Il Museo ritrova i suoi tesori e torna sulla rotta dei croceristi

Il Museo di Messina ritrova le sue meraviglie. E ritorna nei circuiti internazionali turistici. Tra i pezzi che l’assessore regionale Maria Teresa Sgarlata ha inserito nel cosiddetto Decreto di inamovibilità, infatti, ci sono ben tre tesori messinesi, l’Adorazione dei Pastori e la Resurrezione di Lazzaro di Caravaggio e il Polittico di Antonello da Messina. Una quindicina in tutta l’Isola i beni inseriti nella lista degli “intoccabili”, sottratti cioè alla possibilità di fruizione all’esterno dei contesti di conservazione. Non possono essere né prestati tanto meno affittati, come consentito di recente dalle nuove e contestate direttive nazionali. Già in passato l’allora assessore Lino Leanza aveva varato un decreto di inamovibilità, di fatto però spesso disatteso.

L’atteggiamento istituzionale rispetto ai preziosi beni culturali e artistici dei musei siciliani, invece, sembra essere cambiato. “Ho detto no al trasferimento dell’Adorazione a Tokio per una mostra in programma nella primavera 2016 su Caravaggio e i Caravaggeschi, e stavolta ho avuto il placet dell’assessore”, racconta soddisfatta il sovrintendente Caterina Di Giacomo, recentemente “promossa” alla dirigenza del Museo di Messina. Il fatto che ben tre capolavori dell’arte custoditi in riva allo Stretto siano inseriti nella lista non è soltanto un riconoscimento del valore e l’importanza dello spazio museale peloritano. “In questi anni, tra restauri e prestiti, di fatto non abbiamo avuto la disponibilità delle nostre perle di attrattiva. Questo non ci ha consentito di inserirli nell’offerta. Dieci volte, dal 2003 ad oggi, i Caravaggio sono andati in prestito”.

Il che vuol dire, tanto per cominciare, che il Museo è stato estromesso dalle mete dei turisti che sbarcano dalle navi da crociera. “Abbiamo ogni sorta di tesoro, ma è ovvio che i più richiesti, soprattutto a livello internazionale, restano i Caravaggio, e Antonello da Messina naturalmente. Senza, i grandi tour operator non ci includono tra le mete turistiche, non c’è niente da fare. Tra restauri e prestiti i nostri Caravaggio sono stati “a casa” davvero poco”. Adesso finalmente il Museo di Messina ha nella sua piena disponibilità le sue opere di maggior attrattiva. E i primi risultati si vedono. Nelle scorse settimane sono arrivati al Museo i turisti sbarcati dalle navi che hanno fatto scalo a Milazzo. E il sovrintendente sta “trattando” perché il tour del trenino che carica i crocieristi che fanno scalo a Messina arrivi anche al Museo, anziché fermarsi alla Chiesa del Ringo. “Usufruiamo di una percentuale bassa, seppure in risalita, di quelle 500 mila presenze all’anno dei turisti mordi e fuggi”, conferma la Di Giacomo. Ovviamente oltre alla ricaduta in termini turistici, non sarà un caso che la Sicilia ha perso il 20% delle presenze, c’è l’altissimo rischio per l’integrità delle opere. “La trasferta della nostra Adorazione dei Pastori a Mosca in occasione dell’anno bilaterale Italia – Russia ci ha veramente preoccupati”. Il delicatissimo restauro delle opere, infatti, viene messo fortemente a repentaglio da queste trasferte.

Con lo sblocco dei progetti per i nuovi spazi espositivi, dalla Filanda al nuovo Museo, e con i capolavori assicurati stabilmente al Museo, la Di Giacomo conta di invertire definitivamente la tendenza. Per questo da quando si è insediata alla poltrona più alta della struttura ha siglato in città numerosi protocolli e accordi, in ultimo quello con l’Arcivescovo. “L’unico che non sono riuscita ad incontrare, non certo per mia volontà, è il sindaco Renato Accorinti”, spiega la sovrintendente rammaricata. Nell’attesa che anche al Comune si cominci a lavorare alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, la Di Giacomo non sta con le mani in mano. “Attendiamo i risultati del sopralluogo di una equipe del Dipartimento di Scienze biologiche dell’Università di Catania. Hanno analizzato la natura delle pietre dei nostri gioielli custoditi nel Tesoro. Ad un primo screening sembrano tutte gemme autentiche”.

Una certificazione importante,quella che arriverà. Negli anni, infatti, non sono mancati gli episodi di saccheggio del patrimonio del Museo, quindi il timore che le gemme fossero state sostituite con pietre non preziose era fondato. Sono ormai lontani i tempi – erano gli anni ’50 – in cui furono compiuti celebri furti, attribuiti al custode Omero, diventato quasi un personaggio leggendario , ormai. Oggi il vero saccheggio dei tesori siciliani è l’indifferenza della politica e della amministrazione.

Alessandra Serio