Scaletta Zanclea e Itala “conoscono” i primi interventi: ecco da dove passerà la messa in sicurezza

Nel corso di un incontro tenutosi nei locali della chiesa San Nicolò di Giampilieri Superiore, il direttore regionale della Protezione Civile, Pietro Lo Monaco, ha illustrato ai comitati dei villaggi colpiti dall’alluvione del primo ottobre 2009, i progetti di messa in sicurezza del territorio che verranno immediatamente realizzati e quelli in attesa di copertura finanziaria.

Erano presenti alla riunione i rappresentanti del Comitato “Gruppo cittadino per Scaletta” Carmelo Pagliuca e Irene Falconieri e il consigliere comunale di Scaletta, Gabriele Avigliani. Tra le opere immediatamente cantierabili figurano la realizzazione di una prima arcata di dieci metri del ponte a valle del torrente Racinazzi, una prima briglia selettiva a monte dello stesso torrente, i lavori di analisi geognostica per la realizzazione del ponte di attraversamento della strada che conduce al cimitero di Scaletta Superiore e la sistemazione della viabilità in Contrada Amendolara.

Di particolare rilievo per gli abitanti del comune risulta essere l’immediata realizzazione delle opere di mitigazione del rischio nella zona sovrastante la locale stazione dei Carabinieri, in quanto la messa in sicurezza del costone roccioso eviterebbe la delocalizzazione in altra sede della caserma. Uno stanziamento di circa cinquanta mila euro è previsto infine per la sistemazione della chiesa di Scaletta Marina Maria S.S. del Carmelo.

Per quanto riguarda il Comune di Itala, Lo Monaco ha annunciato il finanziamento dei progetti di realizzazione delle bretelle autostradali e della via di fuga della frazione di Borgo. «Nonostante la grave situazione che ha colpito la provincia tirrenica di Messina, che ha notevolmente aumentato gli impegni della Protezione Civile regionale – scrivono i comitati – apprezziamo la volontà di Lo Monaco di completare nel più breve tempo possibile i lavori di messa in sicurezza del territorio mantenendo fermo il rapporto di collaborazione tra le popolazioni locali e i tecnici della Protezione Civile».