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Clima teso in Unime, Todaro contro Cuzzocrea sui “rimborsi milionari” e incognita voto

MESSINA – L’Università di Messina si prepara alle elezioni in un clima di tensioni. Ma sono in molti, tra i docenti, ad auspicare il ritorno a un clima costruttivo, senza sfida infernale western alla “O.K. Corral” tra i sostenitori dell’ex rettore Navarra e dell’attuale Cuzzocrea. In tanti auspicano un confronto sui contenuti, per l’elezione del rettore o della rettrice, tra l’economista Michele Limosani e l’ex prorettrice Giovanna Spatari, presidente della Società italiana dei medici del lavoro. Quest’ultima a rappresentare la continuità con l’attuale gestione. Ma, nel frattempo, il clima è tutt’altro che disteso. E, dopo le polemiche sulla data delle elezioni e il tentativo bloccato di mossa in avanti del decano Bonina, Paolo Todaro, componente del Senato accademico, ha inoltrato una nota al Collegio dei revisori dei conti dell’ateneo, al direttore generale e ai due ministri, dell’Economia e quello dell’Università. Al centro della questione una “quantità di rimborsi milionari effettuati a favore del professore Cuzzocrea, che mi sono apparsi quanto mai esagerati”.

Todaro, non ritenendo “esaustiva la risposta del presidente del Collegio e in ragione del perpetrarsi del pagamento di rimborsi a beneficio del rettore”, ha provveduto a inoltrare un esposto alla Procura di Messina, alla Corte dei Conti e all’Anac, Autorità nazionale anticorruzione. E, in un comunicato, scrive di “rimborsi al ritmo di € 40.000,00 al mese a copertura di spese da lui anticipate con la carta di credito personale per portare avanti le sue ricerche”. Il tutto per un totale di più di due milioni nel periodo tra il 2019 e il 2023.

Le riserve di Todaro e la risposta di Cuzzocrea

Da parte sua il rettore Salvatore Cuzzocrea si riserva di fornire una risposta più approfondita ma ha precisato: “Sono soldi utilizzati per la ricerca a sostegno di un gruppo di lavoro che ha prodotto 261 pubblicazioni negli ultimi cinque anni. Somme rimborsate attraverso privati. E non con fondi dell’ateneo”. Da qui la replica di Todaro che “il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, durante la sua carriera, ha pubblicato una media annuale di pubblicazioni pari a meno della metà di quelle pubblicate dal professore Cuzzocrea e nessuno, ne sono certo, potrebbe affermare che quest’ultimo è scientificamente più bravo del Nobel Parisi. Ma soprattutto, sono ancora più certo che, mai nella sua carriera il professore Parisi abbia ricevuto rimborsi analoghi per le sue ricerche”.

“Tutte attività accertate e rendicontate”, ha ribadito il rettore contro quella che definisce una “macchina del fango”, dalla quale intende tutelarsi. Nel frattempo, c’è chi invoca un clima più sereno in attesa d’avere certezze sulla data delle elezioni. E, alle dimissioni eclatanti del prorettore vicario Giovanni Moschella, non più in sintonia con Cuzzocrea, è seguita la nomina del professore Eugenio Cucinotta.

Molti docenti insistono sulla necessità che il confronto elettorale verta su temi nevralgici per l’Università del futuro. E sono tante le risposte, dall’edilizia per gli studenti alla formazione delle nuove generazioni, che sono determinanti in un contesto socio-economico così difficile come quello messinese.

Di sicuro, il rettore Cuzzocrea, che è presidente della Crui (Conferenza dei rettori), rimarrà alla guida dell’Università di Messina fino al mese di aprile 2024. Se, in relazione al completamento del Pnrr, ci sarà una proroga fino al 2026, allo stato attuale non prevista, è ancora da vedere.

Limosani: “Concentriamoci sui progetti e non sulle polemiche”

Nel frattempo, interviene con una nota uno dei due candidati alla carica di rettore, Michele Limosani: “Il clima attuale che segna la vita del nostro Ateneo richiede a coloro che si candidano a guidare la comunità accademica per i prossimi sei anni di esprimere la propria posizione con chiarezza. Ritengo, a tale proposito, che occorra operare un netto distinguo tra quanto sta accadendo e la campagna elettorale in corso. Per quanto mi riguarda, l’attenzione è rivolta esclusivamente al futuro, ai progetti di sviluppo, alla capacità di essere competitivi con le migliori università nazionali ed europee, alle linee su cui si intende riorganizzare un’Università che – a mio avviso – ha necessità di essere rilanciata sotto diversi aspetti”.

Continua l’economista: “In questi anni, nelle sedi istituzionali, ho manifestato il mio dissenso e le mie motivate critiche rispetto a diverse scelte di questa amministrazione. Non ho detto no a tutto. Ho richiamato tutti all’attenzione quando si trattava di usare cautela in itinerari che apparivano impervi. Ho soprattutto difeso le prerogative e l’autonomia di scelta dei Dipartimenti. Tuttavia, da candidato, intendo privilegiare la dimensione propositiva basata sul confronto e sul rispetto delle diverse posizioni. Eventuali errori verranno individuati e giudicati nelle sedi competenti, ma non possono divenire tema della campagna, se non nell’ottica della redazione di un programma elettorale che dovrà offrire, tra l’altro, massime garanzie alla comunità accademica. Comunità che invoca – come sempre ha invocato e non potrebbe essere diversamente – il rispetto di legalità e di trasparenza, ma soprattutto serenità di impostazione, profondità di visione, coerenza nella azione”.
Per Limosani, “gli eventi di questi giorni richiedono un ulteriore impegno al futuro rettore: eliminare una certa latente tendenza alla polarizzazione che non può caratterizzare la vita di un’Università. Qualora, dovessi essere scelto per guidare il nostro ateneo, farò mio questo impegno che rappresenterà una costante linea guida del mandato”.