LA LETTERA

“Noi medici sacrificati sull’altare di un’oscena aziendalizzazione”

Di seguito la lettera di un chirurgo in risposta alla lettrice che ha raccontato a Tempostretto un caso da lei definito di malaumanità.

Gentilissimi redattori e gentilissima Cettina, la ringrazio di cuore per le parole che ha scritto e la redazione per averle pubblicate. Mi unisco al dolore della sua famiglia ed alla amarezza per quanto accaduto.

Lo specchio dell’umanità

Purtroppo il mondo della Sanità è fatto da persone più o meno empatiche, più o meno preparate, più o meno educate, in sostanza è lo specchio dell’umanità generale e questo è gravissimo.

Bisogna però venire a fondo alla questione, gli operatori sanitari stanno vivendo un lunghissimo periodo di grave disagio ed a farne le spese sono i pazienti ed i loro familiari, e questo è ingiustificabile.

I mali della burocrazia

Con ordine: la burocrazia ci assorbe gran parte del tempo che dovrebbe essere dedicato all’assistenza, la mancanza di personale ci costringe a turni massacranti ed a svolgere mansioni aggiuntive che continuano a rosicchiare tempo da dedicare ai nostri assistiti, praticamente inesistente è il supporto psicologico per gli operatori (ed anche per i pazienti ed i familiari), non dimenticate che il vostro dolore, moltiplicato per tutti i pazienti che ogni giorno assistiamo, è tutto dentro di noi 24 ore al giorno, ed a tutto questo si aggiunga il tempo che viene privato coattamente e senza alcun diritto ai nostri affetti. Non meritano anche loro la nostra assistenza?

Lasciamo perdere l’aspetto economico.

Sacrificati sull’altare dell’azienda

Son certo che chi abbia atteggiamenti superbi, superficiali vada punito; ma vi prego state anche voi pazienti e familiari, vicino ai vostri medici. Anche noi abbiamo bisogno del vostro sostegno e sa perché, cara Cettina, perché come categoria (medici, infermieri, ed oss), la nostra professionalità, il nostro impegno, il nostro amore, il vostro bisogno di cure fisiche e psicologiche, il bisogno di un sorriso, di un abbraccio, della cura migliore possibile SONO STATI SACRIFICATI SULL’ALTARE DI UNA OSCENITÀ CHE SI CHIAMA AZIENDALIZZAZIONE.

Nessuno di noi operatori sanitari dimentica che o prima o dopo saremo dall’altro lato. Lottate al nostro fianco, vi prego! La vostra amarezza è la nostra frustrazione

Eugenio De Leo, Chirurgo