Qualità della vita. La crisi economica di Messina è la vera emergenza. Bisogna intervenire subito

Qualità della vita. La crisi economica di Messina è la vera emergenza. Bisogna intervenire subito

Pippo Trimarchi

Qualità della vita. La crisi economica di Messina è la vera emergenza. Bisogna intervenire subito

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lunedì 20 Novembre 2023 - 16:24

Nella Città metropolitana di Messina la vera emergenza è quella economica. Per invertire la rotta serve un impegno collettivo

MESSINA – Messina è attanagliata da una crisi economica senza precedenti. E soprattutto questa drammatica situazione a collocare la nostra città agli ultimi posti della classifica di Italia Oggi sulla qualità della vita, come si può osservare dai risultati ottenuti in ordine agli specifici parametri che riguardano Affari e Lavoro. In linea generale in ordine a questo aspetto la Città metropolitana nel 2022 si posiziona al 103esimo posto. Di seguito vediamo cosa ha contribuito a questo infausto posizionamento. E’ utile precisare, per quanto ovvio, che tutta l’indagine si sofferma sulla situazione al 2022.

L’occupazione che non c’è

Come tasso di occupazione maschile tra i 15 e i 64 anni ci collochiamo al 101esimo posto. Ricordiamo che il tasso di occupazione è la percentuale di persone che lavorano rispetto alla popolazione totale. A Messina solo il 50% degli abitanti di sesso maschile ha un’occupazione. Il dato relativo alle donne precipita al 28% che nell’indagine di Italia Oggi ci posiziona al 93esimo posto. Su questo dato, è inutile nasconderlo, influisce il lavoro nero, che non è quantificabile con precisione ma ha il suo peso, con tutte le conseguenze in termini di trattamento economico e di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Va addirittura peggio per il tasso di disoccupazione relativa sempre alla fascia di età tra i 15 e i 64 anni: arriviamo, infatti, al 105esimo posto, cioè terz’ultimi in Italia. Per la disoccupazione femminile siamo addirittura ultimi. Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro disponibili. Il nostro risultato su questo fronte è molto critico ma lo sarebbe ancora di più se non fossero così numerose le persone che, sfiduciate, rinunciano proprio a cercare lavoro.

Imprese frammentate e ad alta mortalità

Non è certo invidiabile il terzo posto in classifica per il negativo parametro riguardante le imprese cessate ogni cento imprese attive. L’elevata mortalità delle aziende è certamente espressione della fragilità economica del territorio. È giusto dirsi però che a incidere negativamente è anche un tessuto imprenditoriale spesso improvvisato e con un debolezza culturale che lo rende inidoneo ad affrontare le complessità del sistema economico. Ulteriore elemento di fragilità è, poi, la frammentazione delle aziende, che si evince dalla graduatoria per imprese registrate ogni 100.000 abitanti. Qui siamo al 41esimo posto, prima addirittura di città come Modena, Torino, Brescia e la stessa Catania.

Sul fronte dell’istruzione c’è molto da lavorare

Poco onorevole anche il risultato sul fronte dell’istruzione. Siamo, infatti, al 90esimo posto nel parametro che concerne le persone in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria
(25-64 anni). Peggiore il risultato che otteniamo per le persone in possesso di laurea e altri titoli terziari (25-39 anni): siamo, infatti, 102esimi. Nella società della conoscenza in cui un’adeguata formazione scolastica e universitaria sono requisiti essenziali per conquistare un posto di lavoro o avviare un’impresa che sappia guadagnarsi un futuro, questi risultati descrivono a tinte fosche il destino di molti dei nostri giovani.

L’Ambiente in chiaroscuro

Nella classifica per l’Ambiente precipitiamo in penultima posizione (i dati relativi al 2021 ci collocavano addirittura al 42esimo posto). Siamo 89esimi per densità di verde urbano nei capoluoghi (eravamo primi l’anno precedente) e 105esimi per disponibilità di verde urbano nei capoluoghi. Ciò significa che bisogna ancora lavorare molto per realizzare e offrire alla fruibilità dei cittadini villette e aree verdi. Sempre sul fronte dell’Ambiente è giusto evidenziare il 53esimo posto per la gestione dei rifiuti. È curioso, però il fatto che, proprio nel capoluogo, come raccolta differenziata ci confermiamo al 102esimo posto con una percentuale che al 2022 risulta al 32%, un dato che stride fortemente con il 53,47% certificato dal Comune di Messina e dalla Regione. La Presidente di Messina Servizi, Maria Grazia Interdonato, da noi interpellata, afferma che non si spiega la differenza con il dato fornito da Italia Oggi e che effettuerà approfondimenti. Infine, per offerta di trasporto pubblico ci attestiamo a un discreto 79esimo posto, in linea con l’anno precedente.

