Politica

Ex Teatro in Fiera demolito. Messina città del dopo, se solo ora pensiamo al mare…

La città del dopo. Nel 2017, dopo il passaggio del giro d’Italia e grazie alle immagini dall’alto, Messina si era accorta della bellezza di piazza Castronovo. Dal basso non è una vera piazza ma solo un crocevia di auto in transito e parcheggiate alla meno peggio.

Si era fatto l’esperimento di farla percorrere come una rotatoria, creando la piazza che non c’è. Ma erano state posizionate solo delle transenne e tutto era fallito e caduto nel dimenticatoio, senza che mai si sia pensato ad un progetto per una nuova pavimentazione e una vera piazza. Del resto, per pavimentare il lato monte di piazza Cairoli, il finanziamento è arrivato sette anni fa, il progetto è stato modificato e i lavori non sono ancora iniziati.

Finalmente c’è un progetto per piazza del Popolo, pur con le polemiche che ne sono seguite. Nulla, invece, per piazza Juvara e piazza Antonello, anch’esse piazze di nome ma non di fatto.

La città del dopo

Nella città del dopo, solo ora che è stato demolito, ci si “accorge” che dietro l’ex Teatro in Fiera c’è l’affaccio a mare. E sarebbe bello poter ammirare il panorama dello Stretto di Messina dal viale della Libertà. Non sarà possibile perché, da anni, è previsto un progetto di ricostruzione della struttura, che sarà bella e moderna. Ma forse sarebbe stata ancora più bella se ricostruita altrove e lì si fosse lasciato spazio libero, la continuazione della Passeggiata a mare. Da troppi anni si parla invano del futuro della vecchia area fieristica. L’idea dell’Autorità di Sistema Portuale è di lanciare entro il 2021 un concorso di progettazione per tutta l’area da Boccetta ad Annunziata, anche in vista della chiusura al traffico navale della rada San Francesco, una volta conclusi i lavori del nuovo porto di Tremestieri.

Davanti al mare non si costruisce: gli esempi di Barcelona e… Reggio Calabria

Troppo spesso, purtroppo, gli interessi di pochi hanno prevalso su quelli di molti. A Messina non si è mai voluto capire, o non è interessato, che davanti al mare non si costruisce. Che lasciando spazi liberi per la fruizione del mare si può creare turismo e che l’economia si può creare… dall’altro lato della strada, non ostruendo la vista dello Stretto. Una vista che sparisce su lunghi chilometri, tantissimi negati ai cittadini. L’esempio più famoso è Barcelona, ma basterebbe guardare in piccolo anche alla vicina Reggio Calabria, che ha saputo realizzare un bellissimo lungomare.

L’Arena dello Stretto, a Reggio Calabria

Il grande potenziale: Capo Peloro, laghi di Ganzirri e riviera nord

Da nord a sud, Messina ha un potenziale enorme per costruire bellezza e attrarre ricchezza. Un potenziale finora sfruttato malissimo. Basti pensare a Capo Peloro o ai laghi di Ganzirri, la cui vista è spesso ostruita da erbacce e rifiuti e solo ora si sta intervenendo ma solo su uno dei due laghi. O alla riviera nord, rivalutata con la pista ciclopedonale, anch’essa troppo spesso preda di erbacce, mentre il tratto dietro il Trocadero è franato da anni senza mai nessun rimedio.

Boccetta-Annunziata, Maregrosso e la via del Mare: tante parole, pochi fatti

Ecco perché un nuovo lungomare Boccetta – Annunziata sarebbe la svolta, senza costruzioni davanti al mare. Lì si è data concessione a negozi di frutta, mobili, tabacchi, come fossero zone qualunque. Per non parlare del mare del centro città, a Maregrosso è stato consentito di costruire di tutto e di farne una grande discarica. Anche in quel libro dei sogni c’è un nuovo lungomare. E a sud, poi, che fine ha fatto il progetto della via del Mare fino a Tremestieri? Le ultime notizie: un finanziamento da 1 milione e mezzo nel Patto per Messina per rendere esecutivo il progetto del tratto tra Contesse e Tremestieri, poi bisognerà trovare i soldi per realizzarlo (tra 60 e 80 milioni). Se ne parla da anni: tante parole, pochi fatti.