Coronavirus

Covid, Uil Messina: “Le nostre denunce su La Paglia hanno messo in luce la mala gestio”

“L’avvio dell’opportuno procedimento di decadenza del direttore generale dell’Asp di Messina Paolo La Paglia rappresenta la logica ed inevitabile conclusione di una gestione della sanità messinese caratterizzata da una pesantissima inadeguatezza amministrativa. Evidentemente, le reiterate denunce della Uil non hanno prodotto “l’effetto di intasare la casella postale dell’assessore regionale alla salute Razza”, come goffamente ha pubblicamente affermato il dott. La Paglia, ma sono servite a mettere a fuoco le enormi carenze e le pesanti criticità emerse nella gestione della sanità messinese, specie a partire dall’esplosione della pandemia.

Una gestione che ha prodotto gravi conseguenze ai cittadini-utenti ed a tutti gli operatori sanitari. Non ci interessano i riconoscimenti, ma per amore della verità storica di questa tristissima vicenda che ha generato lutti, sofferenze e malasanità, è opportuno ricordare che già nella primavera scorsa, dopo i tragici eventi occorsi nella Casa di riposo “Come D’incanto che causarono la morte di 34 innocenti, chiedemmo al presidente Musumeci, per primi ed in assoluta solitudine, la rimozione del dott. La Paglia. Nulla di personale, ma l’intuizione relativa alla impellente necessità di consegnare il timone della sanità provinciale a mani esperte e adeguate”.

E’ quanto dichiarano oggi Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pippo Calapai, segretario generale della Uil Fpl, dopo l’avvio del procedimento di decadenza siglato dal presidente Musumeci per il direttore generale dell’Asp di Messina. Per il sindacato, la decisione del governatore è il naturale sbocco di tutta una serie di macroscopici errori che riguardano sia la gestione della pandemia che l’ordinaria conduzione dell’Asp di Messina.

“Accanto ai lutti della Casa di riposo “Come D’incanto, è opportuno rammentare il ben noto caso dei posti letto fantasma di terapia intensiva Covid presso l’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, nel quale sono stati noleggiati 10 letti di terapia intensiva che non sono mai stati messi in funzione provocando un colossale sperpero di denaro pubblico. Quest’ultimo è stato un caso portato alla ribalta dei media nazionali grazie alla nostra puntuale denuncia sindacale. Anche in altri presidi ospedalieri della provincia di Messina abbiamo assistito a falsi posti letto di terapia intensiva mai messi in funzione e, inoltre, è doveroso ricordare la mancata attivazione delle Risonanze Magnetiche nei presidi ospedalieri di Patti e Sant’Agata Militello e la chiusura del Punto nascita presso l’ospedale di S. Agata Militello” hanno proseguito i due sindacalisti”.

Il giudizio della Uil di Messina è perentorio: “In questo drammatico anno l’Asp ha brancolato nel buio: la gestione della pandemia è stata assolutamente disastrosa come, con grande onestà intellettuale, ha riconosciuto il Commissario all’emergenza Covid Marzia Furnari, la quale in meno di due mesi ha impresso una positiva sterzata e una tangibile riorganizzazione in merito alle linee guida nell’affrontare la pandemia. Ancora una volta le battaglie sindacali svolte nell’interesse della collettività e dei lavoratori ci hanno visti protagonisti. Abbiamo avuto ragione nel denunciare la catastrofe che ha investito l’Asp di Messina. Ovviamente non ci fermeremo –concludono Tripodi e Calapai- e proseguiremo con coerenza e linearità nella nostra azione finalizzata a riaffermare il diritto alla salute dei cittadini in un quadro di pieno riconoscimento dei diritti dei lavoratori”.