A Messina ci sono poche piste ciclabili

Come densità di piste ciclabili nel capoluogo scendiamo al 91esimo posto dall’88esimo dell’anno precedente, con 3,40 Km. ogni 100 Km. quadrati, una miseria se raffornati al quasi 198 Km. di Padova, che è la prima in questa classifica. Quando qualcuno si lamenta delle troppe piste ciclabili in città e dei cordoli che le proteggono dovrebbe riflettere su questo dato. E, in particolare, dovrebbe soffermarsi sul fatto che tutte le città più evolute in Italia e nel mondo si orientano all’ampliamento degli spazi dedicati alla mobilità ciclopedonale.

Combattere la crisi economica di Messina

I dati sin qui esaminati, ci consegnano, in conclusione, un’evidenza a cui non dovremmo sottrarci girando lo sguardo dall’altro lato: la vera emergenza di Messina è la crisi economica e il lavoro che non c’è. Come abbiamo visto, si vanno consolidando gli incoraggianti, anche se ancora non del tutto soddisfacenti, risultati conseguiti dall’amministrazione comunale su alcuni servizi che per anni hanno penalizzato la nostra città con la loro inefficienza. In altri ambiti c’è ancora molto da lavorare ma la direzione intrapresa appare adeguata. Quel che ci sentiamo di dire, però, con la dovuta energia è che non è rinviabile un’azione efficace sul fronte economico. Alcuni orientamenti strategici come quello che darà vita all’I-Hub, sono positivi ma non bastano. Messina deve darsi una definita identità produttiva.

Le vocazioni del territorio

Non esiste una panacea per tutti i mali. Bisogna integrare in una solida rete di sviluppo le diverse vocazioni del territorio. Messina può essere una città universitaria, con tutti i benefici che ciò comporta. Può essere una città turistica, con la consapevolezza che questo non deve restare il solito auspicio incompiuto e vacuo: per raggiungere l’obiettivo non bastano il sole, il mare e le granite. Bisogna, invece, mettere in campo un’offerta che si distingua per qualità complessiva nei servizi del territorio, coerenza e diversificazione nella proposta, rispetto e valorizzazione delle nostre ricchezze ambientali. Anche la ricettività va ampliata e gestita con professionalità, eliminando l’abusivismo diffuso. Serve, poi, un’organica programmazione culturale di alto livello. Su questa base si può e si deve avviare un’azione di marketing territoriale, che deve vedere la città metropolitana protagonista in tutti i contesti digitali e reali in cui si incrociano la domanda e l’offerta di turismo.

La Zes occasione perduta

Bisogna, poi, sfruttare la fiscalità di vantaggio e le possibilità di investimento infrastrutturale che possono venire dalla Zes (Zona economica speciale). Sinora questa opportunità è di fatto andata sprecata. Bisogna recuperare prontamente, approfittando del fatto che dall’1 gennaio 2024 ci sarà un’unica Zes per tutto il mezzogiorno. L’auspicio è che aziende nazionali ed estere decidano di investire sul nostro territorio, penalizzato, come abbiamo visto, da un tessuto imprenditoriale che, con l’eccezione di qualche eccellenza, si caratterizza per una debolezza diffusa.

Definire e lanciare un progetto di rilancio con un impegno collettivo

Qulle delineate sono solo alcune, non esaustive idee di come la Città Metropolitana di Messina si possa approcciare allo sviluppo. Altre se ne possono ancora individuare. Serve, però, la consapevolezza che ogni giorno che passa senza invertire la tendenza non fa altro che peggiorare la situazione

Il cambiamento, tuttavia, è ancora possibile; per renderlo concreto è necessaria la mobilitazione di tutti i soggetti istituzionali: Comune, Regione Sicilia, deputati nazionali e regionali, imprenditori, associazioni di categoria, sindacati e, perche no, organi di informazione che possono e devono servire da stimolo. Insomma deve partire al più presto una mobilitazione collettiva intorno a un progetto di rilancio che assicuri benessere all nostra comunità, liberi dal bisogno, ci restituisca i giovani che sono andati via e faccia restare quelli che ancora si stanno formando.

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13 commenti

  1. bisogna aggiungere l’incompetenza degli amministratori

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  2. continuate a chiudere ancora altre strade cosi quelle poche attivita’ commerciali rimaste aperte dopo che hanno retto al vergognoso scempio che hanno fatto durante la pandemia le faranno morire inesorabilmente.
    Tutti questi soldi a disposizione perche’ non utilizzarli in altro modo per la citta’ per renderla migliore ecc ecc invece di distruggerla ancor di piu’.

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  3. Solo una città come Messina composta da cittadini caproni può essere ridotta in questo modo con un territorio bellissimo e con il migliore potenziale turistico in tutta europa ( La città più estesa sul mare in tutta Europa )
    Primi nel suono del clacson e primi nell’economia al collasso.

