"La mia corsa come rettrice tra continuità con Cuzzocrea e spinta al cambiamento"

“La mia corsa come rettrice tra continuità con Cuzzocrea e spinta al cambiamento”

Marco Olivieri

“La mia corsa come rettrice tra continuità con Cuzzocrea e spinta al cambiamento”

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sabato 09 Settembre 2023 - 07:30

Intervista con la professoressa Giovanna Spatari, che si è appena dimessa da prorettrice di Unime per candidarsi a guidare l'ateneo

MESSINA – “Mi sono dimessa da prorettrice per correttezza istituzionale e per poter essere libera dal ruolo nell’affrontare la campagna elettorale per diventare rettrice dell’Università di Messina”. La professoressa Giovanna Spatari, presidente nazionale della Società italiana dei Medici del lavoro, prima di rispondere alle nostre domande da neo candidata, precisa: “Sugli aspetti programmatici mi potrò soffermare solo dopo un confronto con le varie realtà che mi sosterranno”.

Si tratta di una seconda candidatura, dopo quella dell’economista Michele Limosani. Una candidatura “in continuità, ma lasciando una porta aperta alle novità e ai cambiamenti, con la gestione Cuzzocrea e i suoi risultati”.

Professoressa, nella sua lettera alla comunità accademica, ha indicato alcune priorità. Ce le vuole ricordare?

“Le Università sono ambienti di lavoro particolari dove coabitano comunità di docenti, studenti e personale tecnico amministrativo. E si forma la classe dirigente del futuro. La prima esigenza è quella di garantire un’offerta formativa al passo con i tempi. Io, da medico del lavoro, assisto a un mondo del lavoro che si modifica tumultuosamente. E che impone nuove attenzioni e acquisizione di nuove competenze e nuove modalità organizzative. Viviamo in un contesto socio-culturale di globalizzazione ed è bellissimo che i giovani possano scegliere l’Università che vogliono. I nostri giovani possono rimanere a Messina, ed è per noi un obiettivo, ma dobbiamo pure continuare a portare avanti l’internazionalizzazione della nostra Università, con i corsi in lingua inglese”.

Ritiene che l’Università possa diventare sempre più attrattiva sia per chi vive nel territorio messinese, con i suoi enormi problemi lavorativi ed economici, sia per proviene dall’estero?

“Certo e la nostra posizione geografica, al centro dell’area euro-mediterranea, ha portato molti studenti nella nostra città anche per la qualità dell’offerta formativa”.

Un nodo critico è legato al numero di laureati e all’occupazione post laurea in relazione al nostro territorio…

“Noi abbiamo molti docenti che vengono in mobilità e l’internazionalizzazione ha arricchito la nostra Università. Si tratta di un contesto aperto e in divenire e, di sicuro, la relazione con il territorio è fondamentale. Ed è importante che ci siano continui scambi con il mondo del lavoro. Noi prepariamo i nostri studenti anche ad andare fuori. Sono molti quelli che trovano un riconoscimento del loro valore altrove e noi ne siamo orgogliosi”.

Gli elementi di continuità e discontinuità con la gestione del rettore Salvatore Cuzzocrea?

“La vita di un ateneo è fatta del divenire delle situazioni, che in parte dipendono pure da una solida base che si eredita. Penso alla straordinaria attività di reclutamento che è stata fatta. Noi abbiamo un ateneo pieno di giovani e brillanti talenti. Parlerei di continuità con il rettorato di Cuzzocrea ma nell’evoluzione e nel divenire. Dobbiamo continuare nel reclutamento di nuove energie come docenti. Con la struttura universitaria di oggi i bravi, i talenti vanno avanti. Ed è un percorso facilmente realizzabile. Ci sono pure settori scientifico-disciplinari da implementare in un contesto del lavoro che cambia di continuo. L’offerta formativa va adeguata a questo contesto”.

Il rapporto con le imprese messinesi potrebbe essere rafforzato, data la debolezza storica del nostro territorio…

“Sì, già ci sono seminari e incontri per far conoscere ai nostri studenti le realtà locali e tutto questo va rafforzato. La nostra Università guarda al territorio. Un modello di sinergia è quello che l’Università ha fatto per il Covid. In quel caso, ha messo esperienze e competenze a disposizione del territorio. Un modello da portare avanti”.

Assieme ai nuovi spazi e le nuove sedi, in questi anni, s’impone il tema dei servizi da incrementare per gli studenti…

“Tanto è stato fatto in quest’ambito: dall’accoglienza degli studenti al prolungamento degli orari delle biblioteche. L’atrio del rettorato è vissuto dai nostri studenti fino a mezzanotte. Vorrei ricordare pure il loro inserimento, con tanti successi, nelle attività sportive. I servizi sono centrali e sono centrali le persone in una realtà complessa come quella universitaria. L’ho capito ancora di più nella mia esperienza di prorettrice”.

In che modo?

“La mia esperienza mi ha rivelato che, quando c’è bisogno di uno scatto d’orgoglio, quando c’è una necessità, apparteniamo a una comunità straordinaria. Una comunità che, in una notte, ha trasformato le attività didattiche da frontali a telematiche, per via dell’emergenza Covid. Un personale tecnico-amministrativo altrettanto straordinario che è stato il nostro supporto fino a tarda notte. Non esisteva il diritto alla disconnessione per nessuno ma non perché era imposto, ma perché ha prevalso il senso d’appartenenza. Tutti si sono sentiti parte di un progetto. Ed è fondamentale”.

Qual è il suo stato d’animo mentre s’avvia alla campagna elettorale?

“Sono fiduciosa, ho fiducia nella comunità universitaria ed eredito un bagaglio importante, con l’ampliamento di un corpo accademico giovane. Si sono avviati tanti progetti di ricerca e dobbiamo continuare su questa strada, aumentando ancora l’offerta didattica”.

In Italia ci sono otto rettrici. La sua candidatura come rettrice ha una valenza in più in quanto donna?

“Per me ha un aspetto centrale la mia lunga militanza negli organismi di parità, a livello locale e nazionale. Una grande esperienza che mi dà l’opportunità di sapere quali sono i problemi reali che si frappongono alla piena realizzazione della carriere delle donne. Ci sono soprattutto discriminazioni indirette. Essere una rettrice, in quanto donna che questi problemi li ha studiati, potrebbe darmi una marcia in più. Anche se ritengo che le capacità di ascolto attengano più alle persone. Tuttavia, l’attenzione è massima su questo argomento e già oggi il nostro ateneo ha implementato una serie di azioni. Sono orgogliosa in particolare di una novità”.

Quale?

“Abbiamo istituito un assegno di ricerca per garantire alle colleghe in gravidanza la possibilità d’avere il supporto di un assegnista. Una figura che, in un arco temporale limitato, possa seguire i progetti di ricerca delle donne che devono fermarsi in quel periodo. L’attività di ricerca non può mai essere abbandonata. Punto, in generale, a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione della carriera delle donne, che devono avere pari opportunità, non superiori, tenendo conto delle specificità di uomini e donne”.

Come valuta l’intenzione del decano Bonina d’indire le elezioni e lo stop dal direttore generale? Siamo in attesa che il Tribunale amministrativo regionale si pronunci in merito al ricorso dello stesso professore…

“Io devo occuparmi della candidatura. Delle elezioni si occuperanno amministrazione, ufficio elettorale e il decano preposto a seguirle. Io devo fare la candidata”.

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Un commento

  1. Continuità con Cuzzocrea..dopo questa affermazione ha già perso!!

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