Primi passi verso il bilancio: approvato il piano di alienazione. Ma si rischia il commissariamento

Primi passi verso il bilancio: approvato il piano di alienazione. Ma si rischia il commissariamento

Primi passi verso il bilancio: approvato il piano di alienazione. Ma si rischia il commissariamento

sabato 30 Maggio 2009 - 17:19

Passano anche i regolamenti Ici e Tarsu. La direttiva del ministero degli Interni parla chiaro: il previsionale va deliberato entro il 31 maggio. E la Regione ha già avvertito il Comune: «sarà attivata, senza ulteriore comunicazione, l'azione sostitutiva prevista». Cioè il commissario, che diffiderà il consiglio ad approvare tutto entro un mese. In caso contrario, sarà scioglimento

I primi passi fondamentali verso l’approvazione del bilancio di previsione sono stati compiuti, ma potrebbero non bastare ad evitare l’arrivo di un commissario regionale. Il consiglio comunale, infatti, ha dato via libera al piano di alienazione degli immobili predisposto dall’assessore al Patrimonio Franco Mondello (apprezzato per il suo lavoro da tutta l’aula) ed ai nuovi regolamenti relativi ad Ici e Tarsu, rinviando a data da destinarsi il voto sul condono. Lo stesso bilancio è stato finalmente incardinato, condizione necessaria ma, a quanto pare, non sufficiente secondo le indicazioni del ministero degli Interni e dell’assessorato regionale agli Enti locali. Il problema è stato sollevato in aula dall’esponente del Pd Felice Calabrò. Il ministero, infatti, ha indicato il 31 maggio come termine ultimo della -deliberazione-, dunque dell’approvazione del bilancio. Stessa cosa, di riflesso, ha fatto la Regione, con una circolare inviata dalla dirigente Luciana Giammarco e dal responsabile del procedimento Angelo Sajeva, nella quale si legge: «si rappresenta che, ove entro il 31 maggio non perveranno a questo assessorato gli estremi della deliberazione consiliare di approvazione del bilancio di previsione, sarà attivata, senza ulteriore comunicazione, l’azione sostituiva prevista». Per azione sostitutiva si intende l’invio di un commissario, il quale diffiderà il consiglio dandogli un ulteriore termine di 30 giorni per approvare il bilancio. Se anche questo -ultimatum- non dovesse essere rispettato, il consiglio verrebbe sciolto e il bilancio passerebbe nelle mani del commissario.

Considerando che il 31 maggio è domani, è piuttosto verosimile affermare che il bilancio non verrà approvato entro i termini previsti anche perchè manca il parere dei revisore dei conti, convocati per lunedì. Inoltre, fa notare sempre Calabrò, il bilancio è incompleto. Ecco cosa dice il comma 1 dell’articolo 174 del Testo Unico degli Enti Locali: «Lo schema di bilancio annuale di previsione, la relazione previsionale e programmatica e lo schema di bilancio pluriennale sono predisposti dall’organo esecutivo e da questo presentati all’organo consiliare unitamente agli allegati ed alla relazione dell’organo di revisione». Dove sono gli allegati?, si chiede Calabrò. Comprensiva di allegati era, invece, la delibera di alienazione degli immobili, che come detto è stata approvata dal consiglio con 23 sì e 6 astensioni (del centrosinistra). Piano che prevede introiti per 14 milioni di euro nel 2009 e di circa 50 da qui al 2011. Alla delibera si aggiunge un emendamento, presentato da Nello Pergolizzi e approvato all’unanimità, con il quale si chiede che entro 15 giorni si predispongano maggiori risorse e soprattutto un incremento di personale per il dipartimento Patrimonio, prevedendo almeno quattro unità in più di quelle attuali.

Tra una votazione e l’altra, naturalmente, non sono mancate le polemiche. Melazzo è tornato a chiedere un intervento del sindaco Buzzanca; sulla questione Ruggeri, Calabrò ha sottolineato che nelle delibere relative al bilancio di previsione e al consuntivo 2008, esitate dalla giunta, mancano le firme di buona parte degli assessori Udc, con Melazzo che ha aggiunto che nella prima delibera manca anche quella del sindaco; Trischitta ha preso di mira il presidente Previti, accusato di votare «a convenienza» quando invece, a suo dire, un presidente del consiglio dovrebbe astenersi, e ha mandato una nuova frecciata a Buzzanca, definendolo addirittura «un coniglio» per essersi sottratto al confronto con l’aula. E chissà quanto sarebbe durato il dibattito (conclusosi comunque dopo quasi sette ore) se non si fosse verificato -l’ammutinamento-, più che giustificato, del personale del Comune addetto alle registrazioni, che da mesi non percepisce lo straordinario. Da lì in avanti i lavori hanno subito una decisa accelerata. Non si può, infine, non raccontare che anche stavolta si è persa un’ora buona per la vicenda delle notifiche consegnate o meno ai consiglieri. Sembra assurdo, ma dopo il pasticcio di martedì scorso, anche oggi si è rischiato di far saltare tutto per un intoppo con i messi. Una tipica commedia all’italiana.

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