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  4. Benissimo, dottor Trimarchi, a richiamare alla mobilità il Comune, La Regione, ecc. ecc. Ma chi? Il Comune dove si parte con una maggioranza e per ragioni oscure si cambia casacca dopo un anno; la Regione dove i deputati aspettano la finanziaria per ottenere finanziamenti a pioggia per i territori che li votano; i parlamentari nazionali anche loro sempre attenti a non perdere la poltrona più che a portare avanti le istanze della provincia e del capoluogo. Ma chi?, dottor Trimarchi.

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  5. Caro Dott. Trimarchi, deve convicersi che lo sviluppo di Messina non può non passare da un’infrastruttura che non c’è, l’Aeroporto del Mela.
    Se lei si convince di questo e comincia a promuovere tale iniziativa, spronando la politica che è indispensabile, allora i nostri figli potranno sperare. Altrimenti la scelta politica degli anni ’80 di considerare Messina residuale in ambito regionale si concretizzerà con due soli riferimenti economici: CT e PA. Perpetrando così una violenza al territorio regionale trasformandolo da Trinacria in Binacria.
    Lo so che per fare questo sforzo di propaganda Lei deve ritrattare il suo proposito di espansione in territorio calabrese, ma se vuole bene alla sua terra solo in tal modo Lei può fare qualcosa, agisca la supplico !

    P.S.: Ripeschi gli articoli delle interviste di Germanà e di Siracusano quando dicevano che avebbero spinto per dotare il nostro territorio di aeroporto e li risolleciti all’operatività, visto che bastano soli 300 milioni per realizzarlo

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  6. Continuate a sottovalutare la inesistente disponibilità di aree industriali e artigianali…il lavoro vero, la manifattura dove dovrebbe allocarsi…se voglio creare una azienda di produzione ..dove?? E tenetevi la cartolina..
    NB. Zona di larderia mai completata ne sviluppata e sempre a pensare a giardinetti in aree come la ex sanderson invece di provare ad attrarre aziende “regalando”aree e servizi come nel resto del mondo

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  7. una soluzione c’è: fare due bei valigioni e trasferirsi al nord oppure all’ estero. C’è moltissima gente che è andata via e non torna più neanche per le ferie, il sole e mare non esistono solo a Messina, oltretutto con l’estate a quasi 50 gradi è molto più salutare la montagna

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  8. ultimi non per caso 21 Novembre 2023 07:31

    la città di Meschina si è impegnata moltissimo per raggiungere questo ambito traguardo. Però ancora ci sono margini di ulteriore peggioramento e si potrà scendere di qualche posizione. Andiamo Avanti !!!

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  9. Francesco Cardullo 21 Novembre 2023 08:01

    Sono convinto che la soluzione per risolvere i problemi di “qualità della vita” per i messinesi sta nell’incrementare la circolazione delle auto: togliere i cordoli, togliere gli alberi, togliere i marciapiedi, solo auto, auto, auto. In questo modo risolviamo i problemi economici, sociali e culturali della città.

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  10. Bisogna restituire a Messina la sanità: quando il Policlinico era un polo d’eccellenza, la pianta organica dei medici e degli infermieri era tre volte di quella attuale e i nostri figli, medici ed infermieri, lavoravano a Messina, non dovevano emigrare. Inoltre, alcune strutture del Policlinico erano uniche al Sud e attiravano un bacino d’utenza vastissimo tra Calabria e Sicilia; e poi si tenevano i Congressi scientifici oggi spariti dalla circolazione. Bisogna restituire a Messina la cultura: perchè gli spettacoli e gli eventi culturali in genere sono tutti a Taormina? Perchè Messina non è capace di organizzare eventi culturali come quelli di Sarzana, Foligno e altri sconosciuti luoghi del centro-nord che sono diventati famosi proprio per questi festival culturali? E’ così complicato fare rinascere delle Rassegne culturali o cinematografiche? Bisogna restituire a Messina i cantieri navali che portano un mare di soldi. I rimessaggi e le manutenzioni degli Yacht o delle imbarcazioni da diporto che, sono ovviamente di gente ricca, creano un sacco di posti di lavoro

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  11. segue: Bisogna restituire a Messina la convenienza imprenditoriale. Una politica di incentivazione e non di speculazione pubblica, viabilità, terreni per capannoni ed impianti, intercettazione di fondi, finanziamenti di progetti e quant’altro. Su questo punto l’Amministrazione è totalmente incapace: perchè usare fondi sempre al centro e non rivalutare le periferie o le zone più decentrate? perchè mettere gli alberi nelle vie del centro e non nelle zone in cui non ce ne sono?
    Ci sarebbero tanti altri “Bisogna” e basterebbe l’onestà, anche intellettuale

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  12. viene solo da piangere. ………e anche leggere alcuni commenti…..siamo veramente a BUDDACILANDIA…

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  13. Basti pensare che in una città, per buona parte affacciata al mare, quindi ad alta vocazione turistica/balneare, nella riviera nord, non esiste una struttura alberghiera almeno che non si arrivi a Ganzirri, tutto è delegato a case vacanze e affini.

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