Coronavirus

Covid, tamponi, e disservizi a Messina. “A chi dobbiamo chiedere risposte?”

Un’altra storia di attese snervanti, di telefonate a vuoto, di mail inviate a raffica. L’ennesima vicenda che racconta dei disservizi vissuti a Messina da chi ha la sfortuna di essere positivo al Covid. Questa è la storia di una famiglia di tre persone. Una coppia giovane con un figlio di appena un anno. A raccontarla è la moglie, stanca e sfiduciata per i ritardi nella comunicazione dei risultati dei tamponi. Ritardi che adesso rischiano di creare problemi sul lavoro al marito. 

Il primo tampone

Anche in questo caso le date sono importanti. Ecco com’è andata. Lo scorso 8 gennaio marito e moglie vanno a fare un tampone rapido che risultato positivo. Così, attraverso i loro medici di famiglia, inizia tutta la procedura con l’Asp di Messina. L’11 gennaio vanno a fare il tampone molecolare al drive in di San Filippo per avere la conferma della loro positività. E decidono di farlo anche al loro bambino. Si mettono subito in quarantena e iniziano ad aspettare l’esito di quel tampone molecolare. Passano i giorni e non succede niente. Decine di mail, telefonate. Nulla. Ovviamente restano chiusi in casa. Finalmente il 21 gennaio arrivano i risultati: tutti positivi. Dieci giorni dopo aver fatto il tampone hanno la conferma di aver contratto il Covid. E scoprono che quei risultati erano pronti già all’indomani del tampone, c’è scritto sul referto inviato dall’Asp. Loro però per avere la conferma hanno dovuto attendere dieci giorni. 

La lunga attesa

Il 22 gennaio vengono contattati per fare il secondo tampone, quello che verifica se intanto ci si è negativizzati e che dovrebbe “liberarli” dalla quarantena. Il 23 gennaio vanno a effettuare il test. E ricomincia il calvario per avere i risultati.

«Solo oggi, dopo una valanga di mail, telefonate e messaggi al nuovo servizio Whatsapp attivato dall’Asp, è arrivata una mail a mio marito. Io risulto negativa, mio marito ha un esito incerto e dovrà rifare il tampone, di mio figlio non c’è traccia. Scrivono che il suo risultato non è ancora disponibile. E adesso quanto dobbiamo aspettare ancora? A chi dobbiamo rivolgerci per avere qualche risposta? Abbiamo bisogno di uscire a fare la spesa, ma nonostante io adesso sia negativa non posso comunque perché vivo con mio marito e mio figlio di cui ancora non si sa nulla».

“Quanto ancora dobbiamo aspettare?”

Il suo timore adesso è che ricominci un’attesa infinita. Il marito ieri avrebbe dovuto fare una visita di lavoro che ha dovuto saltare e adesso non sa neanche se potrà rientrare se anche il tampone dovesse essere negativo. «Finora è in malattia, ma se a causa di questi ritardi perde la possibilità di tornare a lavoro come facciamo? C’è l’affitto da pagare, ci sono le bollette. Perché questa disorganizzazione deve essere scaricata sulle nostre spalle?».