Cultura e spettacoli

Ricordando Proietti, 3 film da rivedere

Gigi Proietti è morto ieri, a Roma, nel giorno del suo ottantesimo compleanno. L’attore era ricoverato da due settimane presso la clinica Villa Margherita per problemi cardiaci.

Amante della musica fin da bambino, Proietti iniziò ad esibirsi giovanissimo e, iscrittosi Centro Teatro Ateneo, studiò con Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia.

Artista versatile e amatissimo dal pubblico, in oltre cinquant’anni di carriera ha spaziato tra teatro, televisione e cinema, riscuotendo successo non solo come attore ma anche come regista e doppiatore.

All’interno di un percorso artistico impossibile da ripercorrere interamente attraverso un articolo, suggeriamo la riscoperta di tre film che continueranno ad emozionare a lungo gli spettatori.

Meo Patacca

Primo ruolo da protagonista, nel 1972, per Gigi Proietti che, diretto da Marcello Ciorciolini, interpreta un soldato di ventura a servizio del Papa nella Roma del 1600.

L’imminente invasione dei turchi si sovrappone ai tentativi di Meo di conquistare la sora Nuccia. Il protagonista deve organizzare le truppe per la difesa, ma tra la sua sbadataggine e la sua spacconeria (rese magnificamente da Proietti), e la dabbenaggine dei soldati, non tutto andrà per il verso giusto.

Febbre da cavallo

Vero cult della commedia all’italiana, diretto da Steno nel 1976. Proietti è Bruno Fioretti, detto Mandraké, aspirante attore che vive alla giornata e ha il vizio delle scommesse ippiche. Vizio che condivide con Er Pomata (Enrico Montesano) e Felice (Francesco De Rosa) e che fa ammattire la fidanzata Gabriella (Catherine Spaak).

Poco capace di indovinare il cavallo vincente, Mandraké ha invece un talento insuperabile nell’organizzare avventure truffaldine (chiamate appunto “mandrakate”), come la sostituzione del fantino francese Jean-Louis Rossini e soprattutto la celebre beffa al macellaio “Manzotin”. Ancora oggi, nella mente del pubblico, rimane indimenticabile la “Tris” composta da Soldatino, King e D’Artagnan.

Il Premio

Penultima interpretazione cinematografica di Proietti, risalente al 2017, con la regia di Alessandro Gassman. Giovanni Passamonte è un anziano scrittore, osannato dalla critica e amatissimo dai lettori, a cui viene assegnato il Premio Nobel.

Decide di raggiungere Stoccolma in macchina, accompagnato dal fedele assistente Rinaldo (Rocco Papaleo) e dai figli Oreste (lo stesso Gassman) e Lucrezia (Anna Foglietta).

Nei panni di uomo di successo, abituato a ricevere attenzione e ammirazione, e capace di alternare un fiero cinismo a una sorprendente emotività, Proietti mostra ancora una volta il carisma e la duttilità con cui verrà ricordato per sempre.