Politica

Referendum 13 dicembre: “Il nuovo Comune Montemare sarà competitivo?”

E’ ben noto a tutti i cittadini, e non soltanto agli addetti ai lavori, che da diversi anni ormai sono sempre minori i trasferimenti di risorse finanziare dallo stato agli enti locali, tant’è che molti comuni italiani, per razionalizzare e contenere la spesa per gli indispensabili servizi pubblici che devono garantire ai propri cittadini, hanno già avviato i procedimenti di fusione. Prova ne sia di tale irrinunciabile tendenza il dato Istat: nel 2009 l’Italia era composta da 8.101 enti locali, nel corrente 2020 si sono ridotti a 7.903. Si legga la pagina web https://it.wikipedia.org/wiki/Fusione_di_comuni_italiani#Comuni_di_prossima_istituzioneove risalta addirittura la proposta di fusione tra Firenze e quelli immediatamente confinanti per creare un unico comune di ben 655.981 abitanti.

Le fusioni in Sicilia

Senza andar lontano dalla nostra Sicilia, leggo due proposte di fusione, ovvero tra tra Giarre e Riposto (42.093 abitanti) e tra Furci Siculo, Sant’Alessio Siculo e Santa Teresa di Riva (14.332 abitanti). Personalmente lo scrivente premette di non aver alcun tipo di interesse nella vicenda, in quanto nel territorio oggetto dell’eventuale separazione non vive né si reca in villeggiatura, né è proprietario di beni, e pertanto ritiene di esprimere liberamente il proprio pensiero; ad oggi non ho deciso se recarmi a votare.Pur comprendendo le reiterate ed assolutamente veritiere ragioni dei cittadini interessati, ma appare logica e soprattutto sostenibile finanziariamente la creazione di un nuovo ente locale, in totale controtendenza con l’andamento nazionale?

Poche risorse, ampio territorio

Nell’ipotesi in cui il referendum dovesse avere un esito positivo, avremmo quindi il nuovo comune di Montemare che occuperebbe un ampia porzione dell’attuale territorio comunale con pochi cittadini; in sintesi risorse finanziarie ridotte a fronte di un territorio considerevole e, soprattutto, complesso da gestire per la sua conformazione orografica e la distribuzione demografica.

I costi

Si pensi in primis alla necessità di dover creare una nuova struttura politica, quindi sindaco, giunta e consiglio comunale, che comunque, unitamente al palazzo comunale, avranno un costo sulle casse del nuovo ente locale; non riesco ad immaginare la sostenibilità del servizio dei trasporti pubblici, così come quello di altri irrinunciabili servizi.

Chi presenta i progetti?

In ultimo, da ingegnere libero professionista, non posso non pensare alla notoria difficoltà del nostro paese a sfruttare al meglio le risorse che la comunità europea ci offre; finanziamenti che ovviamente non attengono al solo mondo delle infrastrutture, ma che attengono ai più svariati settori (nel periodo 2021-2027 gli investimenti dell’Ue saranno infatti orientati su cinque obiettivi principali). Gli enti locali di piccole dimensione non hanno e non potranno mai avere, per il ridotto numero di personale imposto dalla normativa vigente per ovvie ragioni di costi, uffici comunali con strutture tecnico – amministrative adeguate, e/o consulenti esterni, per poter essere nelle condizioni di partecipare con continuità ai bandi emanati.

Temo il naufragio

Prova ne sia che il nostro stesso comune, che comunque dispone di uffici suddivisi in dipartimenti, con specifiche competenze, ha mostrato per anni limiti evidenti in tal senso; soltanto negli ultimi, grazie alla presenza in giunta di un assessore competente, la dott.ssa Previti (personalmente non la conosco, ma è ben noto, anche sul suo curriculum, che sia professionalmente adeguata al ruolo) finalmente stiamo ottenendo risultati adeguati per il nostro fabbisogno. In conclusione, temo fortemente che il desiderio politico dei promotori e di tanti cittadini del comprensorio coinvolto che credono in questo progetto vada immediatamente a naufragare che per le ragioni sopra espresse.

Ing. Roberto D’Andrea