Politica

Cara Schlein, oltre al “no” al ponte serve un piano per il sud

Il Pd è rimasto un partito irrisolto. Ed è un’impresa eccezionale solo pensare, da segretaria, di ricostruirlo, dovendo mediare con l’attuale classe dirigente. Tuttavia, cara Elly Schlein, le imprese impossibili, a volte, possono riuscire. Coraggio, fantasia, idee, analisi rigorosa della realtà, donne e uomini di valore possono sopperire a carenze strutturali. Non è facile ma non ci sono alternative. Bisogna osare.

La segretaria del Partito democratico, che approda oggi a Torre Faro, ha davanti a sé la necessità di conquistare il popolo numeroso degli astensionisti e dei delusi della sinistra che non c’è. Ma anche della politica che non c’è, ormai da tanti anni. E, per rendere efficace il suo messaggio di opposizione alla realizzazione del ponte sullo Stretto, deve avere un piano alternativo. Un progetto economico e sociale per Messina e per il sud. Altrimenti, il Pd rimarrà né carne né pesce. E continuerà questa corsa al ribasso, negli anni, senza mai spiccare il volo sul piano progettuale.

In particolare, il Partito democratico, mentre continua a rimanere un mistero quello messinese, a meno di improvvisi miracoli con il congresso, deve darsi una connotazione di sinistra. Un tempo si sarebbe detto laburista. Un’impronta adeguata ai tempi e agli attuali disastri sociali. E, soprattutto, il Pd deve affrontare con contenuti seri la questione meridionale. Ovvero, la grande assente del dibattito politico. Ma decisiva per la crescita dell’intero Paese. In un’ottica europea e nazionale, il partito di Elly Schlein deve indicare una rotta per il sud. Un progetto che veda pure lo Stretto e Messina in un ruolo centrale.

Altrimenti, si continuerà a giocare sulla difensiva, facendosi dettare l’agenda dall’avversario. Una tattica suicida mentre il governo Meloni abolisce il reddito di cittadinanza e spinge verso la deleteria autonomia differenziata. Nelle terre della disoccupazione record e del lavoro nero, dello sfruttamento e dell’assenza di prospettive, serve un programma economico e politico di particolare efficacia, fuori dal comune.

La priorità dell’occupazione e il ruolo di Schlein e il Pd

La priorità è creare occupazione, stabile e non precaria. E ancora: contrastare l’emarginazione sociale di interi quartieri e di persone in balìa dell’illegalità e del lavoro nero. Solo per rimanere al nostro territorio, non ci si può certo limitare a constatare che, nel 2023, 3.512 imprese hanno chiuso nella provincia messinese e in città 1.252. Aggiungiamo che Messina è quella città in cui il costo della vita aumenta, si gioca d’azzardo e risultano sempre più giovani gli autori di rapine e furti, con un aumento notevole di reati commessi dai minori, come è emerso dall’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Così si era espressa la Cgil nel 2023: “È il Comune con il più basso tasso di occupazione (attorno al 36%) tra le grandi città d’Italia. In riva allo Stretto, il tasso di occupazione fra gli uomini di età compresa fra i 15 e i 64 anni si assesta al 50%, quasi il doppio di quello delle donne, fermo al 28%. Ma il dato ancora più preoccupante è rappresentato dal 46% dei cosiddetti neet, i giovani dai 15 ai 34 anni che non lavorano, non studiano e non cercano occupazione. Siamo nel bel mezzo di una pandemia occupazionale ed educativa che ci consegnerà una generazione povera, precaria e poco istruita”.

In questo contesto, Elly Schlein e il Pd devono ritagliarsi una funzione da protagonisti, in termini di proposte innovative. E non di comprimari.

Oltre al no al ponte, quale modello d’infrastrutture e servizi

È in questa terra che approda la segretaria del Pd. Ed è a questi luoghi spesso marginali che bisogna dare risposte politiche all’altezza della crisi. Allo stesso tempo, nel momento in cui si dice “no” al ponte, bisogna avere le idee chiare su quale modello d’infrastrutture e servizi, di ambiente e società si propone. In politica i no aiutano a crescere se accompagnati da identità e progetto.

Questo si chiede alla nuova segretaria, assieme all’esigenza di formare una nuova classe dirigente all’altezza per affrontare l’attuale crisi locale e globale. Una sfida da fare tremare i polsi. Ma a questo serve la politica. Questione meridionale e divario nord-sud, patrimoniale, reddito di base universale, valorizzazione delle Zes (Zone economiche speciali) sono alcuni dei temi chiave su cui segretaria e partito devono puntare per guardare al sud in chiave di prospettiva. E non solo di problema.