Ambiente

“Lordazzi” tecnologici. Cimitero dei computer a Bagnara – FOTOGALLERY

Ogni mondo è paese, si dirà. Fatto sta che i lordazzi non sono una prerogativa esclusiva di Reggio Calabria città. Ed ecco che il fenomeno spazzatura selvaggia s’arricchisce di un’orribile variante.
All’altezza della frazione Pellegrina, a Bagnara Calabra, sulla destra (se si scende in direzione monti-mare) c’è uno slargo. Persone con pochi scrupoli però molti rifiuti di smaltire hanno ben pensato di trasformarlo in un mercatino del venerdì. Ma senza mercatino.
Al posto delle mercanzie, tanti rifiuti, molti dei quali ingombranti. E che si caratterizzano per una peculiarità. Accanto a enormi divani, a una finestra divelta da chissà quale casa, c’è un vero e proprio cimitero dei computer.

Minitower, pc desktop, monitor (anche a schermo piatto), e poi ancòra vecchie tv a tubo catodico, impianti stereo… C’è davvero di tutto, accatastato e buttato via così, alla rinfusa. Come non si trattasse dei più classici rifiuti Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). Da smaltire con cura in modo rigorosamente differenziato, per esempio in un’isola ecologica, anche perché altamente riciclabili. Grazie a processi idrometallurgici praticamente a temperatura ambiente, si possono trattare anche in piccoli ambienti. E se ne ricavano oro, argento, stagno, piombo e altri preziosi metalli.
Ovviamente non mancano rifiuti anche più comuni come sacchetti d’immondizia (pure in mezzo alla carreggiata), estivissime chaise-longue, materassi d’ogni tipo. E assi in legno, seggiolini per auto, vecchie poltrone, pneumatici, ceste in vimini.
Triste notare come i cretini di turno, venuti a rendere quest’angolo di Pellegrina un vero schifo forse con carriole o camion, non si rendano conto neanche della stagione. Quest’immonda discarica hi-tech è infatti il peggior biglietto da visita che l’intera comunità bagnarese possa fornire ai turisti. E la splendida Bagnara, borgo marinaro ormai da anni cuore della movida estiva tirrenica, proprio non se lo merita.