Tirreno

Raffineria di Milazzo. In assemblea unitaria tutte le sigle sindacali di categoria

Si sono riuniti presso la sede Uil di Messina, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, insieme alle federazioni di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil e Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.

Al centro del dibattito, ancora una volta, il Piano Regionale della Qualità dell’Aria e la situazione della Raffineria di Milazzo. Sull’argomento, nelle scorse settimane si sono formai fronti opposti fra ambientalisti a difesa del Piano e sindacati contrari ai limiti imposti, ritenuti troppo rigidi.

Verso la mobilitazione generale

«Abbiamo deciso di avviare una mobilitazione dei lavoratori – sottolineano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Messina, Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi – avviando un percorso con il quale si prenda una presa di posizione forte. La Sicilia registra una grande anomalia che non si può permettere, il piano della qualità dell’aria prevede una soglia di emissioni più alta rispetto alle altre regioni. Questo significa che scapperà la Raffineria, ma anche tante altre industrie siciliane non potranno rientrare in quei limiti e quindi abbandoneranno il territorio».

Per i sindacati si tratterebbe di un’emergenza occupazionale: «I posti diretti –si legge in una nota- viaggiano intorno ai 2000 addetti, ma poi c’è tutta un’economia che ruota attorno con l’indotto e parliamo di circa 4-5 mila addetti».

Cgil, Cisl e Uil hanno poi aggiunto chiedendo il ritiro del Piano Regionale della Qualità dell’Aria: «La Regione ha una responsabilità diretta, quei parametri sono irraggiungibili. Chiediamo che venga subito ritirato il piano della qualità dell’aria, rivedendolo per garantire industria e salute. Ambiente e lavoro devono camminare insieme. Occorre però che anche l’azienda abbia una visione diversa, costruendo un progetto in cui mettere al centro la responsabilità sociale e la qualità del lavoro con adeguati e massicci investimenti per l’ambientalizzazione, la sicurezza e la modernizzazione degli impianti».

I sindacati hanno concluso, aprendo l’ipotesi a “una mobilitazione forte di tutti i lavoratori diretti e dell’indotto della Raffineria di Milazzo” in assenza di un incontro con il presidente della regione Sicilia, che è già stato richiesto.