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Messina zona ultrarossa. Le imprese alla prefetta: Danni gravi, ci aiuti a far sentire la nostra voce

Dopo l’allarme si è tenuto l’incontro e la prefetta Librizzi ha ascoltato le preoccupazioni delle associazioni di categoria in merito alle gravissime conseguenze che la zona ultrarossa voluta dal sindaco con ulteriori misure restrittive avrà su imprese già in ginocchio.

Il grido d’allarme

Si è svolto in videoconferenza l’incontro tra i rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, C.L.A.A.I. e Confimprese Italia di Messina e la prefetta dopo il documento congiunto con il quale le associazioni chiedevano di attivare con urgenza un tavolo di confronto sulla gravità della situazione economica, che in mancanza di risposte adeguate, potrebbe compromettere la coesione sociale.

Gravi conseguenze

Alla riunione, a cui hanno partecipato il presidente di Confesercenti Messina Alberto Palella, di Confcommercio Carmelo Picciotto, di Confimprese Italia Cettina Scaffidi, della C.L.A.A.I Natale Capone e il direttore di Confartigianato Francesco Giancola, è stato sottolineato come Messina sia in zona rossa da prima che fosse dichiarata per tutta la Sicilia, con gravi conseguenze per l’intero tessuto economico della città.

Fuori dai ristori?

I rappresentanti delle cinque sigle hanno dunque rappresentato alla Prefetta Librizzi la preoccupazione che nel caso fossero previsti ulteriori ristori per le regioni inserite nella massima fascia di rischio, questi aiuti possano non essere attribuiti alle attività messinesi che pur rientrando nell’elenco dell’allegato 23, sono attualmente chiuse e lo saranno fino al 29 gennaio, come da Ordinanza del sindaco De Luca. Da qui la richiesta di farsi portavoce presso il Governo nazionale delle specifiche esigenze della comunità imprenditoriale messinese che ad oggi risulta maggiormente vessata rispetto ad altre, affinchè vengano concessi ristori aggiuntivi.

Chi è rimasto escluso

Altro problema sollevato nel corso dell’incontro riguarda le tante aziende che a causa della ratio con cui vengono assegnati gli aiuti economici, tra cui i codici Ateco e il criterio del fatturato “a tempo”, finora non hanno percepito un centesimo. Ancora più grave la questione relativa alle Start Up, che pur avendo investito notevoli risorse per l’apertura di una nuova impresa, avendo iniziato a sviluppare fatturato nel 2020, non hanno avuto diritto ad alcun ristoro. Una situazione a dir poco drammatica.

Il danno e la beffa

Ma a proposito di ristori, i rappresentanti delle associazioni datoriali hanno  ribadito come quelli finora arrivati riescano a malapena a coprire le spese relative alle bollette delle aziende,  ed hanno fatto presente che comunque gran parte delle imprese aventi diritto, non li hanno ancora ricevuti. Proprio su questi dramma la prefetta si è detta disponibile ad aprire un fronte di dialogo anche a livello locale presso gli Enti competenti per accertare le ragioni dei ritardi ed accelerare le procedure. 

Settori più a rischio

Per il 20% delle imprese messinesi in questo momento non s’intravede possibilità di uscire dalla crisi e il rischio è non riaprire più. Tra le situazioni di maggiore criticità hanno contemplato le attività del settore abbigliamento, fortemente penalizzate dai mancati introiti connessi al periodo natalizio e ai saldi. Per non parlare poi di un malessere diffuso tra tutte le categorie commerciali e che riguarda le spese fatte per la messa in sicurezza e la sanificazione salvo poi essere costretti ad abbassare la saracinesche.

L’attenzione della prefetta

La Librizzi a fronte della situazione rappresentata, ha concordato  l’opportunità di acquisire un documento di dettaglio, congiunto e analitico, che tenga conto di una differenziazione tra gli aspetti riferibili all’intero contesto del Paese, che verranno sottoposti all’attenzione delle Autorità centrali e quelli, invece, tipicamente locali, rispetto ai quali procedere nell’immediatezza ad una sinergica attività di problem solving, anche in prossime riunioni che coinvolgano Enti e istituzioni del territorio, tenendo a sottolineare che tutti sono chiamati, nel proprio ambito, ad impegnarsi per superare le situazioni di disagio sociale.