Politica

La borghesia “zozzona”: sporca Messina ma in doppiopetto

MESSINA – La “sorpresa” non è una vera sorpresa. Ma è figlia di pregiudizi e snobismo. Con gli appelli contro l’abbandono dei rifiuti, con tanto di video, ultima la campagna #machitelofafare, si è constatato che questo reato non è appannaggio solo di chi viene relegato ai margini. Gettare la munnizza per strada è una piaga sociale che non ha barriere sociali e culturali. Sembra ovvio ma in una città classista e super snob, come Messina, la cosa non è scontata.

Così la borghesia parassitaria che inquina la città dello Stretto è anche quella che sporca le strade. Certo, c’è di peggio come reati ma anche questo gesto deturpa Messina. La città della Madonnina, del porto, delle cacche dei cani in strada, dei Tir in città, dei lavori infiniti, dei poteri occulti e delle discariche abusive, insomma.

Il popolo acculturato degli “zozzoni”

Di questa borghesia menefreghista si ha riscontro nelle 45 denunce degli ultimi 45 giorni, su impulso del Comune e di Messina Servizi. Se a dicembre era stato beccato in un video “un professionista stimato e in regola con la Tari”, come lo ha definito il sindaco Basile, mentre buttava la spazzatura sui colli, ora la campagna #machitelofafare regala perle settimanali.

Cresce il popolo acculturato degli zozzoni: dalla docente universitaria, individuata tre volte dalle telecamere, all’avvocato e a un altro professionista che, a pochi metri da casa, in via Puntale Arena, nel giro di pochi minuti, si liberava dei sacchetti. E non dimentichiamo nemmeno l’abile scooterista capace di guidare e, nello stesso tempo, lanciare al volo la busta. Imprese. Roba da guinness della sporcizia, in spregio a una città piegata da troppi egoismi e visioni individuali.

L’abbandono dei rifiuti un’emergenza ambientale e culturale

Lo abbiamo scritto tante volte: rifiuti, rifiuti e ancora rifiuti. Discariche abusive ovunque. Un’emergenza ambientale, sociale e culturale. C’è una parte di noi messinesi che vuole fare della nostra città un’enorme discarica. Uno scenario apocalittico e da romanzo distopico. Ma questa non è Messina o, almeno, non dovrebbe esserlo. Dai colli a ogni angolo di città, i rifiuti vengono “ricreati” anche dopo che si provvede a pulire. E ci vorrebbe uno psicoanalista per farci capire in profondità che cosa significa sporcare e deturpare la propria realtà.

Prevale un rapporto con il territorio di odio, di rancore, di disinteresse e disprezzo. E non parliamo di telecamere come di una panacea di tutti i mali. Sono utili ma hanno bisogno degli agenti della polizia municipale, sezione ambientale, per una supervisione. E soprattutto non possono diventare l’unico rimedio all’inciviltà di una parte della popolazione. La parola chiave è responsabilità, accompagnata da una cura salvifica del territorio. Se dobbiamo pretendere, come è giusto che sia, il massimo dalle istituzioni, anche noi cittadini dobbiamo fare, ma davvero, la nostra parte. Facciamolo per le nuove generazioni e per non rassegnarci all’idea che Messina sia una melma e tale resterà.

I passi in avanti e l’importanza delle segnalazioni al nostro giornale

Facciamo sì che le energie di Messina Servizi e polizia municipale e metropolitana siano dedite ad altro, dato che le necessità non mancano. Appare necessaria una nuova consapevolezza in termini di cittadinanza attiva e responsabilità. Basta cultura del piagnisteo. Basta parole al vento. Legalità, ambiente, rispetto per il territorio e giustizia sociale devono procedere insieme.

Come giornale, riconosciamo i passi in avanti compiuti dalle istituzioni e, grazie al supporto dei lettori, le nostre segnalazioni hanno dato un contributo al cambiamento, seppure ancora ci sia molto da fare. Ora è tempo di fare prevalere la Messina migliore, quella che vuole smettere di denigrarsi e svilire sé stessa.