la storia

Reddito di cittadinanza, Giuseppe: “Ho 50 anni e 3 figli, voglio solo lavorare”

MESSINA – «Ho 50 anni e il mio desiderio più grande è quello di avere la possibilità di un lavoro. Un lavoro vero, in regola, pagato il giusto. Ho chiesto il reddito di cittadinanza per avere questa opportunità. E adesso sto aspettando che arrivi una chiamata per un lavoro. Non importa dove sarà, sono disposto anche a spostarmi se sarà necessario. Vorrei solo poter lavorare. Per me e per i miei figli».

Sono le parole di Giuseppe, uno dei messinesi che ha beneficiato della misura dell’ex governo gialloverde. Con il reddito di cittadinanza è riuscito finalmente a “respirare”. Con i quasi mille euro che ha percepito in questi mesi può vivere dignitosamente insieme alla sua famiglia. Ha una moglie e tre figli di 22, 15 e 10 anni. E pensa soprattutto a loro perché ci racconta che non è facile svegliarsi ogni mattina senza avere la certezza di poter dare ai tuoi figli ciò di cui hanno bisogno.

Gli anni a Bergamo

Giuseppe quando era più giovane lavorava a Bergamo, in una fabbrica. Il lavoro andava bene, la paga era dignitosa. Ma la vita a Bergamo era cara e quando è arrivato il suo primo figlio stare lì non era più sostenibile con il suo stipendio. Non poteva chiedere continuamente aiuto alla sua famiglia. E allora è tornato a Messina, nella sua città. Sperando di trovare qualcosa che gli desse la possibilità di una vita normale. Sapendo che anche nelle difficoltà comunque quì ci si può accontentare anche di poco.

Ma le sue speranze negli anni si sono affievolite sempre più. Ha fatto tanti lavori saltuari, spesso in nero, senza garanzie e senza tutele, sottopagato. Ha avuto anche la forza di dire di no a volte, perché «va bene il bisogno ma non siamo schiavi».

Le rinunce

Così ha cresciuto i suoi figli. Con tanti pensieri. E tante rinunce. «E’ brutto rendersi conto che tuo figlio un giorno inizia ad inventare scuse per non andare a scuola perché si vergogna ad avere sempre le stesse scarpe mentre i compagni hanno di più. E’ brutto non potergli comprare i libri e tutto ciò che gli sarebbe servito. Ed è ancora più brutto a una certa età dover essere costretto a chiedere aiuto a un parente o un amico» racconta Giuseppe.

La speranza

Oggi però una speranza in lui c’è. Innanzitutto il reddito di cittadinanza ha portato un po’ di certezza economica nella sua vita. «Adesso con quei mille euro paghiamo le bollette, facciamo la spesa, cerco di non far mancare quasi più nulla ai miei tre figli». Ma la speranza vera è ricevere quella telefonata che gli porterà una proposta di lavoro. «Io sono pronto a rimboccarmi le maniche, qualunque cosa sia».

Perché sa che Messina è una città che lavorativamente offre poco o nulla. Perché sa che a 50 anni è difficilissimo avere una possibilità. Sperava per esempio di poter partecipare alle selezioni per le 100 assunzioni di MessinaServizi ma ha superato da un po’ i 40 anni scelti come limite massimo per le candidature. «Ho 50 anni e sono sicuro che avrei lavorato sodo se avessi avuto anche quella possibilità, pur se per un solo anno. Sarebbe stato un anno di sicurezza per la mia famiglia, per i miei figli». Ma non si scoraggia e aspetta. Aspetta che il telefono squilli e che un navigator gli dica che c’è un’occasione di lavoro per lui.

Francesca Stornante