Politica

Nel 2020 aumenta ancora il costo dei rifiuti a Messina. E la Tari infiamma l’aula

Altri due milioni in più per la gestione dei rifiuti a Messina. Continuano a lievitare i costi per la spazzatura messinese durante l’amministrazione De Luca. E aumenterà di conseguenza il costo della Tari che i messinesi dovranno sborsare entro il 31 gennaio 2021. Non saranno rincari significativi, si parla di tre o cinque euro in più in base alla composizione del nucleo familiare. La differenza rispetto al passato sta nella modalità in cui sono state calcolate aliquote e costi nel Piano finanziario di MessinaServizi legato imprescindibilmente alla Tari.

Due milioni in più per il servizio rifiuti

In buona sostanza, andando ai numeri, i rifiuti nel 2020 costano oltre 48 milioni di euro. Nel 2019 la cifra superava di poco i 46 milioni di euro, nel 2018 si attestava sui 44 milioni. Insomma, un’escalation di costi che non sembra in linea con quanto aveva promesso il sindaco Cateno De Luca nel dicembre 2019. «Nel 2021 la Tari sarà ridotta del 30%» annunciava il primo cittadino. Ma i numeri del Piano che ieri è arrivato sui banchi del consiglio comunale dicono che intanto non è stato così. Lo hanno voluto sottolineare con forza i consiglieri del Movimento 5Stelle che hanno puntato l’attenzione proprio sugli annunci del sindaco De Luca.

Il Consiglio comunale, dopo un dibattito concitato, ha approvato le nuove tariffe. In aula la discussione è naturalmente stata scandita dagli attacchi partiti soprattutto da Movimento 5Stelle e Pd che si sono opposti con forza a questi nuovi rincari, seppur minimi. I due gruppi hanno poi tenuto alta l’attenzione sugli sconti per chi utilizza le isole ecologiche, sconti che l’amministrazione avrebbe voluto cancellare per il 2021. E’ stato il gruppo Pd a presentare un emendamento per continuare con il meccanismo della premialità sulla tariffa per tutti quei cittadini che conferiscono i propri rifiuti differenziati direttamente presso le isole ecologiche.

In consiglio comunale

«Negli anni passati, con tale meccanismo si è consentito ai cittadini che hanno conferito direttamente nelle isole ecologiche di ottenere un abbattimento della tariffa pari al 35%. Inoltre, la premialità ha consentito fino ad oggi di raggiungere quote di raccolta differenziata superiori alle altre città metropolitane siciliane. Ciò rappresenta uno strumento imprescindibile per stimolare culturalmente la cittadinanza al rispetto dell’ambiente» hanno spiegato i consiglieri Gennaro, Alessandro Russo, Antonella Russo e Felice Calabrò. Una linea sposata appieno dai colleghi del Movimento 5Stelle.

Il tandem Pd-5Stelle

«Ci siamo opposti –hanno spiegato i pentastellati – all’ulteriore rincaro della Tari per non far gravare ancora una volta sulle tasche dei cittadini l’azione politica messa in atto dal sindaco, che a dicembre del 2019 aveva annunciato per il 2021 un abbattimento del 30% della tassa rifiuti. Ma sarà l’ennesima “boutade” elettorale, così come le tante e vane promesse sul raggiungimento del 34% di raccolta differenziata entro febbraio 2019 e del 65% entro luglio 2019». I consiglieri 5Stelle hanno ricordato che già nel 2019 Messina si era classificata al decimo posto fra le città con le Tari più alte d’Italia, pagando in media 419 euro a famiglia.

«Nonostante ciò, e malgrado le condizioni in cui versa la città, la tassa continua ad aumentare a scapito dei cittadini. L’unica soluzione per far fronte ai costi e alle spese di gestione è la lotta all’evasione, con il recupero delle tasse non pagate, dato che due cittadini su tre non risultano in regola, senza considerare quelli nemmeno censiti. La gente continua a pagare sempre di più e si chiede che fine ha fatto il progetto “utenti fantasmi” che doveva ultimarsi ieri». Proprio questo 2020, infatti, doveva essere l’anno della svolta per scovare tutti gli evasori e far calare così il costo della Tari. Nonostante le azioni portate avanti sin qui evidentemente però il lavoro fatto su questo fronte non è stato sufficiente a coprire i costi necessari per i servizi legati ai rifiuti.

Le fasce deboli

Il tandem Pd-5Stelle aveva provato poi a far approvare all’aula un altro emendamento per prevedere lo stanziamento di 800 mila euro da destinare a sgravi tariffari per le famiglie più indigenti della città. Emendamento che mirava a sostenere le fasce più deboli della popolazione, soprattutto in un momento storico in cui le condizioni economiche delle famiglie sono evidentemente peggiorate a causa della congiuntura economica negativa determinata dal Covid-19. Ma su questo punto l’aula ha deciso di dire di no. Impedendo di inserire dunque delle agevolazioni sul pagamento per gli indigenti.

«A detta dell’Amministrazione e della maggioranza dell’aula, l’emendamento sarebbe stato respinto perché non si sarebbe arrivati in tempo a rimodulare il Piano economico e Finanziario della TARI, in scadenza alla mezzanotte. Il gruppo del Pd crede, tuttavia, che si sarebbe potuto fare di più e meglio». Una tale motivazione che, per il Pd, seppur apparentemente logica dal punto di vista amministrativo, non regge sotto il profilo squisitamente politico. «Non è giustificabile, infatti, l’operato dell’Amministrazione che con una scelta politica ben precisa ha a priori deciso di non prevedere degli sgravi per le fasce più deboli e, inoltre, ha trasmesso la proposta di deliberazione al Consiglio comunale a ridosso del termine di scadenza, impedendo che il civico Consesso potesse apportare modifiche al Piano».

Una scelta che in realtà era già stata fatta da questa amministrazione con la Tari 2019 che cancellava tutte le misure di agevolazioni e sgravi che fino a quel momento avevano sempre camminato di pari passo con la Tari. Il Pd proverà a correggere il tiro durante la discussione sul prossimo bilancio comunale. I consiglieri faranno in modo di trovare una copertura finanziaria alle agevolazioni da destinare alle famiglie più bisognose che ad oggi non hanno diritto a nessun aiuto su questo fronte.