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“Messina non è finita e lo Stretto è una meraviglia”

MESSINA – Pubblichiamo la riflessione dell’artista Lelio Bonaccorso, che ha affidato al suo profilo Facebook.

Sono un inguaribile nostalgico, lo ammetto. Stamattina all’alba ho preso un aliscafo e ora sto su un treno che mi porterà a Firenze, dove andrò per una presentazione. Aspettavo al porto immerso in una penombra, poco prima che la morbida luce del sole, come una carezza, facesse sfumare il buio in un attimo. È una sensazione per me in qualche modo connessa con il tempo.

“Quella Messina ferita del terremoto e dai dinamitardi governativi”

Era come se potessi vedere il porto brulicare come cento anni fa, con la palazzata maestosa che migliaia di persone hanno potuto vivere e ammirare, rischiarata ogni giorno dall’alba. L’ottava meraviglia del mondo con le sue 26 porte, che arrivava ben oltre l’attuale prefettura. Penso a quanto sia ingiusto per noi messinesi di oggi non aver potuto godere di quella città, ferita dal terremoto e dalla barbarie dei dinamitardi governativi che ci hanno privato, per mero interesse e invidia, di una città così bella e del nostro passato. Chiese, palazzi, monumenti che avevano resistito alle scosse, tutto demolito.

Per me, lasciare Messina anche per poco è sempre una piccola morte, che però ti fa rinascere di gioia al rientro, appena inizi a intravedere lo Stretto con la punta aguzza di Torre Faro affacciata alla bella sponda calabrese. Mi fa sempre sussultare il cuore come fosse la prima volta, non so voi. Una meraviglia.

Probabilmente è la stessa sensazione che prova chiunque ami la propria terra, ovunque si trovi. Penso che noi messinesi e calabresi, che abbiamo vissuto una tragedia ahimè senza pari nella storia dell’umanità , proviamo un affetto speciale per la nostra città. L’affetto che provi per una persona cara che ne ha passate tante eppure è lì, in piedi e pronta a ricominciare. A dispetto di quello che pensano alcuni che danno Messina per spacciata, senza rendersi conto di cosa abbia passato e non vedono la sua incredibile forza.

“Il fascino della Regina del Peloro”

Sapete, la differenza tra noi strettesi e tutte le altre città è che loro non hanno lontanamente idea di cosa significhi soffrire come lo sappiamo noi. Non è bello certo, ma la “Regina del Peloro” genera figli forti, resistenti e resilienti, capaci di superare traumi enormi e andare oltre ostacoli che per altri sembrano insormontabili.

Questo è quello che ti permette di fare grandi cose nella vita: amore e volontà. È tutto molto più facile per gli altri, ma la forza nasce dalla difficoltà. Cerchiamo di volerci piu bene fra noi, cari fratelli, perché questo siamo: messinesi, strettesi, figli della Regina del Peloro.