Messina in crisi economica e sociale: l'ora della responsabilità per politici e imprenditori

Messina in crisi economica e sociale: l’ora della responsabilità per politici e imprenditori

Marco Olivieri

Messina in crisi economica e sociale: l’ora della responsabilità per politici e imprenditori

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martedì 30 Gennaio 2024 - 11:15

Basta parole ma solo progetti concreti. I disagi delle periferie, la disoccupazione e le condizioni per investire qui richiedono un'unica progettazione

MESSINA – Cercasi visione politica. Un’unica progettazione con più realtà in campo per prendersi cura di una città e una provincia in crisi economica e sociale. La città metropolitana è in caduta libera e le cause sono antiche. Per invertire la rotta, lo abbiamo scritto tante volte, non bisogna limitarsi a contemplare la sconfitta. Al contrario, chi ha responsabilità nazionali e locali deve lavorare per invertire la rotta. Cosa facile da scrivere ma che, nel concreto, deve trovare una visione comune nella progettazione.

Più che un’unità di crisi con Comune, Confcommercio, Confersercenti e sindacati, serve la capacità di avere occhi nuovi, a più livelli, per fronteggiare una crisi che può essere affrontata solo in una visione d’insieme. “Sempre disponibile a tavoli tecnici permanenti”, dichiara il sindaco Federico Basile. L’importante è che il confronto sia produttivo e con una strategia adeguata.

Di certo, “per quanto voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti”, per citare De André. Se la politica ha i suoi limiti, l’imprenditoria deve anche fare mea culpa e solo un’idea di futuro, da concretizzare nel presente e con una programmazione rigorosa in prospettiva decennale, potrebbe rappresentare un cambiamento significativo. Ma come? Lo ribadiamo: tenendo insieme tutto. Dall’allarme sociale alla necessità di attrarre nuovi investimenti e creare una imprenditoria davvero produttiva.

La priorità è creare occupazione

Creare occupazione, stabile e non precaria, è una priorità. Contrastare l’emarginazione sociale di interi quartieri e di persone in balìa dell’illegalità e del lavoro nero è un’altra priorità. Non ci si può certo limitare a constatare che, nel 2023, 3.512 imprese hanno chiuso nella provincia messinese e a Messina 1.252. Aggiungiamo che Messina è quella città in cui il costo della vita aumenta, si gioca d’azzardo e risultano sempre più giovani gli autori di rapine e furti, con un aumento notevole di reati commessi dai minori, come è emerso dall’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Così si era espressa la Cgil nel 2023 e il quadro non è cambiato: “È il Comune con il più basso tasso di occupazione (attorno al 36%) tra le grandi città d’Italia. In riva allo Stretto il tasso di occupazione fra gli uomini di età compresa fra i 15 e i 64 anni si assesta al 50%, quasi il doppio di quello delle donne, fermo al 28%. Ma il dato ancora più preoccupante è rappresentato dal 46% dei cosiddetti neet, i giovani dai 15 ai 34 anni che non lavorano, non studiano e non cercano occupazione. Siamo nel bel mezzo di una pandemia occupazionale ed educativa che ci consegnerà una generazione povera, precaria e poco istruita”.

Così ha risposto di recente il sindaco Basile alle domande di Tempostretto: “I tempi cambiano e io devo mettere la città in condizioni di far sviluppare idee imprenditoriali, utilizzando da sindaco gli strumenti amministrativi. Il sistema produttivo deve comprendere che il cambiamento della mobilità e dell’enogastronomia rappresenta un’opportunità. Abbiamo portato le imprese da tutto per il mondo per il Sud Innovation Summit ma la sfida è iniziata adesso”.

La sfida è duplice: creare le condizioni perché le imprese investano nel territorio messinese e stimolare l’imprenditoria locale, favorendo anche la creazione di nuove realtà. Non bisogna nemmeno ignorare, anche se tutti gli attori politici e sociali devono fare di più, le difficoltà incrementate da un governo che pensa all’autonomia differenziata e non a un vero riscatto del sud. Nel frattempo, la presidente Meloni acuisce il disagio sociale con il taglio del reddito di cittadinanza, mentre regna ancora la confusione sulla Zes unica, Zona economica speciale per un Meridione da rilanciare.

Alcuni orientamenti strategici, come quello che darà vita all’I-Hub, sono positivi ma non bastano. Messina deve darsi un’identità produttiva chiara, in parallelo con un’azione sociale e culturale più efficace e all’altezza della vastità di una crisi strutturale. Bene fa il Comune a puntare sulla progettazione europea ma serve una visione d’insieme, lo ribadiamo, a livello nazionale, regionale, provinciale e cittadino. E senza perdere di vista il disagio sociale.

“Non solo telecamere, a Giostra e nelle periferie serve un progetto sociale”

In questo periodo, il consigliere della V Municipalità, Andrea Zumbo, sta proponendo, con il sostegno della Circoscrizione presieduta da Raffaele Verso, un tavolo tecnico per affrontare i problemi di Giostra, con un’escalation nell’uso della droga da parte dei minori. Un tavolo tecnico in cui ci siano prefetta, questora, sindaco, assessore al ramo, servizi sociali, dirigente scolastica della scuola “Villa Lina – Ritiro” e rappresentanti dell’oratorio “San Matteo”. Sottolinea Zumbo: “Abbiamo affrontato il tema in sede di commissione ed è emersa questa necessità, che si tradurrà in una delibera. Non bastano le telecamere e la repressione. Dobbiamo mettere in campo proposte serie e soprattutto educative. Reprimiamo ogni atto vandalico ma non fermiamoci a questo. Bisogna tornare a educare alla bellezza e al rispetto del bene comune”.

Servono idee, risorse, persone di valore per saltare oltre gli ostacoli, che non sono pochi, e immaginare un’altra idea di citttà e di territorio. Messina in crisi – economica, sociale, culturale – non deve diventare una frase simbolo di qualcosa d’irredimibile.

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3 commenti

  1. Da anni le “famiglie VIP e VIPPINE hanno mandato a scatafascio questa città che poteva essere il fiore all’occhiello del Bellissimo STRETTO DI SICILIA , quel Mare Jonio che si collega con il Mar Tirreno , una bellissima Natura con coste ormai distrutte, con servizi al cittadino inadeguati, con una sanità pubblica a scatafascio, con imprese e che chiudono e chi ne ha più ne metta, per colpa di anni di incuranza e inadeguatezza dei Nostri Politicanti, ripeto moltissime provenienti da famiglie “vip” con i loro vassalli o segugui al seguito e ancora non si vergognano……..leggo in altro on line che questi VIP e Vippini attuali si stanno spendendo per distruggere ancora questa città con il loro assenso favorevole entusiastico per il PONTE….e ancora non si vergognano ….una NATURA così bella distrutta da un mastodonte che diventerà solo fine a se stesso se non farà la fine di Tremestieri o i Cantieri del Cas ( tipo Giostra o Letpojanni)…VERGOGNIAMOCI VERGOGNIAMOCI ………..BUDDACI SOLLEVATEVI

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  2. Riguarda un po’ tutti, politici, imprenditori, cittadini e pure i giornalisti, sono quasi 30 anni che la gente va via da Messina, vergogna per tutti.

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  3. antonino ciccolo 30 Gennaio 2024 12:26

    Altri cordoli e qualche pista ciclabile in più, cosi siamo a posto.

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