L’appello è al cuore di tutti, per far sì che le baracche non diventino un girone infernale a causa della pandemia. Per far sì che il percorso di risanamento possa riprendere con maggior vigore senza che nel frattempo si siano verificati danni irreversibili.
#iorestoinbaracca è l’appello lanciato da ArisMe per riuscire a dare il massimo sostegno alle 2.500 famiglie che oggi vivono nelle 72 baraccopoli della città. Sono oltre 8 mila persone, oltre 50 ammalati terminali, disabili, bambini. Spesso, troppo spesso sono costretti a convivere con l’amianto o in situazioni igieniche problematiche. I casi di asma, bronchite e malattie delle vie respiratorie sono all’ordine del giorno così come le infezioni di vario tipo, e se il coronavirus fa paura a tutti, la possibilità di contagi in queste situazioni di fragilità rischia di causare tragedie.
Per questo ArisMe ha lanciato una raccolta fondi in favore di queste famiglie in forte difficoltà per un realizzare un progetto straordinario. L’obiettivo è garantire la presenza di operatori sanitari, distribuire dispositivi di prevenzione del contagio. Ci sono poi le criticità connesse alla sospensione dell’attività scolastica e all’impossibilità di utilizzare strumenti tecnologici indispensabili per seguire la didattica a distanza. Ci sono molti minori in età scolare in uno stato di grave isolamento in rapporto ai coetanei e agli insegnanti. I rischi di una diffusione del contagio nelle baracche sono inimmaginabili anche tenendo in considerazione il fatto che spesso si registra un sovraffollamento nelle abitazioni. Il rischio è che nel caso di un contagio dovrebbe essere messa in quarantena l’intera comunità.
ArisMe è al lavoro per predisporre, in caso di riscontro di una o più positività al Covid-19 all’interno degli insediamenti, un adeguato piano di intervento sanitario, al fine di evitare che si arrivi impreparati a tale evento. L’appello nasce quindi dal voler creare una rete di solidarietà sempre più ampia a sostegno di queste famiglie alle quali deve essere garantito il diritto alla salute.