Politica

Reggio. Forza Italia lascia il Consiglio comunale, in polemica col ritorno in Aula di Castorina

REGGIO CALABRIA– Presenti quasi tutti i consiglieri, 29 su 32 membri d’Assemblea, a Palazzo San Giorgio il Consiglio comunale odierno – in seconda convocazione –si apre con la presa d’atto da parte del presidente Enzo Marra del venir meno dell’efficacia della misura cautelare del divieto di dimora sul territorio comunale di Reggio Calabria nei confronti di Nino Castorina.
L’ex capogruppo del Partito democratico torna dunque in Aula (e simultaneamente ne esce Ersilia Andidero, temporaneamente in surroga).

“Caso Castorina”, vani i richiami del presidente Marra

Preliminari “ovviamente” significativi: nei giorni scorsi, aveva tenuto banco la ritenuta inopportunità del ritorno in Assemblea dello stesso Castorina, a tutt’oggi indagato nel procedimento a proposito dei presunti brogli del settembre 2020.
Marra cerca di parare il colpo – anzi, d’anticiparlo – facendo presente che «parlare della sfera personale di un singolo consigliere comunale non è previsto dal nostro Regolamento». Ma ricorda un po’ lo scoglio di Lucio Battisti che cerca di “arginare il mare”… Politicamente la vicenda è troppo grossa per potersi sgonfiare in via autonoma.

…E Forza Italia polemicamente lascia in blocco l’Assemblea…

Preliminari: primo a intervenire è il capogruppo di Forza Italia Federico Milia. Evidenzia il giovane e votatissimo consigliere che è stata sottoscritta una missiva insieme al collega di partito Roberto Vizzari, annunciando che l’intero gruppo sta abbandonando l’Aula.
Benché richiamato in questo senso, Milia non dà atto delle motivazioni: ma vista la contrapposizione aspra che già nei giorni scorsi aveva visto su due sponde inconciliabili i consiglieri azzurri e – appunto – Nino Castorina è parso chiarissimo il motivo (e a questo punto, alla luce della richiesta del presidente Enzo Marra, anche la ragione della mancata pubblica lettura del documento da parte del gruppo di Fi).

«Una cosa è il garantismo, altra il rispetto etico verso la città»

A ogni buon conto, questo il testo della nota che i quattro esponenti di Forza Italia hanno lasciato agli atti del Consiglio odierno, d’evidentissima rilevanza nel dibattito politico. E anche sui confini sempre più labili tra Politica e Giustizia, tra cosa sia ‘garantismo’ e cosa no, e così via.

Solo il ‘titolo’ della missiva chiarisce che Fi «abbandona la seduta del Consiglio comunale a seguito del rientro in Aula di Castorina»: il testo della nota non lo nomina mai, pur occupandosi esclusivamente di lui.
«Noi siamo e restiamo garantisti, sempre, non a convenienza, come il Pd. Gli stessi che oggi lo accolgono a braccia aperte in stile comitato d’accoglienza, all’indomani dello scoppio dell’inchiesta furono i primi ad isolarlo dal contesto politico ed istituzionale chiedendone la sospensione e finanche l’espulsione – scrivono il capogruppo Federico Milia e i consiglieri Antonino Caridi, Tonino Maiolino e Roberto Vizzari -. Ma una cosa è il garantismo, un’altra è il rispetto etico e morale verso un’intera Città …che attende ancora giustizia e verità.

Il capogruppo Federico Milia annuncia la scelta di Fi

Pertanto, profondamente inquieti per la non ancora chiarita vicenda dei brogli elettorali, sulla quale si basa la tenuta democratica del Consiglio comunale stesso, riteniamo inconcepibile – così i consiglieri comunali azzurri – che si continui nella totale indifferenza su quanto accaduto, con il tarlo dell’illegittimità dell’Aula che ci circonda, dove sediamo a nome e per conto del popolo reggino».

Castorina? «Doveva evitare questo sgarbo ai reggini»

Così, prosegue il ragionamento nel documento del gruppo consiliare di Forza Italia, «è proprio in segno di vero e sincero rispetto nei confronti dei reggini, tanto quelli vivi quanto quelli defunti, che riteniamo doveroso oggi abbandonare l’Aula e i lavori di questa seduta in occasione del rientro sugli scranni di Palazzo San Giorgio di colui che le carte dell’inchiesta definiscono il presunto deus ex machina di un sistema criminoso perverso.

Ad avviso nostro e della maggior parte dei cittadini di Reggio Calabria, avrebbe dovuto riconoscere da sé che ripresentarsi qui prima di aver chiarito la sua posizione è uno sgarbo che i reggini non meritavano.

Non si tratta di un’indagine qualunque di un reato qualunque; si tratta un’inchiesta grave, che macchia l’Istituzione e la Città tutta. Dunque, sarebbe stato opportuno non rientrare. Ed è per questo che, contrariamente a quanto fatto dalla Maggioranza, non faremo parte del triste e poco dignitoso “comitato d’accoglienza”. E per oggi lasciamo l’Aula in segno di protesta. Reggio merita più rispetto».