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Coronavirus, i pendolari della sanità e delle Forze dell’ordine trattati come nullità

Essere pendolari dello Stretto di Messina in emergenza Coronavirus. Operatori sanitari ed appartenenti delle Forze dell’ordine, costretti giornalmente a viaggiare da e per la Calabria, sono stanchi di pagare lo scotto di una pessima organizzazione del transito nello Stretto di Messina. Le corse ridotte ai minimi termini, dopo turni di lavoro lunghissimi a causa del Coronavirus, li costringono ad altrettante lunghe file, snervanti e con i nervi a fior di pelle. Sono innumerevoli ormai le segnalazioni che arrivano dai pendolari dello Stretto. Sono anche state chieste corse aggiuntive al presidente della Regione Nello Musumeci per andare incontro alle esigenze di chi si è ritrovato a dover sopportare attese che durano ore ed ore.

Un altro appello arriva anche da Santino Giorgianni, segretario generale del Siulp di Messina, il sindacato dei lavoratori di polizia. Dopo la Uil Fpl che aveva parlato dei pendolari della sanità, anche l’esponente del sindacato dei poliziotti chiede attenzione. E sottoporrà la questione alla segreteria nazionale del sindacato.

I disagi

«Se questo è il ringraziamento per i loro sacrifici -scrive Giorgianni- chi lo ha determinato si dia da fare per risolvere la questione perché le corse sono realmente poche ed insufficienti. Tra l’altro non si chiede di sminuire l’attenzione sui controlli, che vengono fatti nell’interesse di tutti, ma non possono essere richiesti ulteriori sacrifici a quelli che chiamiamo eroi e poi trattiamo come delle nullità. Mi riferisco soprattutto, ma non in via esclusiva, a chi si imbarca a piedi. Anche perché i tempi di emergenza non sembra stiano finendo».

Il caso di ieri

Ieri la testimonianza, con tanto di immagini, di quelli che sono i disagi vissuti dai pendolari. La nave da Villa delle 18 ha accumulato ben 40 minuti di ritardo, proprio per la necessità di fare i controlli su tutti. Un ritardo che si è sommato alle ore di attesa che già molti di loro avevano tollerato prima di poter rientrare a casa. Nervi tesi e stanchezza che si accumulano per chi già svolge servizi delicati, come nella sanità e nelle Forze dell’ordine.

I vettori sono consapevoli dei disagi, ma le decisioni sono nelle mani delle Autorità e delle Istituzioni. Che evidentemente sconoscono le esigenze e le difficoltà dei pendolari dello Stretto.