Certo che m'arrabbio

Conte vuole i pieni poteri. In Parlamento tutti zitti. Difendiamo democrazia e Costituzione

Art. 1- L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Le forme e i limiti indicati dalla Costituzione affinchè il popolo eserciti la sovranità passano attraverso la Repubblica parlamentare e la separazione dei poteri. In Italia, dal 1948 il potere legislativo spetta al Parlamento, quello esecutivo al governo e quello giudiziario alla magistratura.

Conte e i pieni poteri

In barba a tutto ciò il presidente Conte ha annunciato di voler prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre 2020, ovvero altri sei mesi. Lo stato d’emergenza giustificherebbe l’uso (e l’abuso) dei DPCM (decreti del presidente del consiglio dei ministri) con i quali ha governato, insieme al suo staff di tecnici, per tutta la pandemia SENZA IL PARLAMENTO. In sintesi Conte vuole PIENI POTERI per altri 6 mesi senza l’orpello del Parlamento, non in virtù di un’emergenza in atto ma nell’ipotesi in cui dovesse tornare. Siamo ai pieni poteri preventivi.

L’uso e abuso dei DPCM

Con questi potrebbe tornare ad emettere DPCM come se non ci fosse un domani. Tra le possibilità, vi sarebbe anche quella di cancellare le elezioni (regionali e amministrative di settembre e ottobre) senza dover dare spiegazioni a nessunocausa improvviso nuovo focolaio Covid”. Non mi preoccupa il fatto che si sia abituato all’ebbrezza del potere assoluto, mi inquieta che il Parlamento glielo consenta. Sembra che i suoi alleati Pd e Italia Viva qualche perplessità l’abbiano espressa, al punto che Conte ha precisato che la proroga è un’ipotesi e che comunque passerebbe dal voto delle Camere. Il costituzionalista Ceccanti (Pd), che con il gruppo del Comitato per la legislazione ha fatto approvare un odg che “invita” ad un passaggio dei DPCM in Parlamento, si dice preoccupato. E propone che la proroga passi da Camera e Senato per porre limiti e tempi.

In Italia l’abito fa il monaco

Un anno fa Salvini, al Papeete, parlò di pieni poteri e finì come sappiamo. Ora li chiede Conte e nessuno fiata. Certo, Salvini è rozzo, razzista e di destra, mentre Conte è belloccio, elegante, colto, diplomatico. Salvini utilizza La Bestia, il premier ha dalla sua le “bimbe di Conte”. I pieni poteri mi preoccupano indipendentemente dall’abito che indossa chi li vuole, se ha la cravatta o la felpa. I pieni poteri nazionali non sono simpatici se li ottiene Conte e antipatici se a livello locale a cascata li avrà Cateno De Luca. L’abito non fa il monaco, a maggior ragione non giustifica l’autoritarismo.

I Parlamenti esautorati

Però il Parlamento ha in mano le sorti del Paese. La STORIA infatti insegna che i pieni poteri sono stati consegnati da Parlamenti. Non mi preoccupano ambizioni da Napoleone, mi preoccupano quelli che, per una poltrona, li avallano in silenzio. La democrazia cessa di esistere quando il Parlamento abdica al suo ruolo fondamentale che è quello LEGISLATIVO e di controllo dell’esecutivo.

I pieni poteri a Mussolini

Storicamente l’unico che ebbe pieni poteri nel 1922, fu Mussolini, e glieli diede il Parlamento. Poi Mussolini ne fece l’uso che ne sappiamo, esautorò il Parlamento, abolì i partiti e le libertà. Quei pieni poteri li ebbe dal dicembre 1922 al dicembre 1923 in base ad una legge che “appariva innocua”. Ecco il testo dell’articolo 1 di quella legge del 1922: “Delegazione di pieni poteri al Governo del Re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione. Per riordinare il sistema tributario allo scopo di semplificarlo, di adeguarlo alle necessità del bilancio e di meglio distribuire il carico delle imposte; per ridurre le funzioni dello Stato, riorganizzare i pubblici uffici ed istituti, renderne più agili le funzioni e diminuire le spese”.

Quel che disse Matteotti

Non so ai lettori, ma a me leggere questo articolo, un secolo dopo, PREOCCUPA per via delle analogie. In sostanza Mussolini chiedeva di emanare norme senza l’avallo del Parlamento per sveltire il Paese. Poi, scaduto l’anno, prese il vizio, gli piacque assai e decise di abolire tutto. Riuscì a farlo perché gliel’avevano permesso la prima volta. Si erano auto-esautorati. Com’è noto, ad opporsi fu Matteotti che nella relazione a un certo punto disse: “i problemi traggono inizio quando, dalla dichiarazione di guerra in poi, cessò di funzionare il Parlamento e la legislazione anziché conforme alla norma costituzionale, fu affidata all’esecutivo ed all’alta burocrazia. Anche leggere queste parole, un secolo dopo, mi preoccupa. E sempre per via delle analogie.

I no a Crispi e Amato

Sempre Matteotti ricordò che nel 1894 anche Crispi aveva chiesto i pieni poteri ad una maggioranza che era totalmente dalla sua parte. Eppure non li ottenne. Più di recente, nel 1992, li chiese, per risanare la situazione economica, l’allora premier Giuliano Amato, ma non li ottenne. La differenza tra il chiedere e l’ottenere i pieni poteri quindi la fa il Parlamento. Mussolini non se li è presi da solo, glieli ha concessi un Parlamento (come fu per Salandra). Sempre un Parlamento li negò a Crispi e Amato.

La differenza la fa il Parlamento

Quindi siamo in mano ai nostri deputati che finora hanno dimostrato che pur di tenersi le poltrone sarebbero pronti a tutto. Spiace che la sinistra che ha sempre avuto a cuore i diritti e la libertà stia accettando questa deriva autoritaria senza battere ciglio. Renzi, che pure ha detto poche settimane fa: “non abbiamo negato pieni poteri a Salvini per darli a Conte” non alzerà un dito. Spero che il presidente Mattarella, che è saggio e conosce la storia, rifletta e consigli. Il Pd teme che Conte voglia farsi un suo partito, mentre invece il premier sa che con i pieni poteri non ne ha bisogno.

Gli alleati del giorno prima

A Conte non serve un partito se può fare e disfare da solo con il suo staff di tecnici e affini esattamente come accaduto finora. Anzi, un partito gli sarebbe d’impiccio. Invece il Parlamento non può abdicare al suo ruolo. In autunno, qualora dovessero ricominciare a “piovere” DPCM impedendo libertà, mobilità, elezioni, diritti, che faranno i deputati? E che faranno i deputati quando la fame, la miseria, la voglia di riaffermare i diritti della Costituzione spingeranno la gente in piazza? Davvero vogliamo rischiare di finire come Belgrado? C’è un vecchio detto: chi pecora si fa lupo se la mangia. Chi ha ottenuto i pieni poteri il giorno dopo dimentica gli amici e gli alleati. Non gli servono più.

Difendiamo la Costituzione

Spero che 72 anni di Repubblica parlamentare non siano cancellati con un colpo di penna. Rischiamo di passare nel giro di pochi mesi dalla mascherina al bavaglio. E nessuno potrà dire “non lo sapevo”. Questa battaglia non ha un colore politico, è una battaglia in difesa della Costituzione che tanto sangue è costato ai nostri padri e di una democrazia parlamentare costruita con fatica e sacrifici. #wlademocrazia #nessunotocchilacostituzione.