Ordinanza sulla movida, l'associazione Centro Storico: "A Messina torni il rispetto delle regole"

Ordinanza sulla movida, l’associazione Centro Storico: “A Messina torni il rispetto delle regole”

Marco Olivieri

Ordinanza sulla movida, l’associazione Centro Storico: “A Messina torni il rispetto delle regole”

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lunedì 01 Agosto 2022 - 13:41

Per il presidente Greco, "è un buon traguardo aver verificato che solo cinque attività siano in regola come discoteche"

MESSINA – “Sì al divertimento nel rispetto delle regole”. La movida a Messina, nelle zone della riviera nord e in quelle centrali, rappresenta un problema per molti cittadini, come dimostrano le segnalazioni a Tempostretto. In attesa di conoscere tutti i contenuti dell’imminente ordinanza firmata dal sindaco e dall’assessora competente Dafne Musolino, il presidente dell’associazione Centro Storico di Messina, Anthony Greco, tiene a sottolineare: “Ben venga un provvedimento che preveda regole più severe ma le norme esistono e vanno rispettate. Basta discoteche improprie, in violazione della legge, e residenti che non vivono più a causa della movida. Basta anche inquinamento acustico. Orari e quiete pubblica vanno tutelati sulla base di quanto dispone la legge”.

Tanti i disagi dei cittadini segnalati in questo periodo a Tempostretto. “Rappresenta un buon traguardo, raggiunto dall’amministrazione comunale e dal capo della polizia municipale, aver individuato – precisa l’esponente dell’associazione – che solo cinque locali possano fare attività di ballo. Si tratta di una significativa inversione di tendenza”.

Lungomare, sono 5 i locali dotati della licenza da discoteca

Greco ha partecipato a un tavolo tematico promosso dall’assessora Musolino lo scorso 5 luglio e, subito dopo, sono proseguiti i confronti fra Comune, attività balneari, Confcommercio, Confesercenti, Atm e polizia Municipale. Da quanto emerge da alcune verifiche sono solo cinque i locali, sul lungomare, in possesso della licenza del questore per poter svolgere attività da discoteca. In base all’ordinanza, che sarà pubblicata domani, se confermato, potranno far ballare i loro clienti dalle 21 (non più di pomeriggio) alle tre di notte.

Mette in risalto il presidente dell’associazione: ““Da anni diciamo che l’intrattenimento musicale, gli spettacoli dal vivo e l’organizzazione di serate danzanti devono essere organizzati solo da chi abbia una specifica licenza. Si tratta di un’attività continuativa e prevalente. Esiste poi una seconda categoria di esercizio commerciale – spiega Greco – che fa piccolo intrattenimento musicale e piano bar. In questo caso, se si decide di allietare i clienti nei locali con musica di sottofondo, entro le ore 24 l’ascolto deve terminare, salvo limitazioni”.

“Tante le limitazioni per chi non ha la licenza del questore sull’attività di ballo”

Prosegue il presidente dell’associazione: “Nel caso di questa seconda categoria, per eventi fino a un massimo di 200 partecipanti e considerati spettacoli dal vivo di portata minore, la licenza è sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Non si può aumentare il prezzo della consumazione, non ci devono essere spazi per ballare e per fare spettacolo, l’attività musicale deve essere accessoria e senza pubblicità. In quanti rispettano la normativa?”.

In base all’ordinanza, sempre se è confermata, questa seconda categoria di locali potrà chiudere all’una di notte. Su questa scelta esprime perplessità il presidente dell’associazione Centro Storico: “Non capisco perché si debba intervenire in deroga a quanto stabito dalla normativa nazionale, con il decreto Monti convertito in legge, che fissa alla mezzanotte l’orario di chiusura per questi locali” (Su questo argomento, sia Tempostretto sia Greco hanno posto l’interrogativo a un amministrativista e aggiorneremo i lettori e le lettrici sulla risposta, n.d.r.).

“Esiste un diritto al riposo e nessuno lo può violare”

Indipendentemente dall’ordinanza, c’è un punto su cui Greco insiste: “Sia che si possa fare discoteca, sia che si possa proporre solo musica d’accompagnamento, è bene essere chiari: il disturbo della quiete pubblica è un reato di pericolo concreto. Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, disturbi le occupazioni o il riposo delle persone, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro. Si parla di schiamazzi che superino la normale tollerabilità. Esiste un diritto al riposo e nessuno lo può violare”.

“In più – specifica il presidente dell’associazione – l’Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale, sta rilevando parecchie irregolarità nell’emissione sonora. I locali si dotino di strutture adeguate per limitare l’inquinamento acustico”.

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3 commenti

  1. Siamo alle solite, a Messina si può fare tutto anche ignorare la legge nazionale, pur di agevolare qualche amico del politico di turno a favore di quei poveracci gestori che non guadagnano, però ogni anno sono sempre gli stessi a gestire!!!!!!

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  2. Musica di sottofondo? Ma siete passati ultimamente da piazza Duomo? Quella sarebbe musica di sottofondo?

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  3. …LA QUESTIONE DIVENTA INTERESSANTE…LEGGERE CHE A MESSINA OCCORRE RISPETTARE LE REGOLE, CI GONFIA DI ORGOGLIO…

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