Politica

Nessuna persecuzione: ecco perchè i progetti siciliani sono stati esclusi dal Pnrr

L’esclusione di molti progetti siciliani dall’accesso ai Fondi Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) destinati al miglioramento dei sistemi irrigui in agricoltura è di particolare gravità. La nostra regione soffre, infatti, di una pessima gestione della risorsa idrica, che ostacola lo sviluppo delle attività agricole.

Tali ataviche problematiche avrebbero cominciato a trovare soluzione se fossimo riusciti ad accedere alla misura agevolativa. E, invece, le gravi carenze progettuali della Regione Sicilia e dei suoi organismi centrali e periferici ci hanno fatto perdere l’occasione. L’assessore regionale al ramo, Antonio Scilla, ha cercato di coprire le responsabilità sue e dell’esecutivo guidato dal Presidente Nello Musumeci, con il solito piagnisteo vittimista verso il governo nazionale, accusato di avercela con la Sicilia.

I progetti non rispettavano i criteri previsti

In realtà, come è andato via via emergendo, non c’è stato alcun accanimento. I progetti sono stati esclusi semplicemente perchè non hanno rispettato i criteri di ammissibilità stabiliti dal Ministero dell’Agricoltura con un decreto del 30 giugno scorso.

Criteri condivisi

Tali criteri sono stati elaborati con il coinvolgimento degli Enti territoriali interessati, invitati a partecipare a una riunione tenutasi il 23 giugno 2021. Non sappiamo se la Regione Sicilia abbia preso parte a questo incontro, svoltosi in modalità telematica. Se lo ha fatto, avrebbe potuto esporre il suo punto di vista ed, eventualmente, presentare le sue osservazioni.

In ogni caso ad esito della procedura di elaborazione e di confronto messa in atto dal Ministero, i 23 criteri individuati sono entrati in vigore e tutti i progetti avrebbero dovuto adeguarsi per essere ammessi a contributo.

L’analisi dei progetti

Al fine di sollevare una questione così delicata dalla polvere della polemica, in cui tutte le posizioni sono possibili, abbiamo analizzato l’elenco dei progetti esclusi e le motivazioni che hanno portato alla bocciatura. Per la Sicilia si è delineato così uno scenario davvero disarmante. I criteri non rispettati dai progetti elaborati dai nostri Consorzi di Bonifica sono molti e tutti di particolare rilevanza. Abbiamo voluto, perciò stilare una sorta di classifica della vergogna, individuando i progetti con il maggior numero di criteri non rispettati. Eccoli:

La classifica dei progetti con più criticità

  • Consorzio Bonifica 10 Siracusa: un progetto da 655mila euro e uno da 1,5 Mln. di Euro non hanno rispettato ben 16 criteri su 23, il primo e decisivo dei quali riguarda l’importo, che non poteva essere inferiore a 2 Mln. di Euro per ogni singolo progetto.
  • Consorzio Bonifica 5 Gela: un progetto da 31 Mln. di Euro non ha rispettato 13 criteri su 23; un altro da 19,3 Mln. si è “fermato” a 12 motivi di esclusione su 23.

Di seguito indichiamo alcuni dei criteri non rispettati dai progetti del Consorzio Bonifica di Gela:

  • Scopo specifico dell’intervento
  • Concessione all’utilizzo e al prelievo delle acque;
  • Durata contrattuale (prevista in massimo 30 mesi dalla consegna dei lavori fino all’atto finale di collaudo);
  • Concessione all’utilizzo e al prelievo delle acque;
  • Valutazione d’Impatto Ambientale;
  • Stato delle autorizzazioni (pareri necessari per la cantierabilità dell’intervento).
  • Riprendiamo adesso la classifica. Consorzio Bonifica 1 Trapani: 4 progetti per un importo complessivo di 25.8 Mln. di Euro non hanno rispettato 11 criteri su 23. A parte il parametro relativo allo scopo specifico dell’intervento, in questo caso rispettato, le carenze più significative dei progetti sono analoghe a quelle imputate al Consorzio Bonifica di Gela.
  • Consorzio di Bonifica 3 Agrigento: un progetto da 28 Mln. di Euro ha registrato 8 motivi di esclusione, che nei loro aspetti più rilevanti, seguono l’andazzo dei consorzi di Gela e Trapani.
  • Consorzio di Bonifica 2 Palermo: un progetto da 11,4 Mln. di Euro è stato respinto con 7 motivi di esclusione, ridottisi a 6 nel caso di altri tre progetti che si attestavano su un importo complessivo di 42,1 Mln. di Euro. La criticità più importante che accomuna tutti questi progetti riguarda lo stato delle autorizzazioni e la verifica del livello di cantierabilità degli elaborati.
  • Consorzio di Bonifica 11 Messina: tra i tre progetti bocciati per un importo globale di 10,8 Mln. di Euro uno ha riportato 6 motivi di esclusione mentre gli altri due ne hanno riportato 4, Criticità prevalente: la verifica del livello di cantierabilità degli elaborati. Uno dei progetti non ha rispettato il parametro relativo alla Valutazione d’Incidenza Ambientale
  • Consorzio di Bonifica 9 Catania: un progetto da 22,6 Mln. di Euro ha riportato 5 motivi di esclusione che si riducono a 4 per un altro progetto da 63,5 Mln. di Euro. Entrambi, tra le altre carenze, non hanno superato il check della verifica del livello di cantierabilità.

Serve una svolta, subito

Se il buongiorno si vede dal mattino, la prova fornita dalla Regione Sicilia non depone affatto bene rispetto alla possibilità di accedere in futuro ad altre provvidenze nell’ambito del Pnrr. Come sottolineato da più parti è necessario che si ponga rimedio al più presto alle carenze progettuali emerse. Gridare alla persecuzione non serve. Bisogna attrezzarsi per intercettare le risorse e spenderle. E’ un discorso che vale per tutto il Mezzogiorno. Se non si compiono decisi passi avanti in direzione dell’efficienza strategica ed operativa sarà inevitabile che ne approfittino le regioni del centro-nord, pronte ad assorbire i fondi del PNRR non utilizzati dal Sud.

Scilla chiede di modificare i criteri di ammissibilità

Quello che non ci conforta affatto rispetto al necessario cambiamento di rotta sono le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dall’assessore regionale Scilla: «Ribadiamo – ha detto l’esponente politico – il mancato accordo tra il Ministero e la Regione sui 23 parametri che ne hanno condizionato la valutazione e quindi determinato l’esclusione». «È venuto meno un preventivo confronto – sottolinea l’assessore della giunta Musumeci – per valutare le esigenze e le necessità specifiche delle nostre infrastrutture e, quindi, individuare criteri di valutazione più congrui alle nostre caratteristiche. Si tratta di parametri che vanno rivisti e resi meno stringenti per la Sicilia che ha le sue specificità. È proprio per trovare una possibile soluzione che mercoledì prossimo a Roma incontrerò il ministro Patuanelli».

Sarebbe meglio agire per superare le criticità

E’ davvero arduo pensare che in corso d’opera possano essere modificati criteri già stabiliti per tutte le altre regioni italiane. Anche perché, come avete potuto vedere, i parametri non rispettati sono davvero numerosi. In realtà crediamo di trovarci di fronte all’ennesimo tentativo di nascondere le proprie responsabilità di fronte a una situazione che farebbe arrossire chiunque e che preoccupa molto. Sarebbe molto meglio, invece, risconoscere i limiti dell’operato sin qui messo in atto e agire con determinazione per superarli.