Politica

Messina. Musolino: “L’ordinanza sulla movida a sostegno dei diritti di tutti”

MESSINA – “A Messina tutti hanno più diritto degli altri come mentalità. Noi abbiamo il dovere di fare rispettare le regole, tutelando ogni cittadino. L’ordinanza si limita a richiamare quelle che sono le disposizioni di legge, oggetto di una sorta di ripasso nel tavolo con le associazioni di categoria e il sindacato. Il nostro è un richiamo al rispetto di queste regole e a operare un distinguo equilibrato tra locali”. Dopo le polemiche sull’imminente ordinanza sulla movida a Messina, e il rinvio al 10 agosto per l’entrata in vigore, l’assessora competente Dafne Musolino ribadisce la propria posizione e si dice pronta a chiarire ogni aspetto in sede di Commissione, il prossimo 9 agosto. Ma anche a tenere la barra dritta su un provvedimento in cui crede.

Tiene a precisare l’assessora, con la pazienza di chi deve confermare ciò che dovrebbe essere ovvio: “Le regole già esistono e i locali si distinguono in due grandi categorie. La prima è fatta di quelli che lavorano senza licenza di pubblico spettacolo, facendo una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività, n.d.r.), e possono svolgere un’attivItà musicale occasionale d’accompagnamento. Non si tratta dell’attività principale e deve riguardare fino a 200 persone, senza biglietto d’ingresso e senza maggiorazione. Questo riguarda la gran parte dei lidi”.

Musolino: “Le regole esistono ma il confine è labile e i locali a norma subiscono la concorrenza sleale di chi viola la legge”

E la seconda categoria? “Sono i locali in possesso della licenza di pubblico spettacolo e sottoposti ai controlli della commissione di vigilanza, in base al Tulps, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Solo questi – mette in chiaro Musolino – possono fare intrattenimento pubblico danzante. Gli altri, quella della prima categoria, possono fare solo intrattenimento musicale senza ballo”.

Ribadisce l’assessora: “Le regole esistono ma il confine è labile. Così ci sono locali che organizzano serate in modo abituale per tutta la settimana, con attività musicale non d’accompagnamento, e non lo potrebbero fare. E ci sono locali, invece, dotati dei requisiti per proporre il ballo, che si lamentano di averli adeguati alla normativa, di essersi messi in regola, di pagare la Siae, di aver sostenuto molte spese e di subire una concorrenza sleale da parte delle attività che non hanno licenza di pubblico spettacolo”.

Per l’avvocata Musolino, il punto è questo: “L’amministrazione ha il dovere di tutelare il diritto dei cittadini al riposo, alla quiete e alla convivenza pacifica. In base all’ordinanza, i locali senza licenza di pubblico spettacolo potranno organizzare intrattenimento musicale non danzante, solo di sottofondo, fino all’una di notte. Quelli dotati della licenza di pubblico spettacolo potranno organizzare serate con il ballo fino alle tre di notte. Così eviteremo che i locali rimangano aperti tutti insieme fino allo stesso orario, facendosi concorrenza e soprattutto non dando tregua ai residenti della riviera”. Come già evidenziato, risultano cinque i locali dotati della licenza da discoteca nella zona della riviera.

“Insonorizzazione acustica, operiamo in deroga al limite delle 23.30”

Come già annunciato a Tempostretto, il prossimo anno, con un regolamento proposto dalla Giunta e che dovrà approvare il Consiglio comunale, i locali dovranno dotarsi di strumenti per limitare le emissioni sonore. Tuttavia, esiste già un regolamento che impone limiti alle emissione sonore, spesso eccessive.

Aggiunge l’assessora: “Qui esiste il problema perché i locali promuovono musica all’aperto. Cosa che non avviene nel resto d’Italia. In ogni caso, Messina ha un regolamento sull’insonorizzazione acustica che prevede il limite delle 23.30. Noi stiamo già operando in deroga a questo limite. Nell’operare in deroga dobbiamo garantire i controlli, con l’Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale, per quanto riguarda l’emissione sonora. E non possiamo andare a scapito della cittadinanza. CI rendiamo conto che è estate e che ci siano esigenze economiche e di divertimento. Ma la deroga non può essere incontrollata”.