Politica

Basile: “La Musolino ha la memoria corta”. La controreplica: “Legalità diminuita”

MESSINA – “Credo che la senatrice Dafne Musolino non abbia compreso bene quanto accaduto oggi in merito all’aggressione subita dal comandante della Polizia Metropolitana e vicario della Polizia municipale, Giovanni Giardina, nel corso dell’attività di controllo sul territorio cittadino contro l’ambulantato selvaggio”. Così la risposta del sindaco Federico Basile.

“Nell’operare al servizio della comunità – prosegue Basile – per il rispetto delle regole e per l’osservanza della legalità, è accaduto un fatto di gravità assoluta, quale l’aggressione violenta nei confronti del comandante Giardina durante il suo quotidiano lavoro di controllo proprio sul fenomeno dell’occupazione illegale di suolo pubblico. Sono sorpreso di come una cruenta aggressione diventi spunto di una polemica: legata a cosa? Al fatto che contro chi cerca di fare rispettare la legge è legittimo usare violenza? Ripeto, inutili polemiche, anzi gravi speculazioni politiche, a una settimana dalla fuoriuscita della senatrice Musolino dal partito Sud chiama Nord”.

Conclude il sindaco: “Musolino ha già dimenticato le circostanze in cui simili atti violenti si sono verificati anche quando la stessa ricopriva la carica di assessora, con rispettive deleghe alle Attività produttive (commercio e mercati) e Polizia municipale. Ma, si sa, in politica la memoria è sempre troppo corta”.

La controreplica

“Non mi stupisce la risposta piccata del sindaco Basile – controreplica la Musolino – per due motivi: il primo è che dimostra di non avere ancora compreso che in città si assiste ogni giorno ad un arretramento dei livelli di legalità, e l’aggressione al comandante Giardina, con il quale ho condiviso innumerevoli controlli e attività di ripristino della legalità, ne è solo la piena riprova. Il secondo è che, ancora una volta, si tenta di sviare la critica politica, scadendo nell’attacco personale. Al sindaco Basile dico di guardarsi attorno, la legalità non si ricerca con spot ammiccanti o slogan da ammorbidente, ma con azioni concrete e costanti”.