Coronavirus

Covid, un messinese a Milano: Voglio tornare a casa mia, la Sicilia mi ha voltato le spalle

Studenti fuori sede, lavoratori siciliani rimasti bloccati lontano da questa emergenza Coronavirus. Sono ancora tanti, tantissimi. Aspettavano questa fase 2 con la speranza di poter tornare nella loro terra. Rispettando regole, quarantena, isolamento e tutto ciò che era necessario fare. Per non mettere a rischio nessuno. Le dichiarazioni del Presidente Nello Musumeci che ha annunciato di volere la Sicilia blindata almeno per tutto il mese di maggio li ha gettati nello sconforto.

La lettera di un messinese a Milano

«Sono un messinese che lavora a Milano. Sono ancora residente a Messina e sono profondamente deluso. Nella fase due, sarei voluto rientrare a casa mia. In un momento di difficoltà la mia terra mi volta le spalle. Con il mio lavoro pago addizionale regionale in Sicilia e comunale a Messina, assicurazione, bollo, tutte le tasse, finora orgoglioso di aiutare, con le tasse del mio lavoro, la mia terra. La prima cosa che farò dopo questa emergenza sarà spostare la residenza a Milano. Non voglio più versare un centesimo a chi nel momento di difficoltà mi chiude la porta.

La Sicilia mi ha voltato le spalle

Non è mia intenzione mettere a rischio la salute dei miei fratelli messinesi e mai sarei rientrato nella prima fase mettendo a rischio i miei cari. Io sono chiuso in casa qui a Milano, da solo da più di 2 mesi. Non mi sono sognato di rientrare quando non potevo sapere se stessi bene o meno. In un Paese civile si cercano i modi di far rientrare in sicurezza i propri cittadini in ogni modo, nei momenti di pericolo non vengono abbandonati al proprio destino. La sanità in Sicilia la pago anche io e non mi volete. Con il mio voto contribuisco a eleggere sindaco e Presidente di Regione. Presidente che adesso mi impedisce il rientro a casa mia. Sappiate che la Sicilia ha abbandonato i vostri fratelli e sarebbe potuto succedere a chiunque di voi. Mi arrangerò, sapendo che la Sicilia mi ha voltato le spalle».