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Vilipendio, De Luca ringrazia Bonafede: «Ha assecondato il capriccio della Lamorgese»

Nonostante “l’auto esilio” a Fiumedinisi, il sindaco Cateno De Luca non è rimasto in silenzio di fronte alla notizia che la Procura potrà procedere nei suoi confronti dopo gli insulti rivolti alla Ministra Lamorgese. Dal Ministero alla Giustizia è arrivato il via libera per la Procura, la denuncia del Viminale potrebbe costare un nuovo processo al sindaco di Messina. Che risponde così: «Grazie signor ministro della Giustizia per aver assecondato il capriccio della ministra degli Interni Luciana Lamorgese: processare l’impertinente sindaco di Messina per il delitto di lesa maestà». Con tanto di foto correlata con linguaccia sul suo profilo Facebook.

De Luca definisce “capriccio” la denuncia per vilipendio della Repubblica che pesa sulla sua testa. «Potevo accettare l’implicito compromesso di Stato rinunciando a non impugnare la delibera della presidenza del Consiglio dei Ministri di annullamento della banca dati “si passa a condizione” ed evitare così il processo per vilipendio? Assolutamente no» dice il sindaco. Che pochi giorni fa ha fatto ricorso al Tar del Lazio proprio contro il decreto con cui il Presidente della Repubblica Mattarella aveva avallato decisione del Consiglio dei Ministri di annullare l’ordinanza sindacale che introduceva dall’8 aprirle la banca dati per l’attraversamento dello stretto di Messina.

Per De Luca è questo il motivo per cui oggi il Ministro Bonafede ha dato il via libera alla Procura di procedere. «Appresa la notizia della mia opposizione, la ministra Luciana Lamorgese è andata su tutte le furie e così il povero ministro della Giustizia non ha avuto scelta ed ha dovuto concedere l’autorizzazione alla Procura della Repubblica di Messina di processarmi per il reato di vilipendio perché avevo osato mandare a fare in c… il ministero degli interni, autore e difensore del sistema di controlli farlocchi sullo stretto di Messina. Se non avessi fatto questa delibera probabilmente non sarei stato processato. Ma io già il 3 aprile avevo chiesto di essere processato perché non accetto i compromessi di Stato».