

Tuttavia, nel secondo parere richiesto dalla Regione, l’avvocato dello Stato Pollara ribadisce “l’indubbia natura statale dell’Ufficio”, senza che questo infici l’incompatibilità, e il “livello regionale” riguarda il controllo pubblico.

La richiesta d’accesso agli atti da parte del segretario regionale del Pd Barbagallo

L’Avvocatura dello Stato di Palermo era stata dunque sollecitata a esprimersi dalla Regione, come ha precisato Croce, ma la risposta non è mai approdata in Consiglio comunale. E poi è stato ufficializzato il parere dell’Anac. Intanto, il Consiglio, di recente, ha rinviato la decisione sul tema in attesa di conoscere proprio il documento dell’Avvocatura. Ad accelerare i tempi è stato il segretario regionale del Partito democratico e deputato Anthony Barbagallo. Il parlamentare ha acquisito questo parere, richiesto pure con urgenza dall’ufficio della presidenza del Consiglio comunale perché pregiudiziale per deliberare.

Nella richiesta d’accesso agli atti, Barbagallo evidenzia che, “nella qualità di segretario regionale del Partito democratico siciliano”, ha “uno specifico interesse, concreto e attuale”. E che, “in caso di decadenza del dottor Croce, il seggio a questo assegnato come miglior perdente (era arrivato secondo nella competizione come candidato sindaco, n.d.r.) viene restituito, nel rispetto del principio di rappresentanza, alla coalizione e alla lista secondo il quoziente elettorale”. Di conseguenza, in base a quest’interpretazione, il seggio andrebbe al consigliere del Pd Alessandro Russo, primo dei non eletti nella lista De Domenico sindaco.

“Al fine di ponderare le successive scelte di voto che dovranno compiere i componenti del gruppo consiliare del Pd, al Comune di Messina, sull’ipotesi di decadenza contestata, è interesse del sottoscritto avere copia del parere legale”, scrive il parlamentare.

Ora inizia una nuova partita.

Ineleggibilità e incompatibilità: facciamo chiarezza

L’incompatibilità riguarda la normativa per la prevenzione della corruzione, valutata dall’Avvocatura dello Stato. Ciò significa che bisogna fare una scelta tra i due ruoli. Altrimenti, si decade. L’ineleggibilità è quella prevista dal testo unico sugli enti locali e deriva dal fatto che i dirigenti apicali dello Stato non possono fare i consiglieri comunali e svolgere altre funzioni di questo tipo. Quando Croce si candidò come sindaco, si era dimesso dall’incarico. Poi è stato rinominato, ed era già consigliere, e secondo un’interpretazione giuridica scatterebbe l’ineleggibilità successiva.

L’avvocatura si è occupata dell’incompatibilità ma la scelta si riverbera sull’ineleggibilità. Tema su cui il Consiglio deve deliberare.

In basso un’intervista del luglio scorso dopo il parere dell’Anac.